Fin dagli esordi dell’umanità, la volta stellata è sempre stata la culla di dèi e cosmogonie, racconti per esorcizzare il mistero della vita e della morte. Nel contempo, in ogni civiltà, alla visione religiosa del mondo si sono contrapposte menti curiose che hanno cercato spiegazioni razionali dei fenomeni naturali e celesti.
Questo libro racconta come si è evoluta la nostra capacità di leggere il cielo e con essa la visione scientifica del mondo, dagli astronomi della Grecia classica alla nascita della scienza moderna con Galileo e Keplero, alle scoperte di Newton, per arrivare all’astronomia e alla fisica quantistica dopo le rivoluzioni del Novecento. Ci pone di fronte ai problemi cui ancora la scienza non sa rispondere: l’origine dell’universo e della vita. Ci interroga sulla natura del nostro universo: è tutto ciò che esiste? È finito o infinito nel tempo e nello spazio? È uno fra tanti? Com’è possibile che da una caotica zuppa di particelle elementari si sia originato il Cosmo gerarchicamente ordinato in stelle e galassie, dai cui elementi è nata la vita biologica evolutasi fino ad arrivare a quello straordinario strumento di conoscenza che è il cervello umano? A tanta meraviglia si può rispondere invocando un Creatore, oppure accettando la bellezza di un mondo governato dalle leggi della materia, senza altri fini.
Margherita Hack, che non fa mistero del suo ateismo disincantato, nel guidarci in questo viaggio negli enigmi dell’universo e della vita, ci mostra i pregi e i limiti dei due approcci: la scienza cerca di spiegare il «come», la fede pretende di rivelare il «perché» delle cose. Il primo approccio soddisfa chi vuole capire bene quali leggi reggono il mondo; il secondo soddisfa chi ha bisogno di credere che il mondo sia fatto per un Bene superiore. Nelle sue riflessioni, la Hack non offre risposte definitive, che la scienza forse non potrà mai dare, ma delinea la visione non consolatoria di un mondo che non ha bisogno di Dio per reggersi, in cui il miracolo più grande è la capacità della mente di schiuderci le frontiere dell’infinito.
Questo libro racconta come si è evoluta la nostra capacità di leggere il cielo e con essa la visione scientifica del mondo, dagli astronomi della Grecia classica alla nascita della scienza moderna con Galileo e Keplero, alle scoperte di Newton, per arrivare all’astronomia e alla fisica quantistica dopo le rivoluzioni del Novecento. Ci pone di fronte ai problemi cui ancora la scienza non sa rispondere: l’origine dell’universo e della vita. Ci interroga sulla natura del nostro universo: è tutto ciò che esiste? È finito o infinito nel tempo e nello spazio? È uno fra tanti? Com’è possibile che da una caotica zuppa di particelle elementari si sia originato il Cosmo gerarchicamente ordinato in stelle e galassie, dai cui elementi è nata la vita biologica evolutasi fino ad arrivare a quello straordinario strumento di conoscenza che è il cervello umano? A tanta meraviglia si può rispondere invocando un Creatore, oppure accettando la bellezza di un mondo governato dalle leggi della materia, senza altri fini.
Margherita Hack, che non fa mistero del suo ateismo disincantato, nel guidarci in questo viaggio negli enigmi dell’universo e della vita, ci mostra i pregi e i limiti dei due approcci: la scienza cerca di spiegare il «come», la fede pretende di rivelare il «perché» delle cose. Il primo approccio soddisfa chi vuole capire bene quali leggi reggono il mondo; il secondo soddisfa chi ha bisogno di credere che il mondo sia fatto per un Bene superiore. Nelle sue riflessioni, la Hack non offre risposte definitive, che la scienza forse non potrà mai dare, ma delinea la visione non consolatoria di un mondo che non ha bisogno di Dio per reggersi, in cui il miracolo più grande è la capacità della mente di schiuderci le frontiere dell’infinito.
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