librerie canova

librerie canova
Conegliano - Treviso

LIBERNAUTA 2012

LIBERNAUTA 2012
Concorso a premi per terrestri curiosi dai 14 ai 19 anni e over 20

giovedì 30 giugno 2011

mercoledì 29 giugno 2011

Indro Montanelli - VE LO AVEVO DETTO


“ORA CHE LA VOCE DI INDRO TORNA A ESSERE ASCOLTATA È ORMAI TROPPO TARDI. TUTTO QUELLO CHE POTEVA ACCADERE È GIÀ ACCADUTO.” — MASSIMO FINI
IL PIÙ ARGUTO, FEROCE E LUNGIMIRANTE ATTO D’ACCUSA CONTRO IL BERLUSCONISMO. UN RITRATTO IMPIETOSO E PREVEGGENTE DELL’ITALIA DEI NOSTRI GIORNI. “
A questo punto non avevo più scelta. O rassegnarmi a diventare il megafono di Berlusconi. O andarmene. Me ne vado.” Questo scriveva Indro Montanelli nel suo ultimo articolo per “il Giornale”. Così, nel gennaio 1994, l’uomo che vent’anni prima aveva fondato quella testata lasciò la poltrona da direttore per imbarcarsi nella sua ultima grande battaglia: quella contro una destra nella quale non si riconosceva e che, a suo parere, era il nemico numero uno di chiunque avesse a cuore la libertà d’espressione. Questo libro raccoglie per la prima volta in modo organico gli interventi più accesi degli ultimi anni d’attività di Montanelli: editoriali, risposte ai lettori e articoli sferzanti che oggi suonano come una profezia della cronaca dei nostri giorni. Basta leggere cosa scriveva nel 1998, quando, preoccupato che il caso Berlusconi paralizzasse il Paese, proponeva un referendum con questa formula: “Volete voi l’abrogazione dei reati in base ai quali è stato condannato l’on. Silvio Berlusconi?” perché tutti ne intendessero subito il signifi cato. O ancora quando metteva impietosamente alla berlina i difetti del Cavaliere: bugiardo congenito, con un’innata tendenza al vittimismo, circondato da un drappello di parassiti servili, eccessivo, ignorante, volgare. La metastasi del berlusconismo oggi è più evidente di allora e, anche se Indro non c’è più da dieci anni, questo suo lungimirante atto d’accusa delinea il ritratto impietoso dell’Italia dei nostri giorni, un Paese che Montanelli non ha fatto in tempo a vedere, ma che si era perfettamente immaginato.

Albert Einstein - L'INFINITO




Due cose sono infinite: 
l'universo e la stupidità umana, 
ma riguardo l'universo ho ancora dei dubbi.

venerdì 24 giugno 2011

Karl Kraus - LA SINTESI



Ci sono scrittori che riescono ad esprimere già in venti pagine cose per cui talvolta mi ci vogliono addirittura due righe.


giovedì 23 giugno 2011

Banana Yoshimoto - HIGH & DRY PRIMO AMORE

Yūko è in grado di vedere cose che gli altri non vedono, e di indovinare i desideri e i pensieri di chi le sta intorno grazie a una sensibilità fuori dal comune. Compiuti quattordici anni, tutto sembra assumere sfumature misteriose, e il mondo si popola di bizzarre creature. Yūko sta imparando ad assegnare un colore a ogni stato d'animo e a ogni emozione; a insegnarglielo è Kyū, il suo maestro di disegno, che ha il doppio dei suoi anni. Quando dal fusto di una pianta fuoriescono degli strani omini verdi, loro sono gli unici a vederli. Nello stesso istante, Yūko assapora l'incanto sottile del primo amore.
Sospesa tra realtà e immaginazione, un'adolescente va incontro alla vita accompagnata dagli affetti più cari, e scopre, giorno dopo giorno, i turbamenti del cuore, la tenerezza dei sentimenti e la difficoltà di diventare grande. 
"Ma quello era un momento sfavillante. Uno sfavillio magico, come di luce riflessa... e davanti a me avevo la risposta che cercavo da sempre. In questo mondo fatto di diversi strati e di cose impercettibili sarebbe stato possibile, per una volta, vedere la realtà com'è veramente? E all'improvviso la soluzione mi arrivò come una benedizione." Il magico romanzo di una ragazza che diventa adulta.

