Al numero 44 di Scotland Street ci sono
grandi cambiamenti. Domenica è partita
per lo stretto di Malacca con l’intento di
condurre una ricerca antropologica sui
pirati e a occupare l’appartamento del
quarto piano è arrivata la sua amica Antonia.
Bruce si è trasferito a Londra e
Pat, la sua simpatica inquilina, ha dovuto
cambiare casa. Dopo ben due anni
sabbatici, ha finalmente cominciato a
frequentare l’università, dove conosce
l’ennesimo ragazzo sbagliato... E il povero
Matthew? Sempre innamorato di
lei. Chissà che stavolta non venga ricambiato.
Ma per fortuna c’è anche chi non si è
spostato di un centimetro. Angus Lordie
e il suo cane Cyril frequentano ancora le
strade e i bar della New Town edimburghese,
ma sentono la mancanza di Domenica
e non legano affatto con l’intellettuale
Antonia. Il piccolo Bertie, sassofonista
prodigioso che a sei anni parla
correntemente l’italiano, continua a deliziare
i vicini con le note di As Time
Goes By, mentre la madre Irene è quasi
giunta al termine di una seconda gravidanza
che ne ha esasperato il carattere
non facile.
In compagnia di questi e di moltissimi altri
esuberanti personaggi – un architetto
australiano, una giovane suora, un gruppo
di studenti francesi – Alexander
McCall Smith ci invita a seguirlo ancora
una volta alla scoperta di Edimburgo e
dei suoi segreti.
UN BRANO
"Se c’erano stati dei cambiamenti all’ultimo piano del numero 44 di
Scotland Street, con la partenza di Domenica e l’arrivo di Antonia,
nella palazzina ce n’erano stati anche altri.
Sul pianerottolo più alto, di rimpetto alla porta di Domenica, c’era
l’appartamento che era stato di Bruce Anderson, il quale aveva lasciato
Edimburgo per trasferirsi a Londra nella speranza di trovare a Chelsea o
Fulham quello che gli sembrava mancare alla sua vita scozzese. Pat era
la sua inquilina, ma se n’era andata quando Bruce aveva messo
l’appartamento sul mercato e l’aveva poi venduto a un giovane architetto
trasformatosi in immobiliarista. Al piano sotto, Irene e Stuart Pollock
non si erano trasferiti, garantendo quindi la continuità necessaria
alla memoria collettiva dell’edificio. Era una delle caratteristiche che
rendevano speciali quelle vie di Edimburgo; a differenza di tante altre
città, dove la gente andava e veniva senza lasciare traccia, le strade e
le case della New Town tramandavano una storia orale che poteva
sopravvivere per trenta, quaranta e perfino cinquant’anni. Gli inquilini
ricordavano chi ci aveva vissuto, cosa faceva e dove se n’era andato.
Si coltivava un senso di appartenenza. Era il desiderio di far parte di
un luogo dotato di caratteristiche e di un volto propri."
venerdì 2 novembre 2012
mercoledì 31 ottobre 2012
Roberto Costantini - ALLE RADICI DEL MALE
Tripoli, anni Sessanta. Quella
dell’irrequieto e ribelle Mike Balistreri è un’adolescenza tumultuosa
come il ghibli che spazza il deserto. Sullo sfondo di una Libia
postcoloniale, preda degli interessi dell’Occidente per i suoi
giacimenti petroliferi, gli anni giovanili di Mike sono segnati dalle
morti irrisolte della madre Italia e della piccola Nadia, da due amori
impossibili, uno intessuto di purezza e uno intriso di desiderio e di
rabbia, dal coinvolgimento in un complotto contro Gheddafi, e da un
patto di sangue che inciderà a fondo sia la pelle che l'anima a lui e ai
suoi tre migliori amici.
Roma, settembre 1982. Reduce
dall’esito catastrofico del caso Sordi, il giovane commissario
Balistreri di notte si stordisce con il sesso, l'alcol e il poker e di
giorno indaga svogliatamente sulla morte di Anita, una studentessa
sudamericana assassinata subito dopo il suo arrivo nella Capitale. Per
gratitudine verso chi gli ha salvato la carriera, è anche costretto a
vegliare sulla scapestrata Claudia Teodori, che agli albori della
televisione commerciale sembra lanciata verso una luminosa carriera di
starlette.
Ma Nadia, Anita e Claudia sono
legate da un filo invisibile, seguendo il quale Michele Balistreri sarà
costretto a calarsi nelle zone più buie del suo passato, quei giorni "di
sabbia e di sangue" con cui non ha mai chiuso del tutto i conti, in un
cammino lungo il quale l’amore, l’amicizia, i sogni e gli ideali si
scontrano con la ricerca di verità dolorose, nell’impossibilità costante
di distinguere chi tradisce da chi è tradito. Alla fine sarà una
ragazza, incompresa e coraggiosa, a condurlo per mano fino alle radici
del Male.
Evie Blake - VALENTINA E LA CAMERA OSCURA
“Valentina non ama il passato. Non
ha mai capito perché, nelle relazioni, i suoi coetanei siano così
ossessionati dalla trasparenza a tutti i costi, dal bisogno di riesumare
la propria storia personale e di condividerla con l’amante, dal modo in
cui così tante ragazze cercano la compassione dei loro fidanzati, per
manipolarli. Fare la vittima è l’ultima cosa che desidera. No, meglio
non guardarsi mai indietro, meglio mantenere sempre un velo di mistero.
Ognuno deve tenere i propri segreti per sé. È sempre stato il suo motto.
Eppure...”
Quella mattina, però, prima di partire per uno dei suoi misteriosi viaggi di lavoro, Theo le lascia uno strano regalo. Si tratta di un libro contenente una serie di negativi degli anni venti che ritraggono una donna in pose piuttosto erotiche.
Che significato hanno? Qual è la storia di quella donna e che cosa le vuole dire Theo lasciandola sola con quelle foto?
Quando viene chiamata per realizzare un servizio fotografico nella dark room di un club, il gesto di Theo sembra quasi un segnale: un invito a lasciarsi andare e a esplorare le forme più oscure e inimmaginabili di desiderio, una strada pericolosa, da cui Valentina è stata sempre terribilmente attratta.
Con una tensione erotica che cresce in ogni pagina, Valentina e la camera oscura è un viaggio in cui si raccontano i risvolti più reconditi e potenti dell’animo femminile: il sesso, la seduzione, l’amore, la violenza, il mistero...
Dietro le fragili apparenze del quotidiano, si nasconde la camera oscura dell’amore e del desiderio.
Valentina, bella e seducente fotografa di moda, si aggira nell’ampio
appartamento milanese dove convive con il compagno Theo. Da qualche
tempo è particolarmente inquieta perché sente che la sua relazione è
vicinissima a una svolta: Theo infatti preme perché siano una vera
coppia, mentre lei ha paura di perdere la sua libertà e non riesce ad
abbandonarsi completamente a lui.Quella mattina, però, prima di partire per uno dei suoi misteriosi viaggi di lavoro, Theo le lascia uno strano regalo. Si tratta di un libro contenente una serie di negativi degli anni venti che ritraggono una donna in pose piuttosto erotiche.
Che significato hanno? Qual è la storia di quella donna e che cosa le vuole dire Theo lasciandola sola con quelle foto?
Quando viene chiamata per realizzare un servizio fotografico nella dark room di un club, il gesto di Theo sembra quasi un segnale: un invito a lasciarsi andare e a esplorare le forme più oscure e inimmaginabili di desiderio, una strada pericolosa, da cui Valentina è stata sempre terribilmente attratta.
Con una tensione erotica che cresce in ogni pagina, Valentina e la camera oscura è un viaggio in cui si raccontano i risvolti più reconditi e potenti dell’animo femminile: il sesso, la seduzione, l’amore, la violenza, il mistero...
martedì 30 ottobre 2012
Daria Bignardi - L'ACUSTICA PERFETTA
Arno e Sara si incontrano da ragazzini e istintivamente si amano. Un
pomeriggio d'estate lei lo lascia, dicendogli che "le piacciono gli
amori infelici". Si ritrovano molti anni dopo, decidono di sposarsi:
sono allegri, innamorati, sembrano felici. Arno è convinto di darle
tutto se stesso e non si spiega le malinconie e le bugie che affiorano
poco a poco. In fondo, la sua vita gli piace così com'è: suona il
violoncello alla Scala, ha avuto tre figli dalla donna della sua vita,
non si fa domande. Ma il disagio di Sara col tempo aumenta, finché una
mattina Arno non sarà costretto da un evento inconcepibile a chiedersi
chi è davvero la persona con cui ha vissuto tredici anni, la donna che
ama da sempre. Con titubanza, inizia a seguire una pista di ferite
giovanili e passioni soffocate e, con crescente sgomento, ritrova il
bandolo di storie insospettabili.
Può una donna restare con un uomo che pensa di amarla ma non ha mai voluto conoscerla davvero? Può un uomo accettare che sua moglie non si fidi di lui? Si può vivere senza esprimere se stessi? E come incide il dolore nelle nostre vite? Abbiamo tutti le stesse carte in mano?
