librerie canova

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Conegliano - Treviso

LIBERNAUTA 2012

LIBERNAUTA 2012
Concorso a premi per terrestri curiosi dai 14 ai 19 anni e over 20

domenica 31 ottobre 2010

Lucio Anneo Seneca - LA PAURA

...e mi stupisco della nostra follia, per cui siamo così attaccati a un bene fugacissimo, il corpo, e abbiamo paura di morire da un momento all'altro, mentre ogni momento è la morte del nostro precedente modo di essere: deciditi a non temere che avvenga una volta ciò che succede ogni giorno!

Umberto Eco - IL CIMITERO DI PRAGA

Umberto Eco è nato ad Alessandria nel 1932; filosofo, medievista, semiologo, massmediologo, ha esordito nella narrativa nel 1980 con Il nome della rosa (Premio Strega 1981), seguito da Il pendolo di Foucault (1988), L’isola del giorno prima (1994), Baudolino (2000) e La misteriosa fiamma della regina Loana (2004). Tra le sue numerose opere di saggistica (accademica e non) si ricordano: Trattato di semiotica generale (1975), I limiti dell’interpretazione (1990), Kant e l’ornitorinco (1997), Dall’albero al labirinto (2007) e, insieme a Jean-Claude Carrière, Non sperate di liberarvi dei libri (2009). Nel 2004 ha curato il volume illustrato Storia della Bellezza, seguito nel 2007 da Storia della Bruttezza e nel 2009 da Vertigine della lista

 Lungo il XIX secolo, tra Torino, Palermo e Parigi, troviamo una satanista isterica, un abate che muore due volte, alcuni cadaveri in una fogna parigina, un garibaldino che si chiamava Ippolito Nievo, scomparso in mare nei pressi dello Stromboli, il falso bordereau di Dreyfus per l’ambasciata tedesca, la crescita graduale di quella falsificazione nota come I protocolli dei Savi Anziani di Sion, che ispirerà a Hitler i campi di sterminio, gesuiti che tramano contro i massoni, massoni, carbonari e mazziniani che strangolano i preti con le loro stesse budella, un Garibaldi artritico dalle gambe storte, i piani dei servizi segreti piemontesi, francesi, prussiani e russi, le stragi in una Parigi della Comune dove si mangiano i topi, colpi di pugnale, orrendi e puteolenti ritrovi per criminali che tra i fumi dell’assenzio pianificano esplosioni e rivolte di piazza, barbe finte, falsi notai, testamenti mendaci, confraternite diaboliche e messe nere. Ottimo materiale per un romanzo d’appendice di stile ottocentesco, tra l’altro illustrato come i feuilletons di quel tempo. Ecco di che contentare il peggiore tra i lettori. Tranne un particolare. Eccetto il protagonista, tutti gli altri personaggi di questo romanzo sono realmente esistiti e hanno fatto quello che hanno fatto. E anche il protagonista fa cose che sono state veramente fatte, tranne che ne fa molte, che probabilmente hanno avuto autori diversi. Ma chi lo sa, quando ci si muove tra servizi segreti, agenti doppi, ufficiali felloni ed ecclesiastici peccatori, può accadere di tutto. Anche che l’unico personaggio inventato di questa storia sia il più vero di tutti, e assomigli moltissimo ad altri che sono ancora tra noi.

sabato 30 ottobre 2010

Jean de La Bruyère - I DESIDERI



Le cose più desiderate non si realizzano o, se si attuano, ciò non accade nel tempo e nelle circostanze in cui esse avrebbero arrecato un estremo piacere.

Clancy Martin - COME SI VENDE



 Bobby Clark ha sedici anni, l’incoercibile abitudine di marinare la scuola e una discreta inclinazione alla cleptomania: tanto che il furto di un astuccio pieno di anelli per diplomandi – che si riveleranno patacche di ferro e ottone appena bagnate d’oro e argento – gli è valso l’espulsione da scuola. Decide allora di lasciare il Canada per il Texas, raggiungere il fratello maggiore e aderire alla sua versione del sogno americano. Già, perché Jim, il fratello, ha un lucroso impiego presso un grande negozio di preziosi, una Porsche, una bella moglie, un’amante ancora più bella, e una manifesta dipendenza dalla cocaina. Sotto la sua ala, Bobby imparerà che si può comprare e vendere qualsiasi cosa: basta conformarsi a un’unica regola, l’inganno – verso i clienti, verso i familiari e, soprattutto, verso se stessi.
Come si vende è una storia di formazione, quanto meno per ciò che riguarda alcune tra le più antiche passioni umane: il sesso e la ricchezza, ma anche l’amore. La vivida descrizione della volgarità e della fraudolenza imperanti nel mercato del lusso e lo sguardo candido e brutale del protagonista si compongono in una commedia nera che è anche un manuale di raggiro. Un gioiello, verrebbe da dire.


