Delphine de Vigan (Boulogne-Billancourt, 1 marzo 1966) è una scrittrice francese.
È l'autrice di quattro romanzi,il cui ultimo è stato coronato, nel 2007, dal Prix des libraires. Dopo diversi piccoli impieghi, ha occupato a Alfortville un posto come quadro in un istituto di ricerche di mercato. Oggi è madre di due bambini e scrittrice a tempo pieno dal 2007.
Il suo primo romanzo, Giorni senza fame è stato pubblicato nel 2001 dalle edizioni Grasset sotto lo pseudomino di Lou Delvig : si tratta di un romanzo autobiografico sulla battaglia e la guarigione di un' anoressica di 19 anni.
Delphine de Vigan ha pubblicato in seguito, nel 2005, col suo nome Les jolis garçons,breve romanzo (150 pagine) costituito dalle tre storie di una giovane donna, Emma. Poi, scavando nel tema delle difficoltà amorose e della memoria, ha pubblicato nel 2006 Una sera di dicembre,che ha ottenuto il Prix littéraire Saint-Valentin nel 2006.
Esplorando un nuovo tema, Gli effetti secondari dei sogni è stato pubblicato nel 2007. Questo cosiddetto romanzo morale tratta della storia di un'adolescente superdotata che aiuta una giovane senzatetto; vince il premio del Rotary internazionale 2008 e il premio dei librai. È stato tradotto in venti lingue e si progetta un adattamento per il cinema.
Nel 2008, Delphine de Vigan a partecipato alla pubblicazione di Sotto il cappotto ,una raccolta di cartoline erotiche degli anni folli.
Thibault ha quarant'anni, è single, fa il medico d'urgenza a Parigi, gira la città da un capo all'altro per visitare pazienti malati, in fondo, nient'altro che di solitudine. La sua vita è così, "una vista panoramica sull'entità del disastro". E all'alba del 20 maggio ha appena lasciato la donna con cui stava, senza sapere bene perché. Forse solo per la paura di perderla. Comunque l'ha fatto. Anche Mathilde ha quarant'anni. Rimasta sola con tre figli, si occupa di marketing in una multinazionale. Da qualche tempo ha perso il sonno perché qualcuno ha deciso che è incompatibile con le strategie dell'azienda e la sta mettendo fuori con sottile, implacabile violenza. Ha delle colpe? O non è forse che l'azienda si è trasformata "in un luogo di abuso, di tradimento e mediocrità"?
Certo è che Mathilde al fondo non vuole cedere. Comunque deve fare qualcosa. E lo farà. Anche per lei il 20 maggio è una data fatidica. Mathilde e Thibault non si conoscono, ma condividono molte cose: quell'improvviso vuoto interiore, quella certezza di aver perso e di non aver più niente da perdere, quella voglia di non umiliarsi ulteriormente. E la sensazione che stia per succedere qualcosa, il sogno di un amore, di una persona "che non abbia paura delle lacrime dietro il sorriso, né del sorriso tra le lacrime". In una Parigi che opprime con le sue finzioni e con l'illusione di una facile promiscuità, Mathilde e Thibault in quel 20 maggio fatalmente si incrociano, si sfiorano, si guardano.
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