Costruito secondo la vertiginosa spirale di una fuga, L'acustica perfetta ha la delicatezza di un romanzo di formazione - la formazione di un uomo adulto, di un amore - e la rapinosa potenza di un romanzo d'indagine.
Daria Bignardi dà voce a uno straordinario protagonista maschile, attraverso le cui parole si compone, tassello dopo tassello, il ritratto di una donna inquieta e vibrante. Un percorso verso la verità che si cela al fondo di ogni relazione, verso il cuore buio che ciascuno di noi protegge anche dalle persone amate, un viaggio nel profondo, dentro i silenzi e i segreti delle nostre vite. Fino all'imprevedibile finale.
Può una donna restare con un uomo che pensa di amarla ma non ha mai voluto conoscerla davvero? Può un uomo accettare che sua moglie non si fidi di lui? Si può vivere senza esprimere se stessi? E come incide il dolore nelle nostre vite? Abbiamo tutti le stesse carte in mano?
Costruito secondo la vertiginosa spirale di una fuga, L'acustica perfetta ha la delicatezza di un romanzo di formazione - la formazione di un uomo adulto, di un amore - e la rapinosa potenza di un romanzo d'indagine.
Daria Bignardi dà voce a uno straordinario protagonista maschile, attraverso le cui parole si compone, tassello dopo tassello, il ritratto di una donna inquieta e vibrante. Un percorso verso la verità che si cela al fondo di ogni relazione, verso il cuore buio che ciascuno di noi protegge anche dalle persone amate, un viaggio nel profondo, dentro i silenzi e i segreti delle nostre vite. Fino all'imprevedibile finale.
mercoledì 24 ottobre 2012
Daniel Pennac - STORIA DI UN CORPO
3 agosto 2010. Tornata a casa dopo il funerale del padre, Lison si vede
consegnare un pacco, un regalo post mortem del defunto genitore: è un
curioso diario del corpo che lui ha tenuto dall’età di dodici anni fino
agli ultimi giorni della sua vita. Al centro di queste pagine regna, con
tutta la sua fisicità, il corpo dell’io narrante che ci accompagna nel
mondo, facendocelo scoprire attraverso i sensi: la voce stridula della
madre anaffettiva, l’odore dell’amata tata Violette, il sapore del caffè
di cicoria degli anni di guerra, il profumo asprigno della merenda
povera a base di pane e mosto d’uva. Giorno dopo giorno, con poche righe
asciutte o ampie frasi a coprire svariate pagine, il narratore ci
racconta un viaggio straordinario, il viaggio di una vita, con tutte le
sue strepitose scoperte, con le sue grandezze e le sue miserie: orgasmi
potenti come eruzioni vulcaniche e dolori brucianti, muscoli felici per
una lunga camminata attraverso Parigi e denti che fanno male,
evacuazioni difficili e meravigliose avventure del sonno.
Con la curiosità e la tenerezza del suo sguardo attento, con l’amore pudico con cui sempre osserva gli uomini, Pennac trova qui le parole giuste per raccontare la sola storia che ci fa davvero tutti uguali: grandiose e vulnerabili creature umane.
Con la curiosità e la tenerezza del suo sguardo attento, con l’amore pudico con cui sempre osserva gli uomini, Pennac trova qui le parole giuste per raccontare la sola storia che ci fa davvero tutti uguali: grandiose e vulnerabili creature umane.
venerdì 19 ottobre 2012
Marco Silvestrin - IERI E MAI PIU' - Poesie
In Ieri e mai più Marco Silvestrin racconta un amore adolescenziale
destinato a marchiare gli anni a venire dell’io maschile. Lo fa,
spavaldamente, non con una raccolta di poesie ma con una narrazione in
poesia.
Si parla di un ricordo d’amore che resiste, ossessiona e non passa. Una lunga canzone indirizzata a chi ha avuto la grazia (o la disgrazia?) di conoscere un amore pieno nell’adolescenza. Questa specie d’amore è brace inestinguibile, tenace e letale, soprattutto se la dolcezza del sentimento è penetrata nelle fibre del quotidiano, ha messo radici fra gli affetti famigliari; se è andata oltre l’avventura, l’ebbrezza effimera dell’eros giovanile.
Si parla di un ricordo d’amore che resiste, ossessiona e non passa. Una lunga canzone indirizzata a chi ha avuto la grazia (o la disgrazia?) di conoscere un amore pieno nell’adolescenza. Questa specie d’amore è brace inestinguibile, tenace e letale, soprattutto se la dolcezza del sentimento è penetrata nelle fibre del quotidiano, ha messo radici fra gli affetti famigliari; se è andata oltre l’avventura, l’ebbrezza effimera dell’eros giovanile.
giovedì 18 ottobre 2012
Anthony C. Grayling - IL BUON LIBRO
Il Buon Libro è un libro certamente
unico al mondo. Esso intende «aiutare
e guidare, consigliare, informare,
ammonire e consolare, e soprattutto
sostenere la luce della mente e del cuore
dell’uomo contro le ombre della vita»,
ispirandosi in questo alla Bibbia cristiana
ed ebraica, al Corano e agli altri libri
sacri delle grandi religioni.
Ma a differenza di quelli, «non esige
l’accettazione di un credo o l’obbedienza
a ordini, non impone obblighi né
minaccia castighi». È nato com’è nata
la Bibbia: componendo e modificando
testi scritti in un lungo lasso di tempo –
nel caso del Buon Libro, tremila anni
circa. Ma la Bibbia fu messa insieme
da moltissime mani: il Buon Libro dal solo
Anthony C. Grayling, fra i più apprezzati
e popolari filosofi inglesi.
I quattordici libri che lo costituiscono – dalla Genesi ai Canti, dalle Parabole alle Epistole, dalle Consolazioni a Il bene – sono letteralmente «fatti» da oltre mille testi, di parecchie centinaia di autori fra i maggiori saggi, letterati artisti d’Occidente e d’Oriente, dall’antichità fino alle soglie del Novecento. Grayling ha distillato i loro insegnamenti, le loro intuizioni, i loro consigli, le loro vicende umane, le loro tragedie, i loro desideri, il loro amore e il loro dolore in una sola Bibbia, umanista e laica.
In un’epoca in cui a molti le religioni non sono più in grado di parlare, e la filosofia parla a pochi e si occupa poco della vita, Il Buon Libro è un libro per tutti. Composto dall’umile telaio di un infaticabile e ispirato tessitore, «le sue parole sono di penne poderose, i pensieri di devoti del giusto e del vero. È un testo realizzato da tutti i tempi per tutti i tempi, che aspira al bene dell’umanità e del mondo».
"Nel giardino c’è un albero. In primavera fiorisce, in autunno dà frutti.
Il suo frutto è la conoscenza, insegna al buon giardiniere come
comprendere il mondo. Da esso egli apprende che l’albero si sviluppa
dal seme all’arboscello, dall’arboscello alla maturità, finalmente pronto
a offrire altra vita; e dalla maturità fino alla vecchiaia e al silenzio,
da cui ritorna agli elementi delle cose... Così tutte le cose sono raccolte
in una: l’universo naturale, nel quale stanno tanti mondi: le sfere di luce
in un’immensità di spazio e tempo, e tra esse i satelliti, su uno
dei quali sta una parte della natura che rispecchia in sé la natura,
e può ponderare la propria bellezza e il proprio significato e cercare
di comprenderla: il genere umano."
I quattordici libri che lo costituiscono – dalla Genesi ai Canti, dalle Parabole alle Epistole, dalle Consolazioni a Il bene – sono letteralmente «fatti» da oltre mille testi, di parecchie centinaia di autori fra i maggiori saggi, letterati artisti d’Occidente e d’Oriente, dall’antichità fino alle soglie del Novecento. Grayling ha distillato i loro insegnamenti, le loro intuizioni, i loro consigli, le loro vicende umane, le loro tragedie, i loro desideri, il loro amore e il loro dolore in una sola Bibbia, umanista e laica.
In un’epoca in cui a molti le religioni non sono più in grado di parlare, e la filosofia parla a pochi e si occupa poco della vita, Il Buon Libro è un libro per tutti. Composto dall’umile telaio di un infaticabile e ispirato tessitore, «le sue parole sono di penne poderose, i pensieri di devoti del giusto e del vero. È un testo realizzato da tutti i tempi per tutti i tempi, che aspira al bene dell’umanità e del mondo».
