Articolo di Dan Free Bloggart
L’ultima tornata referendaria ha definitivamente consacrato la rete come catalizzare sociale. D’ora in avanti l’umore del popolo della rete dovrà essere tenuto ben presente, da tutti. Ma se la rete ha raggiunto questo livello di espansione, benché ampiamente ostacolata dalla politica e dai media tradizionali, è perché in quanto esseri sociali abbiamo bisogno del prossimo. Per vivere, dobbiamo socializzare.
Per troppo tempo ci hanno tenuti lontani, diffondendo la cultura della paura, dell'insicurezza diffusa. Il diverso, l’extracomunitario, il clandestino sono stati agitati come spauracchi per tenerci isolati. Non v’è dubbio che il clandestino di oggi è il diavolo della chiesa di ieri. Cambiano la forma, ma la sostanza (gli intenti del potere) è sempre la stessa: diffondere la paura per sottomettere le popolazioni.
Ma di chi, esattamente, dovremmo avere paura? Del clandestino che scappa dal suo paese in guerra o dal mafioso parlamentare? Non dovremmo forse, più che avere paura, essere proprio terrorizzati da una casta di politici corrotti che, mentre pretende un popolo sottomesso, succhia tutta la linfa vitale del Paese, come fa un parassita su una pianta in fiore?
Si è visto che il problema della sicurezza, per gli Italiani, è l’ultimo dei problemi. Eppure, da anni si punta su quello per non parlare di altro: si fabbricano paure e le si danno in pasto al popolo come si butta un cadavere in pasto ai porci, affinchè vi si accaniscano sopra e non si plachino fino a che non ne resti un solo brandello disponibile. Ma gli Italiani, fortunatamente, non sono porci. Nel nostro DNA c’è la solidarietà, la tolleranza. Sappiamo bene che anche noi siamo stati un popolo di migranti e che abbiamo sofferto tantissimo, soprattutto i pregiudizi.
La grande affermazione della rete è proprio questa: poter essere di nuovo nella piazza. Perché se la “piazza fisica” poneva dei grossi limiti, la “piazza virtuale” permette a tutti di esserci. La tecnologia permette di “esserci” senza esporsi. Internet consente di far sentire la propria voce anche a coloro i quali non ne avrebbero mai avuto la possibilità. La rete rende possibile gridare i propri pensieri, i propri sogni, senza la necessità di dover essere in prima fila.
Dobbiamo proteggere questo potente mezzo: rappresenta un progresso per l’umanità come lo fu la scoperta del fuoco o della penicillina. Il potere cerca e cercherà sempre di evitarne la diffusione con tutti i mezzi, leciti e illeciti. Sapremo lottare, se necessario con accanimento, per evitare che questo avvenga?
Per troppo tempo ci hanno tenuti lontani, diffondendo la cultura della paura, dell'insicurezza diffusa. Il diverso, l’extracomunitario, il clandestino sono stati agitati come spauracchi per tenerci isolati. Non v’è dubbio che il clandestino di oggi è il diavolo della chiesa di ieri. Cambiano la forma, ma la sostanza (gli intenti del potere) è sempre la stessa: diffondere la paura per sottomettere le popolazioni.
Ma di chi, esattamente, dovremmo avere paura? Del clandestino che scappa dal suo paese in guerra o dal mafioso parlamentare? Non dovremmo forse, più che avere paura, essere proprio terrorizzati da una casta di politici corrotti che, mentre pretende un popolo sottomesso, succhia tutta la linfa vitale del Paese, come fa un parassita su una pianta in fiore?
La grande affermazione della rete è proprio questa: poter essere di nuovo nella piazza. Perché se la “piazza fisica” poneva dei grossi limiti, la “piazza virtuale” permette a tutti di esserci. La tecnologia permette di “esserci” senza esporsi. Internet consente di far sentire la propria voce anche a coloro i quali non ne avrebbero mai avuto la possibilità. La rete rende possibile gridare i propri pensieri, i propri sogni, senza la necessità di dover essere in prima fila.
Dobbiamo proteggere questo potente mezzo: rappresenta un progresso per l’umanità come lo fu la scoperta del fuoco o della penicillina. Il potere cerca e cercherà sempre di evitarne la diffusione con tutti i mezzi, leciti e illeciti. Sapremo lottare, se necessario con accanimento, per evitare che questo avvenga?
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