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LIBERNAUTA 2012

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Concorso a premi per terrestri curiosi dai 14 ai 19 anni e over 20

domenica 3 luglio 2011

L'ITALIA DIVORATA

“Fai l’accordo mangiando tutto quello che devi mangiare”. Non è una frase estratta dal manuale di fraseggio del piccolo truffatore, ma il frammento di una conversazione sincera tra potenti veri. Chi la pronuncia è Luigi Bisignani, l’ormai noto faccendiere milanese che dava ordini a mezzo parlamento e faceva fare anticamera all’altra metà. Chi la ascolta e ne fa tesoro non è un ladruncolo di polli, ma Paolo Scaroni, amministratore delegato dell’Eni, uno dei manager più potenti d’Italia. Bisignani gli suggerisce di ripeterla la sera stessa a Silvio Berlusconi come consiglio da seguire nel rapporto con i finiani, allora in piena emorragia dal PdL. Ma è una frase che ha in sé una sua perfezione senza tempo: è una didascalia permanente di quel che sta succedendo in Italia da anni, comprese le ultime tre settimane. Napoli che viene abbandonata al suo degrado dopo essere stata terra di saccheggio senza scrupoli non è vittima di sé stessa, come ringhiano i leghisti per motivare i propri egoismi sociali, ma di una voracità che non conosce patrie: anche lì un accordo è stato fatto e qualcuno ha mangiato tutto quel che doveva mangiare. I rifiuti per strada sono gli scarti di un pasto consumato sguaiatamente a bocca aperta e mani unte. Anche la manovra appena varata da Tremonti si annuncia come un diversivo per non disturbare le solite digestioni: minimi i provvedimenti per i ricchi veri, nessuno contro i privilegi dei politici, ma prelievi sui deboli con il ticket sanitario e ancora salassi a comuni e regioni, costretti a tagliare a loro volta sui servizi ai cittadini. Anche lì un accordo è stato fatto: chi pasteggiava a champagne da questa manovra non ha nulla da temere. Quale piatto difendono i manganelli in Val di Susa? Chi divora le risorse che vengono ancora sottratte alla scuola? Quale bocca sbrana i contributi senza ritorno dei precari e il prezzo dei diritti dei lavoratori ceduti agli industriali in nome della “ripresa”? Persino agli operai delle fabbrichette si è riusciti a far credere che licenziando le donne il loro posto sarà assicurato; infatti non hanno scioperato per difenderle. Alla scuola del trogolo anche i cani bastonati si convincono di dover agire da maiali.

Michela Murgia,
Il Fatto Quotidiano 03 Luglio 2011

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