Chi racconta questa storia giura che è reale.
È reale il luogo, un castello nella campagna italiana che fa da sfondo alle dorate e boccaccesche vacanze di un gruppo di giovani inglesi all'inizio degli anni Settanta.
È reale il tempo, quello della vellutata ma non per questo incruenta «rivoluzione sessuale». I ragazzi sono tutti reali: lo è Keith, «pedante, verboso, leccato, un romantico convinto: sì, avrebbe potuto essere un poeta»; e Lily, l'intelligente, pragmatica, non-ancora-bella Lily; è reale la numinosa e concupita Scheherazade; e lo è perfino Gloria, Gloria del portentoso fondoschiena, Gloria del grande segreto. «Nemmeno i nomi sono stati cambiati. Perché preoccuparsi? Per proteggere gli innocenti? Non c'erano innocenti. Oppure lo erano tutti - ma non possono essere protetti».
È reale il luogo, un castello nella campagna italiana che fa da sfondo alle dorate e boccaccesche vacanze di un gruppo di giovani inglesi all'inizio degli anni Settanta.
È reale il tempo, quello della vellutata ma non per questo incruenta «rivoluzione sessuale». I ragazzi sono tutti reali: lo è Keith, «pedante, verboso, leccato, un romantico convinto: sì, avrebbe potuto essere un poeta»; e Lily, l'intelligente, pragmatica, non-ancora-bella Lily; è reale la numinosa e concupita Scheherazade; e lo è perfino Gloria, Gloria del portentoso fondoschiena, Gloria del grande segreto. «Nemmeno i nomi sono stati cambiati. Perché preoccuparsi? Per proteggere gli innocenti? Non c'erano innocenti. Oppure lo erano tutti - ma non possono essere protetti».
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