venerdì 29 ottobre 2010

Dalai Lama - LA NOSTRA VERA NATURA

Al giorno d'oggi si attribuisce grande valore all'individualismo, al diritto di pensare con la propria testa, senza conformarsi ai valori imposti dalla società o dalla tradizione. D'altra parte però ci alimentiamo unicamente di informazioni che provengono dai media e perciò diventiamo incapaci di basarci sulle nostre qualità personali, di avere fiducia nella nostra vera natura.

Herta Müller - BASSURE

Herta Müller (Niţchidorf, 17 agosto 1953) è una scrittrice tedesca, nata in Romania e vincitrice del Premio Nobel per la letteratura nel 2009. È nota per aver scritto alcuni libri sulle condizioni di vita in Romania durante la dittatura di Nicolae Ceauşescu.

Herta Müller nasce a Niţchidorf, nel Distretto di Timiş, il 17 agosto 1953. Studia all'Università di Timişoara, e nel 1976 inizia a lavorare come traduttrice in una azienda ingegneristica, dalla quale sarà licenziata nel 1979 per mancata collaborazione con la Securitate, i servizi segreti del regime comunista.[1]

Si guadagna da vivere come maestra d'asilo e insegnante di lingua tedesca. Nel 1982 pubblica il suo primo libro, che uscirà però solamente in forma censurata, come gran parte delle pubblicazioni dell'epoca. Nel 1987, lascia la Romania per andare a vivere in Germania (dove vive tuttora) insieme al marito , lo scrittore Richard Wagner, e da lì inizierà a ricevere proposte per divenire professore universitario.

La Müller nel 1995 viene accolta nell'Accademia tedesca di Letteratura e Poesia. Nel 1997 abbandona il PEN Club, come forma di protesta per la decisione di riunire le associazioni che facevano capo alla Germania Est ed Ovest prima del crollo del Muro di Berlino.

Nel 2008 ha inviato una lettera critica a Horia-Roman Patapievici, presidente dell'Istituto di Cultura Romena, che aveva espresso il suo supporto ad una scuola romeno-tedesca nella quale lavoravano due ex-informatori della Securitate.

Nel 2009 riceve il Premio Nobel per la Letteratura, con la seguente motivazione: «Con la concentrazione della poesia e la franchezza della prosa ha rappresentato il mondo dei diseredati».

 L’opera è composta da diciannove capitoli, diciannove quadri strettamente correlati. Tutto inizia con l’inquietante tensione de L’orazione funebre, che ci fa entrare nella vita di una bambina sveva che assiste al funerale del padre. Ne Il bagno svevo conosciamo tutta la famiglia: il bambino più piccolo, la madre, il padre, la nonna, il nonno, che approfittano dello stesso bagno caldo, dello stesso sapone, per lavarsi, uno dopo l’altro, per poi tutti insieme sedersi a vedere il film del sabato. Completa il quadro La mia famiglia dove l’autrice approfondisce ognuno dei personaggi e traccia il loro albero genealogico. Questi tre primi racconti sono il preambolo di Bassure, il capitolo più lungo, dominato dalla ricchezza lirica della prosa e l’iridescenza poetica dei pensieri. La natura si fa protagonista, con i fiori, le acacie, le mosche, i maiali, le rane, i gatti e un’infinità di elementi e personaggi che vanno a formare il quadro più colorito dell’opera, per manifestare la sofferenza, l’isolamento e l’abbandono in cui versano la sua famiglia e il villaggio svevo. Per essere ancora più chiara, la bambina racconta il lavoro del padre in Pere marce. La ritroviamo mentre balla in Tango soffocante, e, convertita in adolescente, balla anche ne La finestra. Apparirà ne L’uomo con la scatola di fiammiferi. Racconta le vacanze dei genitori al mare, parla della sua solitudine, della successione dei dittatori, degli assassini della mafia, fino descrivere in un Giorno feriale la sua vita in fabbrica.

giovedì 28 ottobre 2010

François de La Rochefoucauld - L'UMILTA'





L'umiltà è l'altare su cui Dio vuole che gli si offrano i sacrifici.