UN BRANO |
Andrea Camilleri - UNA VOCE DI NOTTE
Tutto congiura perché Montalbano prenda atto del proprio compleanno e,
bravando e brontolando, si lasci ferire dalla ruvida evidenza dei suoi
cinquantotto anni. Soliloquista e monologatore, il commissario di Vigàta
scivola talvolta in una dimensione immaginativa di minacciosa
intensità, ma sa come governare la giostra che il mondo gli fa intorno e
deludere i toni di urgenza e le intimazioni di resa. Nuovi accidenti e
strani, vili crudeltà e ampie atrocità, messinscene squallide o di
fastosa turpitudine, si incastrano capziosamente in un gioco di scatole
cinesi irto di replicazioni. Tutto comincia con il furto degli incassi
in un supermercato. Seguono a valanga, come per una reazione a catena,
delitti di crescente impatto. Il medico legale, Pasquano, ha il suo da
fare fra tanto aroma di sangue. È burbero come sempre, nei suoi larghi
giri di indisponenza; ma è cauteloso come mai. Si fiuta aria
d’intimidazione tutt’attorno. Si intuisce un disegno criminale guidato,
con mano di ghiaccio e cinica impudicizia, lungo la zona d’ombra nella
quale il potere politico convive e si confonde con quello del malaffare e
della mafia: non senza i dimenamenti, le scorrettezze o le connivenze,
più o meno attive, persino di alcune autorità preposte al rispetto della
legge. Lo stesso Montalbano, che è un rigoroso supervisore di dettagli e
ha esatta intuizione scenica, è indotto a una cordialità cauta con i
superiori ipocriti e pelosamente prudenti. Padroneggia più trucchi e
oppone falsità a falsità, con qualche geniale furfantaggine.
Si imbatte in un sogno, Montalbano, che gli è rimasto attaccato alle palpebre. La sua devozione cinematografica vi riconosce lo spezzone di un film di Brian De Palma con le atmosfere thrilling della Chicago corrotta e violenta di Al Capone. Il film è il remake di un serial televisivo. Il sogno è un remake di secondo grado, che fa il verso al citazionismo del regista (e dello stesso Camilleri, che intitola il romanzo con il rivolgimento parodico della serenata napoletana Voce ’e notte). Montalbano è come l’agente governativo del film. Ha anche lui una squadra di tre poliziotti «intoccabili» che lavorano d’intesa. Della squadra, insieme a Fazio con il suo portatile archivio genealogico, e ad Augello, zelante quanto suscettibile, fa parte a pieno titolo il telefonista Catarella: l’elettrizzato folletto della scienza tecnologica messa al servizio delle indagini, cui non nuocciono esilaranti frappa menti e sfracelli linguistici.
Montalbano non trattiene lo sdegno davanti alla Chicago di Al Capone, che dilaga in terra italica. Fa sua l’irritata impazienza di Cicerone contro Catilina. E rimodula in vigatese l’antica requisitoria latina: «In quale parte del mondo ci troviamo? Quale governo abbiamo? In quale città viviamo?». Salvatore Silvano Nigro
Si imbatte in un sogno, Montalbano, che gli è rimasto attaccato alle palpebre. La sua devozione cinematografica vi riconosce lo spezzone di un film di Brian De Palma con le atmosfere thrilling della Chicago corrotta e violenta di Al Capone. Il film è il remake di un serial televisivo. Il sogno è un remake di secondo grado, che fa il verso al citazionismo del regista (e dello stesso Camilleri, che intitola il romanzo con il rivolgimento parodico della serenata napoletana Voce ’e notte). Montalbano è come l’agente governativo del film. Ha anche lui una squadra di tre poliziotti «intoccabili» che lavorano d’intesa. Della squadra, insieme a Fazio con il suo portatile archivio genealogico, e ad Augello, zelante quanto suscettibile, fa parte a pieno titolo il telefonista Catarella: l’elettrizzato folletto della scienza tecnologica messa al servizio delle indagini, cui non nuocciono esilaranti frappa menti e sfracelli linguistici.
Montalbano non trattiene lo sdegno davanti alla Chicago di Al Capone, che dilaga in terra italica. Fa sua l’irritata impazienza di Cicerone contro Catilina. E rimodula in vigatese l’antica requisitoria latina: «In quale parte del mondo ci troviamo? Quale governo abbiamo? In quale città viviamo?». Salvatore Silvano Nigro
Arto Paasilinna - SANGUE CALDO, NERVI D'ACCIAIO
Linnea Lindeman,
pescatrice infaticabile, cacciatrice di foche, levatrice, oltre che
sciamana e onorata divinatrice, una ventosa giornata d’autunno, in mezzo
al mare in tempesta, ha una visione: nel 1918, in una Finlandia che ha
da poco conquistato l’indipendenza, scoppierà la guerra civile. E quello
stesso anno nascerà Antti Kokkoluoto, un uomo destinato a formidabili
imprese, un eroe dal sangue caldo e dai nervi d’acciaio come vuole la
tradizione dei grandi finlandesi, la cui esistenza attraverserà tutto il
Novecento, per spegnersi solo il 12 luglio 1990. Forte della profezia
di lunga vita, Antti si lancerà spavaldo nelle avventure più folli, da
mercante di cavalli sulle orme del padre Tuomas a contrabbandiere di
alcolici come sua madre Hanna, da imprenditore illuminato a intrepido
soldato al fronte, da campione olimpico di tiro al bersaglio a leader
dei socialdemocratici. Sullo sfondo la crisi del ’29, le lotte tra
fascisti e comunisti, la Guerra d’Inverno e le altre, e una strampalata
galleria di patrioti, anarchici e ribelli del quotidiano, tutti armati
di quella paasilinniana leggerezza che si fa beffe di ogni retorica e
fanatismo. La tragicomica epopea di una famiglia comune e “appena più
vera del vero” diventa la chiave per capire le speranze e le paure di un
popolo travolto da una Storia tra le più complesse del secolo scorso. E
i modi con cui ha cercato di resistere.
mercoledì 17 ottobre 2012
Beppe Severgnini - ITALIANI DI DOMANI
Un libro per i nostri ragazzi, quindi anche per noi.
Un libro pratico, perciò pieno di sogni.
Un libro emozionante, per l’Italia che non si rassegna.
L’Italia deve pensare in avanti. Non è un
lusso, è una necessità. Con questo libro Beppe Severgnini ci spinge a
“riprogrammare noi stessi e il nostro Paese (brutto verbo, bel
proposito)”. E offre agli italiani di domani – questione di
atteggiamento, non solo di anagrafe – otto suggerimenti: semplici,
onesti, concreti.
Sono le otto T del tempo che viene, otto chiavi per aprire le porte del futuro.
1.Talento Siate brutali
2. Tenacia Siate pazienti
3.Tempismo Siate pronti
4.Tolleranza Siate elastici
5.Totem Siate leali
6.Tenerezza Siate morbidi
7.Terra Siate aperti
8.Testa Siate ottimisti
2. Tenacia Siate pazienti
3.Tempismo Siate pronti
4.Tolleranza Siate elastici
5.Totem Siate leali
6.Tenerezza Siate morbidi
7.Terra Siate aperti
8.Testa Siate ottimisti
Dietro le otto porte, non c’è necessariamente il successo. Ma di sicuro c’è una vita – e un’Italia – migliore.
martedì 16 ottobre 2012
Murakami Haruki - 1Q84 LIBRO 3
Aomame e Tengo sono da mesi persi sotto un cielo ostile
in cui brillano due lune, separati eppure uniti da qualcosa
di invisibile e fatale come solo il destino e la volontà
possono essere. Minacciati dalla setta Sakigake
e da forze ancora piú sinistre e inumane, sulle loro tracce
adesso hanno anche l'investigatore privato Ushikawa,
tanto geniale quanto pericoloso.
Murakami Haruki ha creato un universo per raccontarci come si creano gli universi. E ha mostrato ai lettori di tutto il mondo cosa significa scrivere un classico nel ventunesimo secolo.
Murakami Haruki ha creato un universo per raccontarci come si creano gli universi. E ha mostrato ai lettori di tutto il mondo cosa significa scrivere un classico nel ventunesimo secolo.
Garth Stein - COSE DA GRANDI
A trentun anni, Evan si sente uno sfigato: non ha un lavoro stabile, non
ha una relazione fissa, è andato via di casa soltanto perché ha
ereditato l’appartamento del nonno. Pecora nera nella sua compassata
famiglia di geni, fa il musicista, ma non ha mai sfondato. O meglio: lui
e la sua band hanno avuto la loro grande occasione negli anni d’oro del
grunge, ma si sono sciolti a un passo dal successo. E così, ora, Evan
si limita a dare lezioni di chitarra a ricconi di mezza età. Insomma:
rock and roll zero, sesso poco, droga solo a fini terapeutici – contro
le crisi epilettiche di cui soffre a causa di un incidente subito
durante l’infanzia, e sul quale non ha mai rivelato tutta la
verità.Perché in una cosa è davvero bravo: nascondere segreti. Non ha
mai detto a nessuno, per esempio, che ha un figlio: Dean. Del resto,
neanche Evan l’ha mai conosciuto: è nato quando lui e la sua ragazza
erano liceali, e i nonni materni se lo sono portato via, insieme alla
giovanissima madre.Finché una drammatica circostanza fa incontrare per
la prima volta padre e figlio dopo quattordici anni, e Evan, di punto in
bianco genitore single, si ritrova a prendersi cura di quel ragazzino
carico di rancore che non ha alcuna intenzione di rendergli la vita
facile. Con un vero teenager sotto lo stesso tetto, inizierà finalmente a
stargli stretta la propria eterna adolescenza. Tanto da rendersi conto
che, forse, è arrivato il momento di smettere di raccontarsi scuse e
superare una volta per tutte quella fottutissima paura di crescere.
venerdì 12 ottobre 2012
Paolo Giordano - IL CORPO UMANO
È un plotone di giovani ragazzi quello comandato dal maresciallo Antonio
René. L'ultimo arrivato, il caporalmaggiore Roberto Ietri, ha appena
vent'anni e si sente inesperto in tutto. Per lui, come per molti altri,
la missione in Afghanistan è la prima grande prova della vita.
