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Conegliano - Treviso

LIBERNAUTA 2012

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Concorso a premi per terrestri curiosi dai 14 ai 19 anni e over 20

martedì 5 luglio 2011

Fred Vargas - LA CAVALCATA DEI MORTI

 «Ed è un punto da tenere a mente, commissario: tutti quelli che vengono "ghermiti" dalla Schiera sono farabutti, anime nere, sfruttatori, giudici indegni o assassini.
E in genere il loro misfatto non è noto ai contemporanei.
È impunito. Ecco perché ci pensa la Schiera».

Tre anni dopo Un luogo incerto, Fred Vargas torna con un romanzo potente e misterioso, dove leggenda e crimine si fondono in un'alchimia perfetta.
Qualcuno ha bruciato vivo nella sua Mercedes un vecchio magnate della finanza e dell'industria. Forse è stato un ragazzo di banlieu, ma Adamsberg non ci crede. Ha bisogno di prendere tempo. Ed ecco gli arriva, dai boschi della Normandia, un omicidio che sembra scaturire dal medioevo.
C'è un cadavere, sul sentiero dove da mille anni i prescelti vedono passare la Schiera furiosa. Ovvero la cavalcata dei morti, che trascinano con sé anche i vivi condannati a morire per i loro peccati. La giovane, luminosa Lina ha visto la Schiera.
È solo una visionaria, o le foreste normanne celano segreti piú spaventosi di una antica, cupa credenza?

«Fra i miei uomini, capitano, ce n'è uno affetto da ipersonnia che crolla addormentato sul piú bello, uno zoologo specialista in pesci, di fiume soprattutto, una bulimica che scompare per fare scorta di cibo, un vecchio airone esperto di leggende, un mostro di cultura che non si schioda dal vino bianco, e via di seguito. Non possono permettersi di formalizzarsi troppo.
- E lavorate?
- Molto».

Prima di tutto, incontriamo di nuovo il sempre stralunato commissario Jean- Baptiste Adamsberg insieme ai suoi assistenti Danglard, Veyrenc, Retancourt, che, dopo una quindicina d'anni, fanno quasi parte della nostra famiglia, tanto le loro avventure sono entrate nel nostro immaginario... Personaggi che adoriamo, per i loro tic, i difetti e l'intelligenza...
Le Monde Magazine


Come al solito con Fred Vargas le digressioni contano quasi quanto l'inchiesta. I dialoghi sono efficaci, gustosi, e i personaggi, tanto gli abitanti del paesino, quanto i colleghi di Adamsberg (la «dea polivalente» Retancourt, il «poeta Veyrenc», «l'ipersonniaco» Mercadet), giustificano senza dubbio la deviazione.
Ma insostituibile è Adamsberg, il commissario dai vestiti perennemente stazzonati e l'ortografia esitante, il sognatore appassionato con il suo spirito sempre lento e un po' vago. Adamsberg, come il tenente Colombo, accumula pazientemente indizi, colleziona dettagli, per meglio confondere i criminali. Tre anni dopo Un luogo incerto, una Fred Vargas in grande forma con un romanzo poliziesco lontano dai canoni del genere, che soddisferà tutti i suoi lettori.
Le Figaro Littéraire

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