Mentre il governo attende il voto sulla sfiducia, la maggioranza approva una norma del ddl Alfano che permette di passare a casa l'ultimo anno della propria condanna. In migliaia usciranno anzitempo.
A maggio il ministro Maroni si era detto contrario. Ora deve far digerire la decisione ai rondisti padani
A maggio il ministro Maroni si era detto contrario. Ora deve far digerire la decisione ai rondisti padani
Lo sconto di pena arriva proprio dal governo Berlusconi che ha fatto della "tolleranza zero" e della lotta alla microcriminalità un proprio cavallo di battaglia. In sostanza il ddl Alfano, approvato dal Parlamento prevede che i detenuti che scontano condanne definitive possano trascorrere l'ultimo anno di detenzione a casa propria. Ma attenzione: già oggi si possono scontare gli ultimi due anni di pena ai domiciliari e gli ultimi tre in affidamento al servizio sociale, cioè liberi. In pratica già con la legge vigente, chi è condannato fino a tre anni sa che non farà un giorno di carcere. E se il reato è stato commesso prima dell'indulto del 2006 (sconto automatico di 3 anni), non fa un giorno di galera nemmeno se condannato a 6 anni. Ora, con l'ulteriore saldo natalizio targato Alfano, in regalo c'è un altro anno di bonus. La proposta inizialmente era stata bocciata dal ministro dell'Interno Bobo Maroni. Il capo del Viminale aveva detto: "Noi non siamo in grado di controllare le circa 10 mila persone che, ora, se fosse approvato il ddl, andrebbero ai domiciliari". Dopodiché la retromarcia. Le modifiche al ddl non sono piaciute a tassisti, commercianti e comitati di quartieri. Ma anche ai duri e puri della Lega nord di Marco Travaglio
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