Al momento di partire, i protagonisti non sanno ancora che il luogo a cui verranno destinati è uno dei più pericolosi di tutta l'area del conflitto: la forward operating base (fob) Ice, nel distretto del Gulistan, "un recinto di sabbia esposto alle avversità", dove non c'è niente, soltanto polvere, dove la luce del giorno è così forte da provocare la congiuntivite e la notte non si possono accendere le luci per non attirare i colpi di mortaio.
Ad attenderli laggiù, c'è il tenente medico Alessandro Egitto. È rimasto in Afghanistan, all'interno di quella precaria "bolla di sicurezza", di sua volontà, per sfuggire a una situazione privata che considera più pericolosa della guerra combattuta con le armi da fuoco.
Sfiniti dal caldo, dalla noia e dal timore per una minaccia che appare ogni giorno più irreale, i soldati ricostruiscono dentro la fob la vita che conoscono, approfondiscono le amicizie e i contrasti fra loro, cercano distrazioni di ogni tipo e si lasciano andare a pericolosi scherzi camerateschi. Soltanto la notte, sdraiati sulle brande, vengono sorpresi dai ricordi.
Nel silenzio assoluto, che è silenzio della civiltà ma anche della natura, riescono a sentire la pulsazione del proprio cuore, il ronzio degli altri organi interni - l'attività incessante del corpo umano.
L'occasione in cui saranno costretti a addentrarsi in territorio nemico sarà anche quella in cui ognuno, all'improvviso, dovrà fare i conti con ciò che ha lasciato in sospeso in Italia. Al loro ritorno, avranno sorpassato irreversibilmente la linea che separa la giovinezza dall'età adulta.
In un romanzo corale, che alterna spensieratezza e dramma, Giordano delinea con precisione i contorni delle "nuove guerre". E, nel farlo, ci svela l'esistenza di altri conflitti, ancora più sfuggenti ma non meno insidiosi: quelli familiari, quelli affettivi e quelli sanguinosi e interminabili contro se stessi.
Al momento di partire, i protagonisti non sanno ancora che il luogo a cui verranno destinati è uno dei più pericolosi di tutta l'area del conflitto: la forward operating base (fob) Ice, nel distretto del Gulistan, "un recinto di sabbia esposto alle avversità", dove non c'è niente, soltanto polvere, dove la luce del giorno è così forte da provocare la congiuntivite e la notte non si possono accendere le luci per non attirare i colpi di mortaio.
Ad attenderli laggiù, c'è il tenente medico Alessandro Egitto. È rimasto in Afghanistan, all'interno di quella precaria "bolla di sicurezza", di sua volontà, per sfuggire a una situazione privata che considera più pericolosa della guerra combattuta con le armi da fuoco.
Sfiniti dal caldo, dalla noia e dal timore per una minaccia che appare ogni giorno più irreale, i soldati ricostruiscono dentro la fob la vita che conoscono, approfondiscono le amicizie e i contrasti fra loro, cercano distrazioni di ogni tipo e si lasciano andare a pericolosi scherzi camerateschi. Soltanto la notte, sdraiati sulle brande, vengono sorpresi dai ricordi.
Nel silenzio assoluto, che è silenzio della civiltà ma anche della natura, riescono a sentire la pulsazione del proprio cuore, il ronzio degli altri organi interni - l'attività incessante del corpo umano.
L'occasione in cui saranno costretti a addentrarsi in territorio nemico sarà anche quella in cui ognuno, all'improvviso, dovrà fare i conti con ciò che ha lasciato in sospeso in Italia. Al loro ritorno, avranno sorpassato irreversibilmente la linea che separa la giovinezza dall'età adulta.
In un romanzo corale, che alterna spensieratezza e dramma, Giordano delinea con precisione i contorni delle "nuove guerre". E, nel farlo, ci svela l'esistenza di altri conflitti, ancora più sfuggenti ma non meno insidiosi: quelli familiari, quelli affettivi e quelli sanguinosi e interminabili contro se stessi.
giovedì 11 ottobre 2012
Benedetta Parodi - METTIAMOCI A CUCINARE
Ci sono giorni in cui gli amici si presentano all’improvviso e tu sei
appena rientrata da lavoro-palestrasupermercato. Ci sono giorni in cui
hai voglia di casa, giorni nei quali stare ai fornelli è un momento di
relax e una coccola per chi si ama. Ci sono giorni in cui ti prudono le
mani e ti vien voglia di dimostrare cosa sai fare, e così entri in
cucina certa che riuscirai a stupire tutti. È pensando a questi stati
d’animo che Benedetta ha avuto l’idea di questo nuovo libro, nel quale
le ricette sono suddivise in tre sezioni: “Oggi ho poco tempo”, “Oggi mi
impegno”, “Oggi voglio stupire”. Le pagine sono inoltre arricchite con
ricette fotografate step by step, tavole a tema (e i menù perfetti da
abbinare), piatti adatti a vegetariani, intolleranti al glutine e alle
uova, indicazioni dei tempi di preparazione. L’autrice prosegue il
dialogo intimo costruito negli ultimi anni con il suo pubblico e, anche
nelle pagine colorate di questo nuovo volume, continua a condividere
aneddoti di vita personale, episodi divertenti ed esperienze di successi
(ma a volte anche utilissimi insuccessi) culinari.
lunedì 8 ottobre 2012
06/10/2012 INCONTRO CON MATTEO E MAURO CORONA
Watch live streaming video from canovaedizioni at livestream.com
giovedì 4 ottobre 2012
Albert Espinosa - SE MI CHIAMI MOLLO TUTTO...PERO' CHIAMAMI
“Dedicato a tutti quelli che hanno ancora voglia di essere diversi”
È un momento difficile nella vita di Dani. La sua compagna sta per lasciarlo, il loro rapporto sembra essere giunto a un punto morto, anche se lui sa di amarla ancora. Proprio mentre la donna sta facendo le valigie, Dani riceve la telefonata di un padre disperato, che gli chiede aiuto. Dani infatti si dedica a trovare bambini scomparsi, un mestiere strano, che ha origine nel suo passato e nella sua disperata voglia di fuggire…
La ricerca di questo ragazzino lo porterà a Capri, un luogo magico nel quale riaffioreranno ricordi della sua difficile infanzia e delle due persone che hanno lasciato il segno nella sua vita, due incontri casuali ma fondamentali per lui. Un ritorno al passato che porterà Dani a riflettere sul suo presente, sulla sua difficile relazione e sulle cose che contano davvero.
È un momento difficile nella vita di Dani. La sua compagna sta per lasciarlo, il loro rapporto sembra essere giunto a un punto morto, anche se lui sa di amarla ancora. Proprio mentre la donna sta facendo le valigie, Dani riceve la telefonata di un padre disperato, che gli chiede aiuto. Dani infatti si dedica a trovare bambini scomparsi, un mestiere strano, che ha origine nel suo passato e nella sua disperata voglia di fuggire…
La ricerca di questo ragazzino lo porterà a Capri, un luogo magico nel quale riaffioreranno ricordi della sua difficile infanzia e delle due persone che hanno lasciato il segno nella sua vita, due incontri casuali ma fondamentali per lui. Un ritorno al passato che porterà Dani a riflettere sul suo presente, sulla sua difficile relazione e sulle cose che contano davvero.
giovedì 27 settembre 2012
Sarah Rayner - UN ATTIMO, UN MATTINO
È un lunedì mattina come tanti, sul treno
che porta i pendolari da Brighton a Londra.
Nei vagoni, visi assonnati, preoccupati,
speranzosi. Qualcuno finisce di truccarsi,
qualcuno legge, c’è chi chiacchiera
e chi ascolta musica dall’iPod pensando
alla giornata che lo aspetta. Per Karen e
suo marito è una giornata felice: stanno
andando a firmare per il mutuo della
nuova casa, che accoglierà loro e i due figli.
Lou, dal sedile accanto, li osserva e la
loro evidente complicità la mette di
buon umore, anche se prova un pizzico
di invidia per quell’amore sereno e totale
che a lei sembra negato. Anna, invece,
qualche carrozza più in là, sogna di acquistare
la giacca di cui ha visto la foto
sulla rivista che sta sfogliando, e piega
l’angolo della pagina per ricordarsene.
