Il 45% della ricchezza complessiva è del 10% delle famiglie italiane, mentre la metà più povera detiene il dieci per cento della ricchezza totale. Banca d'Italia fotografa impietosamente la situazione nel belpaese nel bollettino relativo al 2008. Quando la crisi economica ancora non aveva prodotto effetti l'Italia era già profondamente divisa tra chi conduce una vita agiata e chi non arriva a fine mese. I dati mostrano un disequilibrio drammatico: la ricchezza netta dei 24 milioni di famiglie italiane è di 8.600 miliardi. Questo significa che, in media, ogni nucleo possiede un patrimonio di 358 mila euro. Il nostro Paese è in media con gli stati dell'Occidente ma è nella distribuzione la differenza: dividendo il 44 per cento del patrimonio per il 10% dei nuclei familiari si ottiene una media di oltre un milione e mezzo di euro. La metà delle famiglie, invece, ha un patrimonio medio di poco più di 70mila euro. Quindi case, terreni, beni intestati. La banca centrale lo riconosce: "Molte famiglie detengono livelli modesti o nulli di ricchezza, mentre all'opposto poche dispongono di una ricchezza elevata". E se gli italiani conservano comunque un patrimonio "competitivo" è grazie soprattutto alle scelte di investimento abituali: il 62 per cento della ricchezza è distribuita in "attività reali" e tra queste l'82 per cento è costituito da case di proprietà.
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