Zita riesce a portarti dove vuole lei. E se le vai dietro è un po' come entrare nella Storia.
E invece Zita ne ha combinate di tutti i colori, da quando portò il suo fidanzatino a fare l’amore sul letto di morte di Cesare Pavese.
Aveva quindici anni, ed era solo l’inizio. Poi ha deciso di abortire, ma come è stata trattata dall’ostetrica proprio non le è piaciuto.
Allora ha preso in mano una pistola e ha sparato; peccato che, sul luogo dell’attentato, dalla borsetta è scivolata via la patente.
È scappata ed è finita a Parigi dove ha fatto flânerie sui boulevard lungo la Senna. Nel frattempo però ha intervistato l’ayatollah Khomeini, il Dio degli Sciiti. E ha spedito passaporti falsi in Sudamerica. È tornata a casa, e un giorno, sotto la porta, è ricomparsa la fotocopia della patente smarrita…
Non si ferma mai, Zita. Anche ora che dovrebbe pensare ai nipotini pensa invece a curare i denti del popolo, e a salvare gli immigrati inventandosi i salvagenti tascabili.
Ha ragione il suo amico Carlo. C’è da fidarsi di Zita: ti mette nei guai, ma non ti annoia mai.
Se le vai dietro, entri veramente nella Storia.
Insomma, è la Vita.
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