Salwa Al-Neimi - IL LIBRO DEI SEGRETI

Otto racconti brevi, intensi, che esprimono con grande forza e coraggio un desiderio di libertà e riscatto. Da Ventre, sulla maternità illecita e la società che non perdona, ad Angeli, dove il sarcasmo pungente di Salwa al-Neimi mette alla berlina la rispettabilità presunta del matrimonio, attraverso un marito devoto che teme di accostarsi a sua moglie dopo il Ramadan, perché ha paura di perdere la conquistata purezza, ma non per questo disdegna le avance dello Shaikh. O, uno per tutti, il meraviglioso Siesta, inno alla libertà di decidere di vivere la propria vita sessuale in maniera libera e senza inibizioni: un uomo e una donna si incontrano a un convegno sul ruolo della donna nei paesi arabi - la Al-Neimi è abilissima, sottile e ironica nel mettere in scena la sensualità discreta dell'approccio dei due e il simposio dei massimi esperti che si affannano a dimostrare che la donna araba non può avere un ruolo di responsabilità nella società perché non è in grado di gestirlo -,tra loro c'è una forte attrazione, i due non resistono, e lei cede alla tentazione senza rimorsi, senza paure. Otto racconti dove Salwa al-Neimi critica e sbeffeggia le impalcature che circondano le strutture sociali e proteggono, oscurandola con una facciata di falsità e buonismo, una società corrotta e ipocrita. Otto storie pervase di una femminilità piacevolissima, di una bellezza primitiva e irriverente, scritte con tagliente ironia e grande passione.

mercoledì 27 ottobre 2010

Malcolm X - LA VOLONTA' DI CAMBIARE


Gli uomini quando sono tristi non fanno niente, si limitano a piangere sulla loro situazione. Ma quando si arrabbiano si danno da fare per cambiare le cose.

Awista Ayub - GIOCANDO A CALCIO A KABUL


 Anche se quando è fuggita con la sua famiglia non aveva che due anni, Awista non ha mai dimenticato le sue origini. Ha studiato nel suo nuovo paese, intanto, e ha sempre praticato sport. Così il giorno in cui decide che è tempo di iniziare la sua battaglia per aiutare le donne afgane, sceglie il gioco che ama di più, il calcio, per dare vita alla sua piccola rivoluzione.

Ancora sotto il regime talebano, la giovane Awista riesce a portare in America otto ragazze per formare una squadra. Per Samira, Robina, Miriam e le altre non è solo l’occasione di praticare ciò che a casa loro a ogni donna è tenacemente proibito, lo sport, ma di conquistare sicurezza e autostima. Quelle otto ragazze, che hanno dovuto superare problemi enormi e affrontare la condanna di parenti e amici, una volta tornate in patria diffondono la loro passione. E poco dopo decine di giovanissime donne chiederanno di fare altrettanto.

Se si tiene conto che ancora oggi in Afghanistan mogli, madri, figlie e sorelle sono spesso private delle più elementari libertà, a partire da quella di frequentare la scuola, si capisce di quanto coraggio siano capaci queste ragazze, che affrontano rischi inimmaginabili per conquistare ciò che altrove pare scontato.

Questa è la loro storia, la storia di un sogno coltivato con incrollabile tenacia, una storia di speranza e determinazione. Perché come dice un proverbio afgano, per quanto sia alta la montagna, c’è sempre un sentiero per arrivare in cima.

martedì 26 ottobre 2010

Michel de Montaigne - IL DESIDERIO




Il nostro desiderio disprezza e trascura ciò che ha fra le mani per correre dietro a ciò che non ha.

