Il romanzo di esordio della australiana Rebecca James (1970) aspira a diventare un best seller planetario, almeno a sentire stampa e pubblicità. A me è piaciuto poco, pur riconoscendo che ha parecchie qualità. La scelta di entrare nel mondo degli adolescenti di Sidney, di cui poco sappiamo, e di spiegarne stili di vita, dinamiche dei rapporti familiari e amicali, ambizioni e gusti è certamente interessante; tuttavia la intera vicenda, incentrata sul rapporto tra due coetanee quasi diciottenni, alla viglilia della maturità nel liceo Drummond, Katherine e Alice, si perde in una serie di rivoli e di retroscena che hanno tragicamente condizionato le vite delle due ragazze.
Katherine è fuggita da Melbourne in seguito alla orribile disgrazia che è costata la morte della sorella Rachel, appena quattordicenne, stuprata ed uccisa in circostanze oscure e di cui essa stessa è stata considerata in un primo momento parzialmente colpevole; Alice, bellissima, ricchissima, piena di fascino seduttivo, si avvicina a Katherine e la sceglie come amica del cuore condividendo con lei e con il suo boy friend Robbie momenti spensierati che sembrano far dimenticare a Katherine i suoi incubi e i sensi di colpa che le impediscono di vivere. La storia si evolve rapidamente con continui colpi di scena: Alice non è quella che appare, è invece malvagia e instabile, capace di colpire a fondo la stessa Katherine, di cui diventa presto una vera persecutrice. Il romanzo procede alternando la voce di Katherine che parla al presente e il fiume dei ricordi che ne hanno devastato la giovane esistenza.
Il lieto fine arriva dopo una serie di vicende tragiche che rendono il libro davvero un po’ troppo melodrammatico, rivelandoci una società fragile e incapace di dare una senso di realtà ai suoi giovani: due diciassettenni vengono raccontate come adulte consumate, capaci di affrontare e di gestire vicende da cronaca nera con disinvolta spregiudicatezza, nella quasi assenza degli adulti. Le figure genitoriali sono poco più che comparse, piene di problemi irrisolti o vittime a loro volta di vite irrisolte: non esistono insegnanti o figure di riferimento per questi giovani sbandati, e i soli due personaggi positivi, Robbie e Philippa, hanno poco più di venti anni. Sarà proprio così la vita in una moderna e civilissima metropoli australiana? Mi auguro che sia solo un romanzo!
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