La biografia del misterioso e inafferrabile leader dei Talebani che da dieci anni tiene in scacco il più potente e tecnologico esercito del mondo. Una storia che inizia con un ragazzo diciottenne che si batte contro gli invasori sovietici e in battaglia viene ferito irrimediabilmente a un occhio, se lo strappa, si benda da sé e torna a combattere. Che prosegue con quattro ragazzi, Omar, Ghaus, Hassan e Rabbani, che sulla piazza del loro povero villaggio, Singesar, decidono di fare qualcosa contro le prepotenze, gli abusi, le violenze, gli stupri, gli assassinii dei "signori della guerra" che, impegnati in una feroce lotta per il potere, agiscono nel più pieno arbitrio. Nasce così il movimento talebano che nel giro di soli due anni (1994-96), grazie all'appoggio della popolazione, sconfiggerà i "signori della guerra" riportando l'ordine e la legge, sia pur una dura legge, la sharia, nel Paese di cui Omar diventerà la guida. Ne vien fuori il ritratto di un uomo singolare, riservato, di poche parole ma attento a quelle degli altri, timido, quasi umile, e anche per questo adorato dai suoi, ma per nulla cupo, ironico e sarcastico, che arrivato al potere continuerà a condurre la vita spartana di sempre e non lo userà per arricchirsi o ritagliarsi privilegi ma per inseguire un suo sogno. Quello di un Afghanistan finalmente unificato e pacificato, lontanissimo dagli stili di vita dell'Occidente. Fini legge inoltre la guerra in corso in Afghanistan come la lotta dell'uomo contro la macchina, dell'uomo contro il potere del denaro che crede di poter tutto comprare, e corrompere, anche valori molto diversi dai suoi, ma forse altrettanto degni di essere vissuti, e per difendere i quali c'è chi, come il Mullah Omar e i suoi giovani Talebani, è disposto a battersi e a morire.
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