Le indagini dell'Istat mostrano che tra le regioni del nord è proprio il Veneto verde quella in cui i cittadini hanno più paura della criminalità. Ma denaro non ce n'è più, e la voce scompare dai bilanci.
Nella patria dei sindaci sceriffi, delle ronde, delle campagne elettorali passate più a parlare di immigrati che di politica, la sicurezza non è più un problema. Almeno, non lo è per la Lega. Dopo l'approvazione di un bilancio "lacrime e sangue", come l'ha definito il governatore del Veneto Luca Zaia, che assegna zero euro al tema della sicurezza, a dare l'annuncio di un problema che non esiste più è il capo del partito, la Liga Veneta, Gian Paolo Gobbo. Dice il sindaco di Treviso: "Soldi non ce ne sono. La madre di tutto è il federalismo e tutto il resto va da sé, per cui si cerca di fare il meglio con quello che si ha. Non so se verranno tempi migliori, ma oggi come oggi la situazione è questa". Peccato che dopo anni di propaganda e di sparate elettorali, il Veneto sia oggi la regione del nord che mostra i "livelli più elevati di paura tra i cittadini". A dirlo sono i rapporti dell'Istat: i reati per cui è cresciuta la preoccupazione sono rapine e aggressioni, scippi e borseggi, e soprattutto le violenze sessuali, di cui ha paura più del 50% delle donne. E' cresciuta l'influenza della criminalità sulle abitudini di vita, salita dal 46,3% al 48,5%. Ora però anche la Lega deve fare i conti con le casse vuote e il problema, come per magia, scompare. Almeno fino alla prossima campagna elettorale. di Emiliano Liuzzi
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