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Conegliano - Treviso

LIBERNAUTA 2012

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Concorso a premi per terrestri curiosi dai 14 ai 19 anni e over 20

sabato 8 gennaio 2011

LA PESTE


Mi scrive l’amico Nello Trocchia, cronista in prima linea contro il malaffare del Sud d’Italia, autore insieme a Tommaso Sodano di “La peste” (Rizzoli), libro inchiesta sulla tragedia dei rifiuti in Campania.
Caro Piero,
ho attraversato Napoli e il suo ventre il primo gennaio alle quattro del mattino, e la peste manifestava ancora i suoi effetti: un’epidemia inarrestabile, quasi invincibile, cumuli di rifiuti cornice delle perle storiche della mia città, una provincia disseminata di discariche abusive e roghi continui, una terra ridotta a luogo di sperimentazione, in attesa del grande affare delle bonifiche e dei nuovi inceneritori, incentivati con i Cip6, fondi sottratti alle rinnovabili. Sono oltre duemila i siti censiti dall’Arpac (potenzialmente inquinati), aumentati ulteriormente nel 2010 e il ripristino ambientale con la cascata di soldi che verrà sarà il nuovo Eldorado. Come già sai, sulla crisi rifiuti ho scritto un libro, “La peste”, Rizzoli editore. Documentiamo i nomi delle ditte che smaltivano e ora siedono ai tavoli delle rappresentanze imprenditoriali e hanno già messo le mani sulla torta delle bonifiche. All’inchiesta giornalistica si intreccia la denuncia politica di Tommaso Sodano, uno dei pochi a salvarsi dalla lunga black list dei politici collusi. Non è un libro sui rifiuti, ma su una classe politica “tragediata”, votata alla permanenza, che ha saputo riciclare funzionari e lacchè, rinnovarsi e tornare dopo la grande abbuffata degli anni 80. Il tavolino di spartizione tra politica e imprenditoria del post terremoto dell’Irpinia è stato riprodotto, imprenditoria affaristica e politica arraffona e rapace. La camorra c’è, ma spesso viene usata come alibi. Ha ragione il magistrato Raffaele Cantone che mi ha rilasciato un’intervista che chiude il libro: “Non credo di dire una castroneria se affermo che la camorra ha avuto un ruolo subordinato rispetto ad altri centri di interesse; ha avuto la sua parte come pretende sempre quando c’è denaro da spartire, ma non credo sia stato il motore del complesso intreccio affaristico”. Quando anche televisivamente si declina tutto secondo la logica militare e criminale si destruttura la realtà.
Nei consorzi si è sperimentato il consociativismo, nel superconsorzio Impregeco uomini di Bassolino e Cosentino governavano e si spartivano prebende e posti. Le società private cariche di debiti venivano assorbite dai consorzi per collettivizzare le perdite e privatizzare gli utili. Raccontiamo molti di questi esempi, storie di sprechi da manuale, come la festa dei 40 anni di un uomo del commissariato al largo del golfo di Napoli, messa sul conto del consorzio. Tanto paga Pantalone. Nomi e cognomi di chi ha mangiato e sperperato. Lottizzare è stata la parola d’ordine, così gli enti di controllo venivano ridotti a luoghi di occupazione, l’Arpac e anche il commissariato di governo. Un commissariato che doveva cacciare la camorra dai rifiuti e invece con il cappello in mano ha chiesto ad imprenditori amici di fornire le buche, in emergenza; quando il sacchetto è in strada, i faccendieri hanno la discarica già pronta per risolvere il problema, anche solo per qualche mese. Non è una storia solo campana, prima delle carriole dell’Aquila ci sono le mamme vulcaniche di Terzigno, le donne del 29 agosto di Acerra. In Campania hanno sperimentato la democrazia sospesa, la deroga alle leggi, nessuna valutazione di impatto ambientale per le opere, procedure d’urgenza, ordinanze commissariali in barba ad ogni norma. Impregilo e Bassolino sono finiti sotto processo grazie alla denuncia che Sodano presentò in procura nel 2003, quel processo è a rischio prescrizione, ma la responsabilità politica è altra cosa. Chi doveva gestire il ciclo dei rifiuti ha fatto un disastro, ora sono premiati con il Ponte sullo Stretto, chi doveva controllare chiudeva gli occhi e copriva. Chi pensa che questa sia una storia che riguardi solo una parte politica su sbaglia, come è un errore pensare che interessi solo i partiti. Generali dei carabinieri in rapporti con i faccendieri, magistrati ‘distratti’, agenti dei servizi che si occupano di affari incontrando criminali più che degli interessi dello Stato, camorristi che svendono la loro terra: non solo politici. Ci sono anche quelli, le informative dei carabinieri su Luigi Cesaro, attuale presidente della provincia del Pdl, i suoi trascorsi, ma anche gli uomini dell’Udeur e i “moralizzatori” che in Campania hanno una faccia consociativa. La terra casertana, che raccontiamo con i suoi personaggi, dalla prefettura alla politica, ha dato il governo del paese a Romano Prodi nel 2006 grazie all’accordo con l’Udeur di Mastella che aveva come ras di zona Nicola Ferraro, l’ex consigliere regionale arrestato nel luglio scorso per camorra, e poche settimane fa ha salvato il governo Berlusconi grazie alle manovre di Americo Porfidia, eletto in parlamento due volte con l’Idv, che ha convinto l’amico Razzi. Il libro è uscito a fine settembre quando si accendeva la protesta di Terzigno, non ci voleva la sfera di cristallo per capire che il miracolo di Silvio e Guido era un miracolo finto. Su quel miracolo si sono costruite carriere politiche e ora si alimenta il grande affare dei forni, delle nuove discariche e delle future bonifiche. Con il modello campano in tasca sono pronti anche per il business nucleare. 
Cari saluti. Nello Trocchia 

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