mercoledì 22 giugno 2011

Patrick Dennis - INTORNO AL MONDO CON ZIA MAME

Partendo per l'Oriente col piccolo Michael, Mame aveva promesso di tornare in tempo per la riapertura delle scuole, e qualcuno aveva fatto finta di crederle. Ma sono passati due anni e mezzo, e della strana coppia non si hanno notizie, a parte qualche salutino entusiastico sul retro di una cartolina, regolarmente inviata dai luoghi più incantevoli (o improbabili) del pianeta. Pegeen è fuori di sé, ma Patrick le dice di non preoccuparsi: zia Mame gira il mondo meglio di chiunque altro, ha solo il vezzo di non imporsi una data per il rientro. Tu come lo sai, gli chiede Pegeen. Perché ho viaggiato con lei, prima della guerra. Ah. Questo Patrick lo aveva taciuto, ma adesso, per tranquillizzare Pegeen, lo racconta – certo, con qualche omissione. Del resto, rivelare come zia Mame abbia semidistrutto le Folies Bergère, sia rimasta invischiata nei preparativi per un colpo di Stato nazista in Austria o abbia sconvolto la routine di una ricca comunità di espatriati tra le montagne del Libano, be’, rivelare tutto questo non è l’ideale per placare una madre in ansia. Ma il lettore non sarà all’oscuro di nulla, e – via via che le rotte di Mame e Patrick coprono metà del globo, e le etichette si accumulano sulle valigie – non potrà che ridere, ridere, ridere. E al tempo stesso scoprire di quante lunghezze Mame riesca a staccare, col suo celebre motto, il presidente Mao: perché sì, la rivoluzione – delle teste, delle abitudini, dei conformismi – può essere adesso; e sì, può, anzi deve, essere un pranzo di gala.

Confucio (孔夫子) - RICCHEZZA E POVERTA'



In un paese mal governato
la povertà è qualcosa di cui ci si deve vergognare. 
In un paese ben governato,
è vergognosa la ricchezza.


martedì 21 giugno 2011

VA' PENSIERO

Joe R. Lansdale - CIELO DI SABBIA

Oklahoma, anni Trenta. Jack ha appena finito di seppellire entrambi i genitori e si aggira tra le rovine della sua casa, distrutta da una delle tempeste di sabbia che sconvolgono lo Stato, quando viene raggiunto da Jane e suo fratello Tony. Anche loro hanno perso tutto quello che avevano, e vagano in un mondo senza vita, nel quale ogni cosa, dalle piante al cibo, è sommersa sotto uno strato di polvere rossa. Ai tre ragazzi non rimane che rubare una macchina (il cui padrone è morto anche lui nella tempesta) e partire alla volta del Texas orientale, nella speranza di trovare pace e un¿occasione per ricominciare a vivere. Ma la strada fino in Texas, tra rapinatori e vagabondi, cavallette e alligatori, deliziose vedove e spietati sfruttatori, si rivelerà lunga e tortuosa, e costringerà i tre ragazzi a crescere e a confrontarsi con quel misto inestricabile di malvagità e solidarietà che alberga in ogni essere umano.