È tutto normale, è tutto tranquillo... ma poi qualcosa, di colpo, rimescola le carte della vita e quel mattino come tanti diventa il punto di svolta, l’inizio di una settimana drammatica. Legate da una tragica casualità, le tre donne affronteranno insieme i giorni seguenti e troveranno nella loro amicizia la forza per superare il dolore. Insieme scopriranno che, se davvero basta un attimo perché tutto vada in frantumi, la vita non si ferma e ci chiede di tenere il passo...
È tutto normale, è tutto tranquillo... ma poi qualcosa, di colpo, rimescola le carte della vita e quel mattino come tanti diventa il punto di svolta, l’inizio di una settimana drammatica. Legate da una tragica casualità, le tre donne affronteranno insieme i giorni seguenti e troveranno nella loro amicizia la forza per superare il dolore. Insieme scopriranno che, se davvero basta un attimo perché tutto vada in frantumi, la vita non si ferma e ci chiede di tenere il passo...
mercoledì 26 settembre 2012
Stefano Benni - DI TUTTE LE RICCHEZZE
Martin è un maturo professore e poeta che si è ritirato a vivere ai
margini di un bosco: è una nuova stagione della vita, vissuta con
consapevolezza e arricchita dai ricordi e dalle conversazioni che Martin
intrattiene con il cane Ombra e con molti altri animali bizzarri e
filosofi. In questa solitudine coltiva la sua passione di studioso per
la poesia giocosa e per il Catena, un misterioso poeta locale morto in
manicomio. Questa tranquillità, che nasconde però strani segreti, è
turbata dall’arrivo di una coppia che viene a vivere in un casale
vicino: un mercante d’arte in fuga dalla città e Michelle, la sua
bellissima e biondissima compagna. L’apparizione di Michelle, simile a
una donna conosciuta da Martin nel passato, gonfia di vento, pensieri e
speranze i giorni del buon vecchio professore. Il ritmo del cuore e il
ritmo della vita prendono una velocità imprevista. Una velocità che una
sera, a una festa di paese, innesca il vortice di un fantastico giro di
valzer.
Leggende, sogni, canzoni, versi di un poeta che la tradizione vuole folle e suicida, telefonate attese, contattisti rock, cinghiali assassini, visite di colleghi inopportuni, comiche sorprese, goffi corteggiamenti e inattese tentazioni – tutto riempie di nuova linfa una stagione che si credeva conclusa, e che si riapre sul futuro come un’alba.
Martin e tutti quelli che lo circondano sembrano chiusi in un bozzolo di misteri: si tratta di attendere la farfalla che ne uscirà.
Leggende, sogni, canzoni, versi di un poeta che la tradizione vuole folle e suicida, telefonate attese, contattisti rock, cinghiali assassini, visite di colleghi inopportuni, comiche sorprese, goffi corteggiamenti e inattese tentazioni – tutto riempie di nuova linfa una stagione che si credeva conclusa, e che si riapre sul futuro come un’alba.
Martin e tutti quelli che lo circondano sembrano chiusi in un bozzolo di misteri: si tratta di attendere la farfalla che ne uscirà.
martedì 25 settembre 2012
J. Elliot / W.L. Simon - STEVE JOBS LA STORIA CONTINUA
LA STORIA CONTINUA… perché il tutto va avanti e il mito si trasferisce
dall'uomo all'azienda. Jay Elliot è stato assunto personalmente da Steve
Jobs, appena in tempo per accompagnarlo nella storica visita al Centro
di ricerca Xerox di Palo Alto, un evento che cambiò la storia
dell'informatica e non solo. Come vicepresidente, Jay è stato il
braccio destro di Steve nel ruolo di responsabile operativo generale e
responsabile della pianificazione aziendale, dello sviluppo software e
delle risorse umane. Questo suo nuovo libro racconta, nei particolari,
come Steve sceglieva e motivava i dipendenti, e spiega che ogni manager
può imparare da Jobs come spingere ognuno a dare il massimo. Steve Jobs
usava lo slogan "Pirates. Not the Navy!" come metafora per il monito a
sperimentare modalità alternative di pensiero: Think Different. In Apple
quello slogan diventò un mantra: quattro parole che esprimono il cuore
di Apple e di Steve, e che sono alla base di questo libro. I lettori
desiderano da Apple e dalla figura di Steve Jobs esempi concreti per
tradurre in pratica quei principi nella gestione di un'azienda e del suo
personale. Steve Jobs. La storia continua, risponde a questa richiesta.
È una guida per cambiare mentalità e diventare più simili a lui: più
bravi a riunire e capitanare team di lavoro capaci di vera innovazione.
Questo nuovo libro ha lo stesso andamento del precedente, ovvero
racconta gli anni di Elliot in Apple con uno stile narrativo e
informale; ma è impostato anche come una "guida" per offrire
suggerimenti pratici ispirati ai principi di management di Jobs che
Elliot ha contribuito a implementare in azienda. Un libro positivo e
"ottimista", senza rinunciare al realismo sulle abilità necessarie per
essere un leader. I passi che conducono dal sogno alla realtà sono
enunciati e illustrati con chiarezza, con l'ausilio di molti esempi
tratti dal mondo reale di Apple.
giovedì 20 settembre 2012
Alicia Giménez-Bartlett - EXIT
Una villa lussuosa, sei ospiti che si
incontrano per la prima volta. Un’estate da trascorrere assieme, come in
una danza felice, incalzante e finale. Il romanzo forse più coraggioso e
irriverente di Alicia Giménez-Bartlett, una delicata lezione
di libertà, una commedia letteraria e provocatoria, di dolce ed euforica
malinconia.
Traduzione dallo spagnolo di Maria Nicola
Titolo originale: Exit
Exit è una villa di campagna immersa nella
natura. Un giardino lussureggiante, stanze e saloni arredati con gusto,
quadri antichi, candelabri sul caminetto, lucenti cassettoni sui
soffitti. Qui, nell’annuncio abbagliante della calura estiva, uno alla
volta arrivano gli ospiti.
Due giovani donne: Clarissa, fragile e intensa; l’elegante Pamela, bella quanto caustica. Il finanziere Finn, uomo raffinato e colto, eccellente conversatore. La vedova Tevener, una signora con i capelli rossi allegra e sensuale. Il signor Ottosillabo, macchinista ferroviere, il poeta Léonard, capelli a spazzola e sguardo penetrante, sempre capace di provocare gli altri. In poco tempo diventeranno intimi e amici, pronti a vivere e a dissolversi nel gioco del destino e della passione.
Gli ospiti sono stati accolti da due medici in camice bianco e dall’infermiera Matea, specializzata in psicologia, che prepara cene e pranzi squisiti. Sottili fette di roast beef, uova e salsicce, scintillanti frittate, teglie con pasticci di carne e formaggio, aringhe affumicate e cestini traboccanti d’uva. La musica accompagna il passare del tempo, tra canzoni tzigane e boleri, sonate al chiaro di luna e contagiose melodie jazz.
Tutti insieme, gli ospiti, i medici e l’infermiera, condividono colazioni e banchetti, passeggiate, escursioni, chiacchiere e battibecchi.
Ma a cosa si stanno preparando, e perché hanno deciso di trascorrere in questo modo il loro tempo? Ciascuno, per motivi differenti, deve inventarsi una fine, un’uscita di emergenza. E ha scelto di farlo lì, nei giardini di Exit, l’unico luogo al mondo in cui si può salutare la vita con l’emozione e la meraviglia di un sensuale sogno estivo.
Due giovani donne: Clarissa, fragile e intensa; l’elegante Pamela, bella quanto caustica. Il finanziere Finn, uomo raffinato e colto, eccellente conversatore. La vedova Tevener, una signora con i capelli rossi allegra e sensuale. Il signor Ottosillabo, macchinista ferroviere, il poeta Léonard, capelli a spazzola e sguardo penetrante, sempre capace di provocare gli altri. In poco tempo diventeranno intimi e amici, pronti a vivere e a dissolversi nel gioco del destino e della passione.
Gli ospiti sono stati accolti da due medici in camice bianco e dall’infermiera Matea, specializzata in psicologia, che prepara cene e pranzi squisiti. Sottili fette di roast beef, uova e salsicce, scintillanti frittate, teglie con pasticci di carne e formaggio, aringhe affumicate e cestini traboccanti d’uva. La musica accompagna il passare del tempo, tra canzoni tzigane e boleri, sonate al chiaro di luna e contagiose melodie jazz.
Tutti insieme, gli ospiti, i medici e l’infermiera, condividono colazioni e banchetti, passeggiate, escursioni, chiacchiere e battibecchi.