Jenna Blum - CACCIATORI DI TEMPESTE




Karena Hallingdahl, trentotto anni appena compiuti e un matrimonio alle spalle, lavora nella redazione del Minneapolis Ledger. Un lavoro di routine, fatto di articoli sulla vita locale e sulla gastronomia norvegese, in omaggio alle origini di una buona fetta della popolazione del Minnesota, terra di pionieri scandinavi fin dalla fine del XIX secolo. Nei momenti liberi, Karena va sul sito dello Storm Prediction Center a scrutare le nuvole verdi generate dal computer, sperando di scorgere là sotto Charles, il fratello gemello sparito da anni dalla sua vita. Charles è biondo e ha la pelle chiara come Karena ma, diversamente da lei, è un tipo geniale e folle che alterna stati di depressione ed euforia in un baleno, e che, soprattutto, coltiva un'unica, irrefrenabile passione: dare la caccia alle tempeste. Una passione che ha segnato la sua vita e quella di Karena, legandole per sempre col sigillo di un segreto inconfessabile. Un giorno di quasi vent'anni prima, infatti, Charles si è inoltrato con sua sorella in un bosco dell'Iowa inseguendo una tempesta a bordo di una jeep. In preda a uno dei suoi stati euforici, guidava veloce sotto la grandine, così veloce che non si è nemmeno accorto di aver urtato e ucciso un motociclista. Karena l'ha visto l'uomo, immobile sotto la sua moto. Ma ha taciuto, non ha proferito parola con lo sceriffo, ha scelto il silenzio, come le suggeriva Charles, un silenzio che le è gravato per anni sul cuore e che ora la opprime ancora di più.

lunedì 25 ottobre 2010

Nicolas Chamfort - APATIA



Vi sono due cose alle quali bisogna assuefarsi, se non si vuole trovare la vita insopportabile: le ingiurie del tempo e le ingiustizie degli uomini.

Tom Knox - IL MARCHIO DI CAINO

Tom Knox è lo pseudonimo dello scrittore e giornalista Sean Thomas. Nato in Inghilterra, è stato corrispondente estero per numerose testate e periodici, tra cui The Times, The Guardian e The Daily Mail. Nel 2007 ha vinto il premio del Sunday Times come «scrittore di viaggio dell’anno». Ha scritto un memoir e saggi su argomenti diversi: arte, politica, storia antica, curiosità. Ma è dai suoi straordinari reportage nei luoghi più remoti e misteriosi che nascono i suoi romanzi. Quando non è immerso in uno dei suoi innumerevoli viaggi negli angoli più remoti del mondo, vive a Londra. 

Che cosa accomuna il deserto della Namibia alle chiese dei villaggi sperduti nei Pirenei baschi? Qual è il legame fra il monastero costruito da Le Corbusier e il campo di concentramento di Gurs in Francia? Nessuno lo deve sapere.
Perché un’intera popolazione nel cuore dell’Europa è stata perseguitata per secoli fino ad arrivare alle soglie dell’estinzione? Nessuno lo deve sapere.
Chi sta uccidendo in modo efferato alcuni anziani dalla ricchezza insospettabile? Qual è il segreto che gli assassini stanno cercando di proteggere? Nessuno lo deve sapere.
Il viaggio nei Pirenei dell’avvocato David Martinez non è una semplice ricerca delle proprie origini familiari. Inseguito da un feroce terrorista basco, David capirà che per risolvere il mistero della morte improvvisa e violenta dei genitori dovrà sciogliere un enigma ancora più grande e sconvolgente. Un enigma che ha radici nel periodo del nazismo e che getta un’ombra sinistra sulla Chiesa. O forse ha origini ancora più remote, nascoste in oscuri passaggi biblici che parlano di un popolo maledetto da Dio e dagli uomini. Un popolo che recava su di sé il marchio di Caino. 


UN BRANO
"David avvertì un lampo di gelido terrore percorrergli il corpo fino alla punta delle dita. Si sentiva un animale braccato: combattere o scappare? Si portò una mano alla fronte per schermare il riflesso del sole e guardò dall’altra parte di Piace d’Eglise.
Amy aveva ragione. Una macchina rossa aveva appena fatto il suo ingresso nella piazza. Miguel e altri due uomini con i capelli scuri scesero dall’auto e si diressero verso la chiesa. David si nascose nell’ombra. Era paralizzato dalla paura. Anche Arny era indietreggiata.
«Non ci ha ancora visti.»
«Questione di poco. Sta arrivando, siamo in trappola.»
Dal loro nascondiglio nell’oscurità guardavano verso la luce carica di cattivi presagi."  