«Uscii in retromarcia dalla rimessa e mi avviai traballante sulla sabbia. Le gomme non facevano bene contatto, e fui costretto a rallentare. Poi prendemmo il via. Era come cavalcare sulle onde dell'oceano. Andavamo lenti, ma andavamo.
Non intendo raccontare storie. Furto o no, era una bella sensazione ritrovarsi al volante di una Ford V8, il piede sull'acceleratore e la consapevolezza di lasciarsi alle spalle tutti quei morti e quella sabbia per andare incontro a non so quale speranza. Proprio non sapevo dove stavo andando, ma una cosa la sapevo per certo.
Dovunque stessi andando, su quella Ford rubata, è sicuro che intendevo arrivarci alla svelta».

lunedì 20 giugno 2011

LA REFURTIVA DI STATO

LA SCOPERTA DEL FUOCO DIGITALE


Occhio fuoco digitale internet

  Articolo di  Dan Free Bloggart 



 L’ultima tornata referendaria ha definitivamente consacrato la rete come catalizzare sociale. D’ora in avanti l’umore del popolo della rete dovrà essere tenuto ben presente, da tutti. Ma se la rete ha raggiunto questo livello di espansione, benché ampiamente ostacolata dalla politica e dai media tradizionali, è perché in quanto esseri sociali abbiamo bisogno del prossimo. Per vivere, dobbiamo socializzare.
Per troppo tempo ci hanno tenuti lontani, diffondendo la cultura della paura, dell'insicurezza diffusa. Il diverso, l’extracomunitario, il clandestino sono stati agitati come spauracchi per tenerci isolati. Non v’è dubbio che il clandestino di oggi è il diavolo della chiesa di ieri. Cambiano la forma, ma la sostanza (gli intenti del potere) è sempre la stessa: diffondere la paura per sottomettere le popolazioni.
Ma di chi, esattamente, dovremmo avere paura? Del clandestino che scappa dal suo paese in guerra o dal mafioso parlamentare? Non dovremmo forse, più che avere paura, essere proprio terrorizzati da una casta di politici corrotti che,  mentre pretende un popolo sottomesso, succhia tutta la linfa vitale del Paese, come fa un parassita su una pianta in fiore?
 Si è visto che il problema della sicurezza, per gli Italiani, è l’ultimo dei problemi. Eppure, da anni si punta su quello per non parlare di altro: si fabbricano paure e le si danno in pasto al popolo come si butta un cadavere in pasto ai porci, affinchè vi si accaniscano sopra e non si plachino fino a che non ne resti un solo brandello disponibile. Ma gli Italiani, fortunatamente, non sono porci. Nel nostro DNA c’è la solidarietà, la tolleranza. Sappiamo bene che anche noi siamo stati un popolo di migranti e che abbiamo sofferto tantissimo, soprattutto i pregiudizi.
  La grande affermazione della rete è proprio questa: poter essere di nuovo nella piazza. Perché se la “piazza fisica” poneva dei grossi limiti, la “piazza virtuale” permette a tutti di esserci. La tecnologia permette di “esserci” senza esporsi. Internet consente di far sentire la propria voce anche a coloro i quali non ne avrebbero mai avuto la possibilità. La rete rende possibile gridare i propri pensieri, i propri sogni, senza la necessità di dover essere in prima fila.
 Dobbiamo proteggere questo potente mezzo: rappresenta un progresso per l’umanità come lo fu la scoperta del fuoco o della penicillina. Il potere cerca e cercherà sempre di evitarne la diffusione con tutti i mezzi, leciti e illeciti. Sapremo lottare, se necessario con accanimento, per evitare che questo avvenga?

Georg Christoph Lichtenberg - I SANTI IN LEGNO SCOLPITO



I santi in legno scolpito hanno certo fatto più per il mondo che quelli in carne ed ossa.

SPUNTI DI RIFLESSIONE

sabato 18 giugno 2011

Robert Burns - I SACCENTI



E' un vero peccato che tutte le persone che sanno come far funzionare il Paese siano troppo occupate a guidare taxi o a tagliare capelli.

