Giornalista e scrittore,
Stefano Lorenzetto lavora
per Il Giornale e Panorama. Collabora anche a First
e Monsieur. In 35 anni
di professione giornalistica
ha scritto per una
quarantina di testate.
Prima assunzione a L’Arena
di Verona nel 1975.
Dopo aver fondato con alcuni colleghi il settimanale Il Nuovo Veronese, dal quale è nata Telenuovo, nel 1983 è tornato all’Arena.
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Per capire davvero un luogo bisognerebbe esserci nati. Stefano Lorenzetto è veneto, figlio orgoglioso di un popolo che fu per 1.100 anni nazione, e in questo libro ci racconta la controversa regione d'Italia attraverso le storie dei suoi poliedrici abitanti, eredi della repubblica più longeva che si ricordi sulla faccia della Terra. Partendo dalla sua esperienza personale di povertà e fatica, l'autore smonta molti stereotipi giornalistici, per arrivare alla conclusione che non l'Italia, bensì il Veneto, è una repubblica fondata sul lavoro: «Il lavoro non è nemmeno un dovere, per i veneti: è il senso stesso del vivere». I veneti che mugugnano ma sgobbano, che protestano contro la rapacità dello Stato ma pagano le tasse, che sognano l'indipendenza ma non si appellano mai a vallate in armi, che si mostrano sospettosi con gli stranieri ma ne accolgono più di qualsiasi altra regione d'Italia dopo la Lombardia, che non sono ancora pronti a fondere il bianco col nero ma continuano a mandare i missionari a morire in Africa sulle orme di monsignor Daniele Comboni, che sembrano aridi ma vantano un'impressionante fioritura di opere buone, che tirano su capannoni ma si struggono di nostalgia per le ville palladiane, hanno ancora quest'enorme fortuna di ricordare da quali sacrifici è scaturita la loro ricchezza e di vivere come se tutto fosse in prestito, come se l'incantesimo potesse rompersi da un momento all'altro.
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