 



domenica 24 ottobre 2010

Søren Kierkegaard - LA GRANDEZZA DELL'UOMO



La grandezza non consiste nell'essere questo o quello, ma nell'essere sé stesso, e questo ciascuno lo può se vuole.

Tahar Ben Jelloun - L'UOMO CHE AMAVA TROPPO LE DONNE

Tahar Ben Jelloun è nato a Fès (Marocco) nel 1944, e vive a Parigi. Poeta, romanziere e giornalista, ha vinto il Premio Goncourt nel 1987. È noto in Italia per i suoi numerosi libri, tra cui Creatura di sabbia, 1987; L’amicizia, 1994; Corrotto, 1994; L’ultimo amore è sempre il primo?, 1995; Nadia, 1996; Il razzismo spiegato a mia figlia, 1998, giunto alla quarantottesima edizione (e ripubblicato nel 2010 in una nuova edizione accresciuta); L’estrema solitudine, 1999; L’albergo dei poveri, 1999; La scuola o la scarpa, 2000; Il libro del buio, 2001 (International IMPAC Dublin Literary Award 2004); L’Islam spiegato ai nostri figli, 2001 (ripubblicato nel 2010 in una nuova edizione accresciuta); Jenin, 2002; Amori stregati, 2003; L’ultimo amico, 2004; “La fatalità della bellezza”, in Amin Maalouf, Tahar Ben Jelloun, Hanif Kureishi, Notte senza fine, 2004; Non capisco il mondo arabo, 2006; Partire, 2007. Per il profondo messaggio contenuto nel volume Il razzismo spiegato a mia figlia, il 16 novembre 1998 gli è stato conferito dal Segretario generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan, il “Global Tolerance Award”. Nel 2002 ha ricevuto dal Centro Pio Manzù la Medaglia del Senato della Repubblica Italiana.


“Mio marito
dice di amare troppo le donne
ma è falso;
non è neanche capace di amare sua moglie.”
Donne, successo, viaggi, denaro... È questa la vita del protagonista del nuovo romanzo di Tahar Ben Jelloun, un pittore ormai famoso in tutto il mondo, noto e invidiato tanto per la sua fama quanto per il suo successo con le donne. Solo una donna non apprezza il suo fascino, ed è sua moglie, stanca dei continui tradimenti e di doversi fare carico della famiglia e dei figli da sola. Il loro matrimonio è ormai un incubo: lui vorrebbe lasciarla ma non trova il coraggio per decidersi, lei vorrebbe tenerlo legato a sé ma riesce solo a fargli pagare il prezzo delle sue ferite. All'ennesimo litigio, però, il cuore di lui non regge e un ictus, paralizzandolo, lo costringe al letto e alla dipendenza. Dal letto e dalla poltrona della sua malattia, tutto assume un altro aspetto, la verità del suo matrimonio emerge con più evidenza e il pittore ripensa al suo passato, ce ne racconta illusioni e delusioni, tradimenti e fedeltà. Chissà, però, se tutto quel che racconta è vero... Di certo non corrisponde a quel che ne dice la moglie.

sabato 23 ottobre 2010

Baltasar Gracián - LA TORCIA




Quanto più una torcia fa luce, tanto più si consuma e tanto meno dura.

Barry Sebastian - IL SEGRETO

Sebastian Barry è nato a Dublino nel 1955, figlio dell’attrice irlandese Joan O’Hara. Ha studiato al Trinity College. Ha ricoperto varie cariche accademiche, tra cui la Honour Fellowship in Scrittura all’Università dell’Iowa, e quella di Writer Fellow presso il Trinity College. È drammaturgo, romanziere e poeta. Anche il suo romanzo del 2005 A Long Long Way è stato finalista al Man Booker Prize.


“Bello, Il segreto risplende
della luminosità misteriosa
di una fiaba moderna.”
Irish Times

“La più vivida
creazione letteraria dell’anno,
una storia avvolgente
e tridimensionale.”
Sunday Telegraph

“Le vite raccontate in questo romanzo
sono reinventate
in un linguaggio di incomparabile bellezza...
la lingua di Sebastian Barry
è come una canzone.”
The New York Times