SPUNTI DI RIFLESSIONE

venerdì 17 giugno 2011

TUTTI IN PIEDI



TREMONTI SUL PARTENONE

 
financial_grecia.jpg


foto: rielaborazione Financial Times
Per conoscere il nostro futuro è sufficiente osservare ciò che avviene all'ombra del Partenone, in piazza Syntagma, dove da giorni si fronteggiano la polizia e i cittadini greci. Il primo ministro greco Papandreou ribadirà la prossima settimana il suo piano di "riforme" per ottenere un nuovo prestito internazionale. Le riforme in questione sono le solite di fronte al fallimento. Vendita all'incanto dei beni nazionali per 50 miliardi di euro entro il 2013 (le cosiddette "privatizzazioni"), il taglio dei servizi pubblici, o "ristrutturazione", con la riduzione del 20% dei dipendenti statali, circa 150.000, nei prossimi quattro anni oltre all'aumento delle tasse dirette e indirette. Il costo delle vita salirà e sempre meno persone se lo potranno permettere. E' probabile che Papandreou, che per salvarsi propone un governo di "unità nazionale" (vi ricorda qualcosa?) si debba presto dimettere. Si andrebbe allora a nuove elezioni con una probabile vittoria della destra come è avvenuto in Portogallo e come, con tutta probabilità, avverrà anche in Spagna.
Le multinazionali stanno riducendo da tempo la loro presenza in Grecia e alcune l'hanno già abbandonata. Per ridurre il rischio e si fanno pagare in contanti dallo Stato, come avviene nel settore farmaceutico. In un anno e mezzo, da quando è stata dichiarata la crisi, le banche greche hanno perso il 17% dei loro depositi, circa 40 miliardi di euro, a causa dei trasferimenti effettuati dalle società internazionali. Il default greco creerà un effetto domino dalle conseguenze imprevedibili anche nel sistema bancario europeo. Le banche più esposte al fallimento greco sono quelle francesi con 53 miliardi di euro concentrati in Crédit Agricole, Sociétè Générale e BNP Paribas, ma non sono le sole, seguono Germania con 34 miliardi, UK con 13,1 e Portogallo (il prossimo della lista del default) con 10,2.
In Italia il debito si sta avviando ai 2.000 miliardi nel 2012, il tasso di rischio dei nostri titoli sta aumentando e ha superato i 200 punti rispetto ai bund tedeschi. In sostanza Tremorti deve pagare più interessi per vendere il nostro debito, le nostre cambiali e sta raschiando il barile dei contribuenti, privati e imprese, attraverso Equitalia. Il default greco potrebbe essere la nuova Lehman con al posto delle banche, gli Stati insieme alla banche. Nessuno vuole aprire il nuovo vaso di Pandora, ma forse si è già aperto e nessuno ci ha detto nulla.

Marco Travaglio - UNA RETATA LI SEPPELLIRA'