Ma a cosa si stanno preparando, e perché hanno deciso di trascorrere in questo modo il loro tempo? Ciascuno, per motivi differenti, deve inventarsi una fine, un’uscita di emergenza. E ha scelto di farlo lì, nei giardini di Exit, l’unico luogo al mondo in cui si può salutare la vita con l’emozione e la meraviglia di un sensuale sogno estivo.
mercoledì 19 settembre 2012
Elena Ferrante - STORIA DEL NUOVO COGNOME
«Capii che ero arrivata fin là piena di superbia e mi resi conto che –
in buona fede certo, con affetto – avevo fatto tutto quel viaggio
soprattutto per mostrarle ciò che lei aveva perso e ciò che io avevo
vinto. Lei naturalmente se ne era accorta fin dal momento in cui le ero
comparsa davanti e ora stava reagendo spiegandomi di fatto che non avevo
vinto niente, che al mondo non c'era alcunché da vincere, che la sua
vita era piena di avventure diverse e scriteriate proprio quanto la mia,
e che il tempo semplicemente scivolava via senza alcun senso, ed era
bello solo vedersi ogni tanto per sentire il suono folle del cervello
dell'una echeggiare dentro il suono folle del cervello dell'altra». Ecco
Storia del nuovo cognome, secondo romanzo del ciclo dell'Amica geniale.
Cominciate a leggere e la scrittura vi catturerà. Ritroverete subito
Lila ed Elena, il loro rapporto di amore e odio, l'intreccio
inestricabile di dipendenza e volontà di autoaffermazione.
Paulo Coelho - IL MANOSCRITTO RITROVATO AD ACCRA
14 luglio 1099. Mentre Gerusalemme si prepara all’invasione dei
crociati, un uomo greco, conosciuto come Il Copto, raccoglie tutti gli
abitanti della città, giovani e vecchi, donne e bambini, nella piazza
dove Pilato aveva consegnato Gesù alla sua fine. La folla è formata da
cristiani, ebrei e mussulmani, e tutti si radunano in attesa di un
discorso che li prepari per la battaglia imminente, ma non è di questo
che parla loro il Copto: il vecchio saggio, infatti, li invita a
rivolgere la loro attenzione agli insegnamenti che provengono dalla vita
di tutti i giorni, dalle sfide e dalle difficoltà che si devono
affrontare. Secondo il Copto, la vera saggezza viene dall’amore, dalle
perdite sofferte, dai momenti di crisi come da quelli di gloria, e dalla
coesistenza quotidiana con l’ineluttabilità della morte. Il manoscritto
ritrovato ad Accra è un invito a riflettere sui nostri princìpi e sulla
nostra umanità; è un inno alla vita, al cogliere l’attimo presente
contro la morte dell’anima.
martedì 11 settembre 2012
KEN FOLLETT - L'inverno del mondo
L'inverno del mondo rappresenta il secondo capitolo di The Century, la
trilogia incentrata sulla storia del ventesimo secolo proposta da Ken
Follett. In questo secondo episodio, che si apre nella Berlino del 1933
durante l'ascesa politica di Adolf Hitler, i personaggi de La caduta dei
giganti, il primo romanzo ambientato durante la prima guerra mondiale,
passano il testimone ai loro figli. Nella narrazione si intrecciano le
storie di cinque famiglie, una americana, una tedesca, una russa e due
inglesi. Il destino di queste famiglie è indissolubilmente legato al
corso della storia, un cammino insanguinato fatto di giochi di potere
che dalla prima guerra mondiale conduce inesorabilmente verso il secondo
conflitto. La narrazione si sposta continuamente tra Inghilterra,
Russia, Francia, America, Galles e Spagna, seguendo gli eventi più
importanti, gli episodi cruciali che hanno scritto la storia del mondo
nel lasso di tempo che va dall'avvento del nazismo fino all'inizio della
guerra fredda. Ken Follett anche in questo secondo episodio segue la
sua classica ricetta dell'intrattenimento: un'ambientazione storica
scrupolosa, un ritmo incalzante, un intreccio coinvolgente e personaggi
realistici che emergono dalla narrazione con i loro desideri, le loro
ambizioni e tutta la loro umanità. L'inverno del mondo, di Ken Follett, è
un romanzo che descrive la vita durante una delle pagine più scure e
feroci della storia.
venerdì 24 agosto 2012
MARCO AURELIO - L'accettazione del Destino
Qualunque cosa ti capiti,
è stata
prestabilita per te
fin dall'eternità,
e un fitto intreccio di cause
ha
da sempre legato la tua esistenza a quell'evento.
MARCO AURELIO
giovedì 17 maggio 2012
Antonella Mascali - LE ULTIME PAROLE DI FALCONE E BORSELLINO
"La realtà che abbiamo vissuto e sofferto con Giovanni e Paolo racconta
che, diversamente da quanto si ripete nelle cerimonie ufficiali, il male
di mafia non è affatto solo fuori di noi, è anche 'tra noi'. Racconta
che gli assassini e i loro complici non
hanno solo i volti truci e crudeli di coloro che sulla scena dei delitti
si sono sporcati le mani di sangue, ma anche i volti di tanti, di
troppi sepolcri imbiancati. Un popolo di colletti bianchi che hanno
frequentato le nostre stesse scuole e che affollano i migliori salotti:
presidenti del Consiglio, ministri, parlamentari nazionali e regionali,
presidenti della Regione siciliana, vertici dei servizi segreti e della
polizia, alti magistrati, avvocati di grido dalle parcelle d'oro,
personaggi apicali dell'economia e della finanza e molti altri. Tutte
responsabilità penali certificate da sentenze definitive, costate
lacrime e sangue, e tuttavia rimosse da una retorica pubblica e da un
sistema dei media che, tranne poche eccezioni, illuminano a viva luce
solo la faccia del pianeta mafioso abitata dalla mafia popolare, quella
del racket e degli stupefacenti, elevando una parte a simbolo del
tutto." (Dalla prefazione di Roberto Scarpinato)
mercoledì 18 aprile 2012
Giampaolo Pansa - TIPI SINISTRI
“Esiste ancora la sinistra in Italia? Sembra di sì, e non so dire se sia un bene o un male. Qualche amico proverà orrore perché oso scriverlo e penserà che abbia davvero cambiato campo. Ogni tanto qualcuno mi accusa: Pansa, sei diventato di destra! Di solito sono signori che non hanno digerito i miei libri revisionisti sulla guerra civile. Adesso troveranno qui una conferma dei loro sospetti. Li capisco. Tipi sinistri è il ritratto dei vizi che uccidono il progressismo italiano, una descrizione fondata sulle figure dei suoi capi e capetti. Ho imparato da tempo una verità: le idee camminano sulle gambe degli esseri umani. È un principio che vale anche per i partiti. Se vogliamo capire di quale pasta sono fatti, bisogna osservare i personaggi che ne occupano le prime file. Tipi sinistri dipinge senza riguardi i big rossi. Ma soprattutto li colloca in una sequenza di gironi infernali che spiega molte delle loro disgrazie. Si va dagli Invincibili agli Sconfitti, dai Superstiti agli Isterici, dagli Apprendisti agli Indignati, per approdare ai Bolliti, ai Dispersi, ai Rinati e agli Inguaiati. È un catalogo realistico o no? Penso di sì, però non vedo l’importanza della domanda. Mentre scrivevo questo libro malandrino, ho mirato soprattutto a raggiungere due risultati. Il primo era sfuggire alla sudditanza nei confronti del sinistrismo italico. In troppi ritengono che stare a sinistra sia bello, giusto, elegante. Mentre la destra è comunque sporca, brutta e cattiva. Il secondo obiettivo era offrire al lettore un racconto divertente, irrispettoso, privo di baciamani. Soltanto i cronisti con i capelli bianchi possono permettersi questo lusso, poiché non hanno più nulla da perdere. Concludo avvertendo che nella catastrofe delle sinistre ho saputo distinguere. Giorgio Napolitano non assomiglia certo a tante eccellenze rosse. Lo stesso vale per Carlo De Benedetti: l’Ingegnere è meglio di molti dei soloni che scrivono sui suoi giornali. Per gli altri protagonisti non resta che leggere Tipi sinistri. E se qualcuno vorrà maledirmi, ci riderò sopra.” G.P.
Serena Dandini - GRAZIE PER QUELLA VOLTA
Di cosa è fatta una vita? Di domeniche pigre in cui non rispondiamo al telefono per rimanere sul divano abbracciando un libro appena iniziato. Di ore spese inutilmente a cercare le sigarette, le chiavi della macchina, gli occhiali da sole, perché si sa che spesso e volentieri le cose si spostano per farci dispetto e divertirsi alle nostre spalle. Di pomeriggi adolescenziali passati a guardare le gocce di pioggia che rimbalzano sul vetro, sognando di sposare Mick Jagger. Di quei bomboloni sganciati da un razzo su un letto di zucchero che papà ti portava a mangiare per insegnarti i piaceri della vita. Di mattine in cui scopri allo specchio che in una notte hai preso cinque anni e non ti resta che tifare per un po’ d’indulgenza, in un Paese in cui dimostrare la propria età è più grave che fare una rapina a mano armata. Di salti della quaglia da uno schieramento a un altro nella più autentica suddivisione tra esseri umani: quella tra coppie e single. Di momenti in cui basta un calzino con l’elastico moscio per far emergere tutte le nostre insicurezze. Di quel preciso giorno in cui si spezza il tempo alla fine dell’estate. E di tutto quello che non ricordiamo più ma ogni tanto affiora dalle misteriose stanze della nostra memoria difettosa.
