Chi lo ha colpito faceva parte di un gruppo di tre ragazzi stranamente a difesa di un blindato dei carabinieri. Uno di loro, dopo il colpo a Cristiano, si esibisce in un saluto fascista. Nei giorni precedenti, alcune informative delle Digos parlavano di gruppi di infiltrati dell'estrama destra legati alle curve.
Eppure, proprio grazie al video pubblicato su Internet è possibile ricostruire la dinamica dei fatti. Sono le 12.30 del 14 dicembre e il corteo sta sfilando per le vie della città. Si vedono chiaramente tre ragazzi che cercano di fermare l’assalto dei manifestanti a un blindato dei carabinieri posizionato fra via delle Botteghe Oscure e piazza Venezia. Quando Cristiano appare nell’inquadratura lo si vede raccogliere da terra un oggetto e lanciarlo verso il cordone di polizia. Passano pochi secondi e, dopo un breve conciliabolo, uno dei tre ragazzi a guardia dei blindati dei militari, si stacca dal gruppo e parte all’assalto dello studente colpendolo in pieno volto con un casco integrale. La vittima cade svenuto. L’aggressore si allontana uscendo dall’inquadratura e un altro dei tre si avvicina a Cristiano. In un primo momento pare voglia soccorrerlo. Non sarà così. Perché, una volta a ridosso del giovane si copre il volto con una sciarpa e fa il saluto romano. Quindi si allontana. La vittima resta a terra con il naso fratturato e un trauma cranico con conseguente ematoma all’interno del cervello.
Raggiunto oggi in ospedale da ilfattoquotidiano.it, il ragazzo spiega cosa abbia tirato alle forze dell’ordine: una mela, perché assieme ai suoi compagni di scuola aveva deciso di mandare un segnale ironico a un “governo oramai alla frutta”.
Come spiegano i genitori, Cristiano dell’aggressione e soprattutto degli aggressori non ricorda quasi niente: solo di essere caduto a terra, di esser stato soccorso da alcuni studenti di medicina che erano vicino a lui e quindi trasportato in ambulanza verso l’ospedale più vicino. Dentro l’ambulanza, assieme al giovane, c’era un altro ferito: uno studente di Pisa colpito da un candelotto di gas lacrimogeno in un occhio.
Alcuni manifestanti che hanno visto la scena riferiscono che gli amici dell’aggressore, una volta che Cristiano è a terra con il volto tumefatto e ricoperto di sangue, cominciano a urlargli contro “frasi fasciste”.
Al momento i tre non sono stati ancora identificati, ma, con il passare del tempo, un fotografo contatta la famiglia e invia una foto del presunto aggressore. Ora i genitori hanno qualche speranza in più di risalire all’identità di chi ha sfigurato il loro figlio.
Ma gli interrogativi rimangono. Dai filmati si vede chiaramente il volto di tutti e tre i ragazzi. Eppure se non fosse stato per la tenacia dei genitori nel cercare la persona che ha colpito il loro ragazzo, questa storia forse non sarebbe stata mai raccontata. E poi la difesa del blindato dagli altri manifestanti, l’aggressione e, infine, il saluto romano. In alcune informative di polizia è emerso che a partecipare ai disordini di martedì scorso c’erano anche esponenti delle tifoserie ultras
di Valeria Brigida
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