A furia di sentir parlare di P2, P3, P4, P infinito, c’è il rischio di perdere il senso dell’orientamento. O di assuefarsi. Invece è tutto di una semplicità che sfida monsieur De Lapalisse, anche se i negazionisti travestiti da “riformisti” e “garantisti” fanno di tutto per confonderci le idee. Tutto comincia nel ‘94, quando un ometto che ha costruito le sue fortune sul crimine, grazie anche a mafia e P2, entra in politica nel timore (o certezza) che le sue illegalità vengano scoperte e i 5 mila miliardi di debiti lo portino alla rovina. Negli anni ‘80 ha corrotto politici, funzionari e giudici per diventare monopolista della tv privata e padrone di un bel pezzo di editoria e calcio. E, per corrompere, ha accumulato fondi neri su 64 società offshore costituite dall’avv. Mills. Nei primi anni ‘90 la Guardia di finanza visita alcune sue aziende, rischiando di scoprire il “comparto B”, occulto, del suo gruppo e maneggi con cui, violando la legge Mammì, seguita a controllare Tele+. Se la cosa venisse fuori, lo Stato dovrebbe revocare le concessioni a Canale5, Rete4, Italia1 e per lui sarebbe la fine. Ma i finanzieri vengono corrotti e chiudono un occhio. Così tutto resta sepolto. Nel ‘94 però un giovane sottufficiale rivela al pool Mani Pulite un giro di tangenti per verifiche fiscali addomesticate e saltano fuori anche quelle Fininvest e Tele+. Lui però è già al governo e vara il decreto Biondi per salvare dall’arresto i suoi manager corruttori e i finanzieri corrotti. Poi emergono le prove del suo coinvolgimento e subito un provvidenziale dossier ricattatorio induce Di Pietro a lasciare alla vigilia del suo interrogatorio. Intanto, dai conti esteri di Craxi, affiora una mazzettona di 23 miliardi da All Iberian, capofila del “comparto B” Fininvest. Nei processi Guardia di finanza e All Iberian, testimonia Mills: sa tutto, ma purtroppo dice poco o nulla e viene subito ricompensato con 600 mila dollari da Carlo Bernasconi, fedelissimo e quasi omonimo del nostro. Risultato: per All Iberian B. è colpevole ma prescritto, per Gdf è assolto per insufficienza di prove (sarebbero state più che sufficienti se Mills non fosse stato corrotto, ma avesse detto tutto quel che sapeva). Intanto però Stefania Ariosto ha scoperchiato un altro altarino: le tangenti ai giudici pagate da Previti anche per conto di B. Una è provata in Cassazione: quella per la sentenza che scippò la Mondadori a De Benedetti per regalarla a B. Previti e il giudice Metta condannati, B. prescritto. Ma l’Ingegnere chiede i danni in sede civile e in primo grado vince 750 milioni di euro. Poi c’è una caterva di processi per falso in bilancio. Poi Mills lascia tracce della mazzetta da 600 mila dollari e viene imputato con B. per corruzione. Poi B. deve pure rispondere dei nuovi reati commessi nel frattempo: altri fondi neri targati Mediaset e Mediatrade con triangolazioni nella compravendita dei film in America. I processi per falso in bilancio B. li cancella depenalizzando il suo reato. Per gli altri dimezza la prescrizione con la ex Cirielli, così non si arriverà mai a sentenza definitiva. Ma il guaio è che non riesce a fermarsi e continua a delinquere: pressioni su Rai e Agcom per silenziare Santoro, vagonate di squillo ad Arcore, telefonate in questura per liberare Ruby prima che parli. E, siccome il buon esempio viene dall’alto, anche nell’entourage si ruba a man bassa. Che fare? Legge Alfano, legittimo impedimento, anti-intercettazioni, processo breve, prescrizione lampo, conflitto di attribuzioni alla Consulta. E se in tv, nonostante gli sforzi di Vespa e Minzolingua, si viene a sapere qualcosa? No problem, si chiude Annozero. E se i giudici di Appello e Cassazione confermano il risarcimento all’Ingegnere? C’è la P3 che aggancia giudici a Milano e al Palazzaccio. E se le procure scoprono nuovi reati? In attesa della riforma epocale della giustizia, c’è la P4 che raccoglie notizie segrete e le smista a Palazzo Chigi. Una vita d’inferno. Chi osa accusarlo di non fare nulla da 17 anni si vergogni e arrossisca.

