L'ignoranza sul passato, da cui deriva il nostro presente e tutto quello che siamo, regna incontrastata. La nuova conoscenza è limitata nel tempo e nell'approfondimento. Un fatto, anche importante, oggi c'è, domani è dissolto, figlio del Nulla, realtà Usa e Getta. Il vocabolario della lingua italiana si è ristretto, si usano non più di mille parole e, quando è possibile, si accorciano i termini per comunicare più velocemente imitando Twitter e Feisbùk. Il prossimo passo sarà il linguaggio dei gesti.
La conoscenza e il linguaggio sono sempre meno condivisi tra le persone. Esistono ormai molte isole sociali separate l'una dall'altra e il fiume che le divide prende più forza nel tempo. Il risultato è l'esondazione nella vita quotidiana delle "conversazioni da bar". Una ipersemplificazione che tocca ogni cosa. La banalizza e la rende allo stesso tempo comprensibile, merce di facile scambio, anche se completamente oscura, priva di senso . Un territorio franco in cui si può socializzare, dire tutto senza dire nulla. Una torre di Babele all'incontrario, in cui si parla la stessa lingua per non comunicare, che ha occupato le televisioni, i giornali e i salotti delle nostre case. I demenziali talk show sono i programmi più seguiti perché si "capiscono". A pranzo, la domenica, con i parenti e gli amici, il conformismo dell'ignoranza condivisa è un tabù che non si può violare. Chi approfondisce tra un maccherone e un'insalata è un diverso e un rompicoglioni che non sa stare a tavola.
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