In questi racconti che spaziano tra ricordi e riflessioni chiamando a testimoni Borges e la moglie di Tolstoj, Grace Kelly e Gaber, Simenon e la zia Lella, Ovidio e gli U2, Serena Dandini torna alla scrittura dopo il successo di Dai diamanti non nasce niente.
Grazie per quella volta esplora con tenerezza, ironia e sincerità una catena di debolezze di cui
andare fieri, di fragilità nostre e del mondo: è il tempo di autoassolverci, di fare pace con i
nostri difetti imparando a conviverci tra alti e bassi, proprio come succede a ogni coppia pluricollaudata.
andare fieri, di fragilità nostre e del mondo: è il tempo di autoassolverci, di fare pace con i
nostri difetti imparando a conviverci tra alti e bassi, proprio come succede a ogni coppia pluricollaudata.
martedì 10 aprile 2012
Massimo Carlotto - RESPIRO CORTO
«"Marsiglia, - pensò. - Non ci sono mai stato". Gli venne in mente un vecchio film americano sul traffico di droga che aveva visto in un cineclub di Leeds. Frugò nella memoria a caccia di immagini. Gangster e zuppa di pesce».
Massimo Carlotto, Respiro corto
***
Sullo sfondo di una Marsiglia mai così affascinante, difesa da inguaribili romantici come il commissario Bourdet e il boss Armand Grisoni, una generazione di criminali del tutto nuovi scende in campo. Hanno studiato. Sono giovani, spregiudicati, e corrono terribilmente veloci. Potranno mai fallire?
Massimo Carlotto, Respiro corto
***
Sullo sfondo di una Marsiglia mai così affascinante, difesa da inguaribili romantici come il commissario Bourdet e il boss Armand Grisoni, una generazione di criminali del tutto nuovi scende in campo. Hanno studiato. Sono giovani, spregiudicati, e corrono terribilmente veloci. Potranno mai fallire?
Come una danza leggera e sapiente, ma implacabile, uno tra i più amati scrittori italiani ci conduce nella orgogliosa arroganza del nuovo crimine. E racconta da par suo una grande storia, che spazia dai boschi radioattivi di Cernobyl ai caveau delle banche svizzere. Con una irresistibile gang di privilegiati.
Zosim, Sunil, Giuseppe, Inez. La Dromos Gang. Si sono conosciuti studiando Economia a Leeds. Brillanti, impeccabilmente vestiti, del tutto amorali ma tra loro fraterni, quattro giovanissimi con pesanti famiglie alle spalle piombano su Marsiglia da ogni parte del globo, per prendersela tutta. Sono convinti che il mondo è di chi corre veloce come il denaro, di chi corre più veloce di tutti, e il resto non merita di vivere. È subito guerra con i vecchi arnesi: un tenace boss corso di lunga carriera, e una poliziotta in disgrazia che ha un'idea tutta sua della giustizia. Mentre un narcotrafficante allo sbaraglio, che porta il nome fatale di un grande calciatore, proverà a giocare la sua esilarante, tragica partita.
E Marsiglia, il luogo oggi dello scontro criminale per eccellenza, dove i conflitti si risolvono a colpi di kalashnikov, diventa l'epicentro di un sisma vastissimo, dalle conseguenze del tutto imprevedibili.
mercoledì 21 marzo 2012
Anna Cassarino - A SCUOLA DAGLI ALBERI

Dopo ALBERI DELLA CIVILTA' e ALBERI MONUMENTALI D'ITALIA (presentati più sotto), VIAGGIARE COME LA LUNA presenta in modo inedito le regioni d'Italia ed i Paesi (Madagascar, Cuba, Mali e Senegal) visitati per costruire il progetto culturale A SCUOLA DAGLI ALBERI. Luoghi, fenomeni naturali, tecniche antiche di costruzione o di cura (adesso all'avanguardia), particolarità che riguardano alberi, animali e persone, attraverso brevi racconti fanno conoscere il realismo magico del mondo.
Con le mie narrazioni volevo e voglio avvicinare le persone a ciò che le può far sentire come parte di un insieme affascinante in cui ciascuno ha una parte di rilievo, quando prende responsabilità di sé.
Dedico il libro all'Italia, nel suo centocinquantesimo anniversario dall'unità, perché leggendolo ci si accorga che patrimonio di tutti, al di là di ogni origine e preferenza, è la natura. Difendere il nostro territorio e quello del mondo intero, si può fare oggi con i mezzi pacifici e fortemente terapeutici, che derivano dal prendersene cura con competenza ed amore.
Ecco qui sotto un "raccontarticolo" del libro:
LE TERMITI E LE CASE DI TERRA
Lungo la strada della Casamance che porta verso Enampor, gruppetti di palme circondano grandi termitai e li proteggono con l’ombra. Guglie di terra alte fino a sei metri si alzano da una base larga, come un’eruzione del suolo ardente. Sono dure come pietra ed esternamente deserte. Le termiti non escono mai alla luce; vivono nel buio dove scavano e costruiscono lunghissime gallerie per arrivare al cibo, cementando ogni granello di sabbia con le feci collose, riparandone i guasti dopo aver umettato i raccordi con la saliva. Ampie stanze, lunghi corridoi, alti camini, minuscole aperture fanno circolare l’aria perché si rinnovi e mantenga costante la temperatura all’interno, dove migliaia o milioni di creature senza occhi, si riconoscono al tatto e all’odore.
Popolano la terra fin dagli inizi, prima delle formiche, avversarie ben fornite di difese che loro non hanno. E’ da allora che si sono ritirate nei castelli presidiati da soldati, che ne vigilano ogni apertura e la ostruiscono con l’arma che è l’enorme testa cornuta. Non mancheranno mai di cibo, loro che si nutrono di tutto ciò che è vegetale, consumandolo dall’interno, per non esporsi mai alla luce. Una galleria sottile quanto un dito le porta alla base di alberi, che masticano voracemente fino quasi alla corteccia, svuotandolo per intero senza che niente lo lasci sospettare. Solo quando crolla come un abito sospeso nell’aria ci si accorge della loro opera nefasta. Sedie, tavoli, porte e travi si afflosciano d’un tratto dopo il loro passaggio, se appena li si tocca. Degli abiti restano solo i bottoni, dei carri rimangono le parti di ferro. Così è successo a volte.
Qui sembra che non ne abbiano bisogno e la gente vive tranquilla accanto a loro, in case che debbono la tecnica anche a quegli insetti. Come loro, gli uomini le hanno sempre costruite lavorando in gruppo, mescolando terra e paglia con acqua e sterco bovino, ricco della cellulosa che dà sostegno ai vegetali.
Ad Enampor c’è una casa circolare ad impluvio con un cortile interno, dove una vasca raccoglie l’acqua piovana scesa dal tetto rivestito di paglia, con le travi in legno di palma borasso e mangrovia, che resistono alle termiti. Accoglie varie famiglie, ed era stata costruita quando le guerre si combattevano con lance e frecce. A M’lomp ci sono case singole di terra cruda a due piani. L’antico metodo è altrove adattato alle esigenze moderne e le dimore più all’avanguardia lo hanno fatto proprio. Ma ancora si possono vedere dappertutto nel mondo, quelle che anche la povera gente può edificare, belle come costruzioni di fiaba e robuste come castelli.
n ALBERI DELLA CIVILTA' si trovano le qualità di 110 alberi, fra europei e tropicali, che fanno capire quanto ci possono essere utili per rimediare ai vari guai provocati finora all'ambiente. Qui, in forma narrativa, si conoscono come "grandi maghi", perché capaci di compiere azioni prodigiose come trasformare l'aria in cibo, neutralizzare i veleni, trattenere le montagne e rallentare il vento. L'impostazione del libro permette di cogliere subito l'utilità degli esseri viventi da cui dipendiamo tutti, perché oltre a darci l'ossigeno indispensabile alla respirazione e smaltire l'inquinamento, stabilizzano e proteggono i terreni, mitigano il clima, sono indispensabili all'esistenza di innumerevoli forme di vita da cui dipende l'equilibrio della terra. E poi ci offrono la bellezza, senza la quale tutto è solo fatica.

ecco qui di seguito un "raccontarticolo":
IL FICO
Centotrentasei milioni di anni fa, le piante della nuova era stavano preparando qualcosa che avrebbe portato grandi progressi alla loro vita ed a quella della terra intera: i fiori con petali e calice. Ben presto il mondo si sarebbe riempito di colori, di forme e di profumi nuovi con le corolle che li avrebbero rivestiti nella stagione dell’amore. Tutto questo, per piacere a certi insetti alati e agli uccelli. Loro li avrebbero aiutati a diffondere la specie con maggior efficacia di quanto facesse il vento per i modesti fiori e frutti di piante più antiche, spargendo nuvole di polline da un albero all'altro e, più tardi, facendone volar via i semi.