giovedì 16 giugno 2011

Patrick Lepeyre - LA VITA E' BREVE E IL DESIDERIO INFINITO

È un giorno di inizio estate quando squilla il telefono e Nora annuncia il proprio ritorno. Sono passati venticinque mesi, tre settimane e cinque giorni. Ma per lei è come se fossero passate solo due settimane da quando ha lasciato Parigi, quasi che il tempo e l’amore fossero reversibili. Ambigua fin dalle origini – di madre francese e di padre inglese –, aspirante attrice, giovanissima e inquieta, Nora è la donna eternamente sfuggente e inconoscibile. Capace di slanci improvvisi e di fughe inspiegate, nella sua sovrana ingratitudine tiene avvinti a sé due uomini quantomai diversi.
A Parigi la aspetta Louis Blériot, traduttore freelance, quarantenne con il look dell’eterno ragazzo, che vive con la moglie Sabine – una donna colta, intelligente, amorevole – vigliaccamente in attesa che lei lo lasci. Fin dal primo incontro, Nora è stata per lui «la ragazza che gli è destinata», capace di tenerlo in uno stato di eterna sospensione fra «l’angoscia dell’infedeltà e la depressione della fedeltà». A Londra la cerca Murphy Blomdale, operatore finanziario, americano al cento per cento nel suo volontarismo austero e iperattivo, un uomo che legge sant’Agostino e coltiva la rara virtù della pazienza, e che non riesce a convincersi dell’abbandono di Nora, forse perché «qualcosa lo trattiene dal rinunciare a essere felice».
Patrick Lapeyre reinterpreta in chiave contemporanea i temi dell’amore fatale e del triangolo amoroso, tentando di risolvere la delicata equazione della vita e del desiderio. 
"Ora lei è così vicina e Blériot ha la sensazione che se, per disgrazia o distrazione, dovesse chinarsi troppo in avanti, le cadrebbe tra le braccia come un sonnambulo.
Dato che lei sembra attendere una sua reazione, in quel momento si accontenta di toccarle l’orecchio con una mano, senza alcuna volontà cosciente.
Non succede nient’altro. Lei non respinge la sua mano, ma non la afferra neppure, anche se per qualche secondo il suo braccio resta sospeso in aria.
Sono quasi le sei, dice d’un tratto Nora. Sono preoccupata.
Anch’io, dice lui, provando a sua volta un inspiegabile straniamento.
Tornano insieme al punto da cui sono partiti, guardando in direzione del parco e della casa, come sopraffatti da un presentimento.
Che cosa faremo ora? chiede lei con voce sconvolta. Ne hai idea?
Ma Blériot, che non è mai stato così innamorato, è smarrito quanto lei." 

mercoledì 15 giugno 2011

Lauren Kate - PASSION

SOLO VIAGGIANDO NEL TEMPO SI PUÒ AMARE PER SEMPRE.
Luce morirebbe per Daniel: lo ha già fatto decine di volte. Insieme hanno vissuto tante vite, in luoghi e tempi diversi, ma la fine è stata sempre la stessa: lei consumata dalle fiamme e lui con il cuore infranto.
Forse però è possibile spezzare la maledizione che li perseguita. Per scoprirlo, Luce viaggia a ritroso nel tempo e ritrova le sue incarnazioni passate: in Inghilterra, in Cina, in Egitto… Daniel la insegue, e non è l’unico a farlo. Perché se Luce riscrivesse la storia, tutto potrebbe cambiare.

martedì 14 giugno 2011

Chitra Banerjee Divakaruni - RACCONTAMI UNA STORIA SPECIALE

Nove viaggiatori in attesa di partire per l'India si incontrano per caso nell'ufficio visti di una città americana. Non si conoscono, e mai si sarebbero conosciuti se un'improvvisa scossa di terremoto non facesse crollare l'edificio.
Per sopravvivere dovranno condividere ciò che di più prezioso nascondono: le loro storie, il segreto che li ha portati lì, la cosa speciale del loro passato che, forse, salverà loro la vita.
Ogni pagina di questo libro sembra rivolgere al lettore la stessa domanda: e tu quale «storia speciale» hai da raccontare?

lunedì 6 giugno 2011

Guido Ceronetti - TI SALUTO MIO SECOLO CRUDELE

Il secolo Ventesimo è un gorgo di eventi, immagini e persone, un tornado che ci ha travolti e non più posati a terra. Chi meglio di Guido Ceronetti potrebbe raccontarne la vertigine?
Da Marilyn Monroe, che ha segnato l'epoca con la sua nociva bellezza, al fotografo McCullin, che attraverso la sua macchina spiava la fessura di un mistero doloroso.
Dal delitto Manson a quello di Novi Ligure.
Dalla distruzione dei due Buddha di Bamiyan al crollo delle Torri gemelle, giorno in cui il secolo esaurisce «il suo respiro stracco di moribonda risacca».

