È un giorno di inizio estate quando squilla il telefono e Nora annuncia il proprio ritorno. Sono passati venticinque mesi, tre settimane e cinque giorni. Ma per lei è come se fossero passate solo due settimane da quando ha lasciato Parigi, quasi che il tempo e l’amore fossero reversibili. Ambigua fin dalle origini – di madre francese e di padre inglese –, aspirante attrice, giovanissima e inquieta, Nora è la donna eternamente sfuggente e inconoscibile. Capace di slanci improvvisi e di fughe inspiegate, nella sua sovrana ingratitudine tiene avvinti a sé due uomini quantomai diversi.
A Parigi la aspetta Louis Blériot, traduttore freelance, quarantenne con il look dell’eterno ragazzo, che vive con la moglie Sabine – una donna colta, intelligente, amorevole – vigliaccamente in attesa che lei lo lasci. Fin dal primo incontro, Nora è stata per lui «la ragazza che gli è destinata», capace di tenerlo in uno stato di eterna sospensione fra «l’angoscia dell’infedeltà e la depressione della fedeltà». A Londra la cerca Murphy Blomdale, operatore finanziario, americano al cento per cento nel suo volontarismo austero e iperattivo, un uomo che legge sant’Agostino e coltiva la rara virtù della pazienza, e che non riesce a convincersi dell’abbandono di Nora, forse perché «qualcosa lo trattiene dal rinunciare a essere felice».
Patrick Lapeyre reinterpreta in chiave contemporanea i temi dell’amore fatale e del triangolo amoroso, tentando di risolvere la delicata equazione della vita e del desiderio.
A Parigi la aspetta Louis Blériot, traduttore freelance, quarantenne con il look dell’eterno ragazzo, che vive con la moglie Sabine – una donna colta, intelligente, amorevole – vigliaccamente in attesa che lei lo lasci. Fin dal primo incontro, Nora è stata per lui «la ragazza che gli è destinata», capace di tenerlo in uno stato di eterna sospensione fra «l’angoscia dell’infedeltà e la depressione della fedeltà». A Londra la cerca Murphy Blomdale, operatore finanziario, americano al cento per cento nel suo volontarismo austero e iperattivo, un uomo che legge sant’Agostino e coltiva la rara virtù della pazienza, e che non riesce a convincersi dell’abbandono di Nora, forse perché «qualcosa lo trattiene dal rinunciare a essere felice».
Patrick Lapeyre reinterpreta in chiave contemporanea i temi dell’amore fatale e del triangolo amoroso, tentando di risolvere la delicata equazione della vita e del desiderio.
"Ora lei è così vicina e Blériot ha la sensazione che se, per disgrazia o distrazione, dovesse chinarsi troppo in avanti, le cadrebbe tra le braccia come un sonnambulo.
Dato che lei sembra attendere una sua reazione, in quel momento si accontenta di toccarle l’orecchio con una mano, senza alcuna volontà cosciente.
Non succede nient’altro. Lei non respinge la sua mano, ma non la afferra neppure, anche se per qualche secondo il suo braccio resta sospeso in aria.
Sono quasi le sei, dice d’un tratto Nora. Sono preoccupata.
Anch’io, dice lui, provando a sua volta un inspiegabile straniamento.
Tornano insieme al punto da cui sono partiti, guardando in direzione del parco e della casa, come sopraffatti da un presentimento.
Che cosa faremo ora? chiede lei con voce sconvolta. Ne hai idea?
Ma Blériot, che non è mai stato così innamorato, è smarrito quanto lei."
Dato che lei sembra attendere una sua reazione, in quel momento si accontenta di toccarle l’orecchio con una mano, senza alcuna volontà cosciente.
Non succede nient’altro. Lei non respinge la sua mano, ma non la afferra neppure, anche se per qualche secondo il suo braccio resta sospeso in aria.
Sono quasi le sei, dice d’un tratto Nora. Sono preoccupata.
Anch’io, dice lui, provando a sua volta un inspiegabile straniamento.
Tornano insieme al punto da cui sono partiti, guardando in direzione del parco e della casa, come sopraffatti da un presentimento.
Che cosa faremo ora? chiede lei con voce sconvolta. Ne hai idea?
Ma Blériot, che non è mai stato così innamorato, è smarrito quanto lei."
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