La bellezza e l’aroma dei petali, il nettare e il polline nutriente erano per api, bombi e farfalle che rendessero possibile a quelle delicate meraviglie il farsi frutti. Al loro interno sarebbero stati nascosti i semi perché gli uccelli, mangiandoli, l’indomani li rilasciassero lontano, a germogliare su terre nuove.
Fra i primi a realizzare la lungimirante impresa c’erano la magnolia ed il fico.
Mentre l’americana magnolia, però, aveva fatto grandi fiori disposti ad accogliere ogni visitatore, il mediorientale caprifico aveva preferito accordarsi con un solo, piccolissimo insetto, che si occupasse di lui e di lui soltanto. Era disposto a favorirlo in tutti i modi, addirittura a costruire dei nidi confortevoli per ospitarlo. Ecco che, allora, in autunno già faceva spuntare sui suoi rami dei minuscoli fichi verdi e duri, con un forellino sul fondo dentro cui la piccola vespa Blastophaga Psenes poteva mettere al sicuro le sue uova. A primavera si aprivano e i piccoli se ne volavano via per deporre, a Giugno, altre uova nei nuovi fichi più grandi, che noi crediamo frutti. Sono invece fiori rosa simili a tubicini, riuniti e nascosti dentro un sacchetto morbido. Quelli pronti in piena estate potevano essere finalmente fecondati dalla terza generazione di vespine, col polline che trasportavano nell’entrare ed uscire da quei singolari nidi, pieni di dolce nettare. I frutti sono quelli che noi prendiamo per semi.
Gli uomini li trovavano ottimi e avevano cominciato a coltivarli perché sono molto nutrienti, si possono mangiare freschi o essiccati e dalla loro fermentazione si ottiene vino. Ai tempi degli antichi romani, per trasportarli freschi senza che si guastassero, venivano tuffati in una soluzione di acqua e propoli.
Il fico era considerato “albero di Dio”, sacro in molti paesi per la forza delle radici. Capaci di trovare vene umide nei luoghi più aridi, quando le raggiungono l’acqua può risalire seguendone il percorso a ritroso fino a creare una sorgente, un bene fra i più grandi.
L’albero chiede soprattutto calore, profumando allora l’aria con le sue foglie a forma di grandi mani. Si accontenta della pochissima terra e umidità che trova fra il pietrame e arriva addirittura ad installarsi sui muri, resistendo anche al vento salino insieme al fico d’India, che pure non gli è parente tranne nel nome.
Così come le conifere curano le proprie ferite con la resina, lui lo fa col latice bianco, che sulla pelle umana brucia le piccole escrescenze.
Tutti quelli della sua famiglia, sparsi nei paesi tropicali, sono tenaci e adattabili in tal misura da attecchire dappertutto, anche su altri alberi. Basta un punto dove aggrapparsi e le loro radici si allungano come capelli per metri e metri fino a che trovano la terra in cui sprofondare e installarsi saldamente.
PERCHE' COMPERARE QUESTO LIBRO?
Anzitutto perché ci si accorge di quanto l'argomento sia appassionante e alla portata di molti. Poi perché per sapere tutte le cose che racconto, dovreste cercare in un'infinità di libri. Infine perché uso il risparmio energetico anche con le parole: poche ma buone.

Quando ogni comune presenterà degnamente fra i personaggi ed i monumenti illustri, almeno un albero monumentale, sarà un passo importante verso il riconoscimento della natura come parte fondamentale di ogni vero progresso umano
ecco qui di seguito un "raccontarticolo" del libro
I TIGLI DI VILLA WELSPERG (TN)
Montagne luminose come le Pale di San Martino sullo sfondo, il torrente dalle acque turchesi che scorre fra i sassi bianchi, il bosco tutt’intorno alla villa che è adesso la casa del parco regionale, fanno venire voglia di metterci radici come i due tigli più grandi e belli del giardino. Sono stati a dimora con lei dal 1853 per la famiglia Welsperg, austriaca in terra che allora era Austria. Come tradizione loro ma anche degli sloveni, dei tedeschi, dei francesi, si piantava un tiglio per assicurarsi la protezione della natura. Meglio ancora se erano due come qui: uno selvatico di forma slanciata, foglie piccole e scure, fioritura precoce, che rappresenta l’uomo e l’inverno accanto a quello nostrano dalla chioma espansa, foglie grandi e chiare, dalla fioritura più tarda, che ricorda la donna e l’estate. Le api che li aiutano a trasformare i fiori dall’intenso profumo in frutti, fanno col nettare un miele tra i migliori e a volte si prendono la melata rilasciata dagli afidi, i minuscoli insetti che succhiano la linfa dalle foglie. Spesso sono le formiche a trasportarli fin lì, per avere poi il liquido zuccherino che rilasciano. Per liberarsene ci si può far aiutare dalle coccinelle, che se li mangiano molto volentieri.
I fiori si possono seccare per farne squisite tisane d’inverno, contro gli spasimi delle malattie da freddo o da cattivo umore. Le foglie giovani sono buone in insalata o come foraggio per gli animali e coi frutti si può fare un olio delicato. I tigli hanno qualità emollienti e disintossicanti, al punto che mangiare il carbone fatto col legno dei loro rami è fra i più efficaci rimedi per salvarsi dagli avvelenamenti. Per questo, fin dall’antichità hanno avuto il titolo di grandi guaritori.
Fra i rami di tigli secolari, in Germania si faceva suonare la banda cittadina o i musicisti durante le feste. Del resto, il loro legno fibroso e indeformabile, da cui viene l’aggettivo tiglioso, è stato usato spesso per costruire strumenti musicali.
Sotto la loro protezione si tenevano riunioni importanti per la comunità, come a Cavalese dove c’è ancora il “banco de la reson”, il doppio anello di sedili di pietra con al centro un piccolo tavolo circolare e grandi tigli tutt’intorno. Il carattere dolce e insieme tenace è quello più adeguato ad ispirare le decisioni.
PERCHE' COMPERARE QUESTO LIBRO?
Anzitutto perché in ogni provincia italiana saprete dove trovare alberi tanto belli da superare di gran lunga ogni opera umana. Poi perché finalmente potrete sapere le molte virtù di ciascun albero ed il suo rapporto con gli abitanti animali, vegetali o umani che si trovano nelle sue vicinanze o in relazione con lui. Infine perché conoscerete anche alberi originari di Paesi tropicali, senza muovervi dall'Italia.
martedì 20 marzo 2012
Alessandro Baricco - TRE VOLTE ALL'ALBA
Tre storie. Tre incontri. Tre episodi in cui scivolano personaggi che si incrociano, per sfasature temporali, in età diverse, sullo sfondo della hall di un hotel. L’albeggiare che annuncia, per tre volte, l’insistenza di un sentimento.
sabato 17 marzo 2012
Barbara Fabbris - IL TEATRO DIDATTICO
Un manuale dedicato agli educatori che vogliono utilizzare la musica e le arti visive come strumento di educazione per gli studenti della scuola primaria e secondaria. Attraverso l’analisi delle realtà drammaturgiche e la stesura di sceneggiature con finalità educative si scopre un nuovo approccio con i giovani, valorizzando le loro potenzialità cognitive e le relazioni.
Barbara Fabbris nasce a Padova nel 1972. Laureata in Discipline della Musica ad indirizzo di Didattica della Musica, oggi è giornalista e docente di Educazione Musicale. Collabora con diversi enti musicali, dedicandosi alla comunicazione didattico-musicale.
venerdì 16 marzo 2012
IL PIANETA AZZURRO
Il Pianeta Azzurro veniva usato anticamente per rinchiudere gli Spiriti Deviati della Galassia dentro corpi umani.
Prima dell'incarnazione era tolta loro ogni memoria del passato.
La Pazzia dominava le loro esistenze e si
manifestava in ogni atto quotidiano.
Trascorrevano il tempo ad accumulare
Denaro sotto forma di foglietti di carta e
pezzi di metallo.
Il concetto di Denaro è impossibile da spiegare a un Non Umano.
Al Denaro sacrificavano ogni
Il concetto di Denaro è impossibile da spiegare a un Non Umano.
Al Denaro sacrificavano ogni
cosa, la Vita , la Terra, l'Amore.
Il Denaro, qualcosa di indefinibile e
Il Denaro, qualcosa di indefinibile e
inesistente in tutto l'Universo, li spingeva
a uccidersi a vicenda.
Nessuna forza era più potente della loro Follia. Il Pianeta Azzurro, ciclicamente, li sterminava. Ciò consentiva di fare spazio per l'arrivo di
Nessuna forza era più potente della loro Follia. Il Pianeta Azzurro, ciclicamente, li sterminava. Ciò consentiva di fare spazio per l'arrivo di
nuovi Spiriti Deviati sino a quando
l'epidemia di Devianza fu presente nella
Galassia.
Il Pianeta Azzurro è oggi meta
Il Pianeta Azzurro è oggi meta
di storici e di ricercatori del significato
nascosto del Denaro" da Wikigalattica.
Da "La settimana" di Beppe Grillo
Da "La settimana" di Beppe Grillo
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