giovedì 2 giugno 2011

Andrea Camilleri - IL GIOCO DEGLI SPECCHI

In un deposito qualcuno ha messo una bomba. Sembra una storia di pizzo non pagato ma il magazzino era vuoto da tempo; dunque? L’interesse di Montalbano & C. si concentra sugli abitanti della casa a fianco, un condominio abitato anche da alcuni pregiudicati: Carlo Nicotra, che gestisce lo spaccio di droga per conto dei Sinagra, e Stefano Tallarita, attualmente in carcere, al servizio proprio di Nicotra. A duecento metri dalla casa di Marinella c’è un altro villino, quasi uguale a quello di Montalbano. Per anni vuoto, ora sono andati ad abitarci i Lombardo. Lui è rappresentante di computer e viaggia per tutta la Sicilia; lei, Liliana lavora in un negozio di Montelusa. Una mattina Liliana Lombardo rimane in panne: niente di più naturale che il vicino, Salvo Montalbano, le dia un passaggio. Quello dell’auto sembra un semplice guasto, ma il meccanico nota che il motore è stato manomesso. Si incrociano due storie apparentemente distanti che però finiscono per intersecarsi. Il legame tra le due vicende è il giovane Arturo Tallarita, commesso nello stesso negozio in cui lavora Liliana. La vicinanza delle due case a Marinella, l’avvenenza di Liliana, la vicenda oscura dell’automobile manomessa, la presenza di una misteriosa Volvo nella trazzera: tutto concorre a far drizzare le antenne a Montalbano, per di più molto attratto da Liliana che sembra far di tutto per imbastire una storia col commissario. In tutte queste storie c’è qualcosa che non funziona, una nota discordante. Come in un gioco di specchi qualcuno vuole confondere Montalbano: la bomba davanti al deposito, le lettere anonime che indirizzano verso piste improbabili, un proiettile nella carrozzeria dell’auto dello stesso commissario. Molto prima che si abbia sentore di un delitto, tutto sembra scorrere nel più normale dei modi, ma proprio in questa apparente normalità sentiamo la tensione insinuarsi con una forza mai vista nei romanzi di Montalbano.

mercoledì 1 giugno 2011

Sándor Márai - IL GABBIANO

Quando la giovane donna che ha chiesto udienza entra nel suo ufficio, il consigliere di Stato ha una reazione bizzarra: una violenta ilarità si diffonde nelle sue membra come un formicolio. "È così che deve ridere il diavolo» pensa l'alto funzionario "quando si rende conto ... che il suo volto ... somiglia – sia pure in modo deforme e orrendo, vago e terribile – a quello di Dio». Perché la splendida creatura che gli sta davanti è il doppio perfetto di colei che anni prima, nella penombra di una stanza, gli aveva chiesto, con voce lievemente roca, citando Lord Lyttelton: "Tell me, my Heart, if this be Love?». Poco tempo dopo quella donna si era uccisa – per amore di un altro. E adesso è tornata, pensa l'uomo: adesso che lui, a quarantacinque anni, comincia a sentirsi vecchio; ed è tornata proprio nel giorno in cui egli ha appena controfirmato un documento che getterà il suo paese nella tragedia della guerra. Ma la giovane seduta di fronte a lui gli dice di venire dal Nord e di chiamarsi Aino Laine: un nome che in finlandese significa Unica On­da. Che cosa vuole? Un permesso di soggiorno, dice... Eppure, forse, non tutto è così limpido, e il consigliere lo scoprirà al termine di una lunga notte in cui quella donna, comparsa all'improvviso nella sua vita come un gabbiano planato da lontananze boreali (uccelli voraci, i gabbiani, dotati di una straordinaria energia, e di occhi grigioverdi, simili a quelli di Aino), si mostrerà più ambigua e indecifrabile di quanto lui avesse immaginato – e gli svelerà qualcosa di sorprendente sull'unicità delle creature umane. Ancora una volta – come nelle Braci, come in Divorzio a Buda – al centro di questo enigmatico romanzo troviamo un triangolo amoroso, che Márai ci narra con quella carezzevole e crudele mae­stria che è soltanto sua.