“Si può amare un uomo
che si conosce solamente
– in senso biblico –
per una notte? Non lo so.
Eppure quello fu amore,
un amore dolce,
travolgente, giusto.
Che dio mi perdoni.”
Un caso di follia. Roseanne McNulty è chiusa in manicomio da molti decenni, impegnata a redigere meticolosamente e in assoluta clandestinità i suoi diari. Roseanne ci racconta di una vita avventurosa: sposata e poi ripudiata a causa di un breve incontro con un ribelle conosciuto durante la guerra civile irlandese, Roseanne vive del poco che le resta. A interrompere la sua solitudine, una notte d’amore in cui viene concepito suo figlio. Poi più nulla nei suoi ricordi, solo le mura scrostate di quel fantasmatico e sinistro manicomio. Anche il dottor Greene, lo psichiatra che ha in cura da trent’anni Roseanne, affida alla scrittura di un diario le sue considerazioni sulla propria esistenza e su quella strana paziente, sempre più convinto che il suo internamento celi ben altri misteri. E sarà proprio la rivelazione del segreto custodito da anni nella memoria di Roseanne a sconvolgere la sua vita e quella del dottor Greene. Il segreto è un romanzo che appassiona e avvince, fa correre il lettore sul filo di lama che separa la cattiveria degli uomini e il loro insopprimibile bisogno di verità; la luce della scienza e le oscure profondità dell'anima; la normalità e la follia. Un romanzo pluripremiato: vincitore del Costa Novel of the Year Award e del Costa Book of the Year Award. Finalista al Man Booker Prize e al Los Angeles Times Book Award. Vincitore del Hughes & Hughes Irish Novel of the Year e del Tubridy Show Listeners’ Choice Award.

venerdì 22 ottobre 2010

Marco Aurelio - IL CONTROLLO



Gli scatti d'ira e i dispiaceri che ne seguono producono in noi danni di gran lunga più gravi delle stesse cose per cui ci adiriamo e ci affliggiamo.

John Irving - ULTIMA NOTTE A TWISTED RIVER

John Irving è nato nel 1942 nel New Hampshire e vive tra il Vermont e Toronto. Ormai un autore classico della letteratura americana, ha vinto il National Book Award per il suo capolavoro, Il mondo secondo Garp. Tra gli altri romanzi, Le regole della casa del sidro, Hotel New Hampshire, e più di recente In cerca di te (Rizzoli 2006). La sua opera è disponibile in Italia nel catalogo Bur e nei Tascabili Bompiani. Il suo sito internet è www.John-Irving.com.

 Dominic Baciagalupo, cuoco italoamericano, tiene sempre una padella di ferro appesa al muro della sua camera da letto. Perché nel 1954, nel primitivo insediamento di boscaioli di Twisted River, New Hampshire, la vita è dura, e la padella un’ottima arma di difesa. Almeno fino alla notte in cui il figlio di Dom, Danny, la usa per ammazzare quello che crede un orso, e invece è una donna dai lunghi capelli corvini: l’amante di suo padre, e la fidanzata di un uomo vendicativo e violento, Carl. Nel mondo “pieno di incidenti” in cui John Irving ambienta le sue storie magnifiche e umanissime, questo vuol dire, per padre e figlio, una fuga che durerà una vita. Fuga da una vendetta destinata prima o poi a colpire, da un “odio letale” cui verrà lasciato libero corso. L’unico legame col passato sarà per i fuggitivi il taglialegna Ketchum, omone burbero ed eccentrico, il più improbabile degli angeli custodi. E mentre le vite dei tre, all’ombra dell’odio di Carl, seguono i loro corsi disuguali e accidentati, come i tronchi che a Twisted River vengono trasportati dalla corrente, John Irving ci racconta con il suo genio di narratore un mondo in cui la sopravvivenza è insieme “tenace e precaria”, e la casualità troppo spesso si trasforma in tragedia. Anche se a volte, proprio per caso, s’incontra lungo la strada quello che ciascuno può chiamare il senso della vita.

giovedì 21 ottobre 2010

Arthur Schnitzler - LA PAROLA DI DIO


Fintanto che ogni buffone, ogni teologo, ogni baciapile e ogni scribacchino si può permettere di interpretare e usare la parola di Dio come gli fa comodo sul momento, qualsiasi discussione intorno alle questioni religiose rimarrà infeconda.

Pino Roveredo - LA MELODIA DEL CORVO

Pino Roveredo è nato nel 1954 a Trieste da una famiglia di artigiani: il padre era calzolaio. Dopo varie esperienze (e salite) di vita, ha lavorato per anni in fabbrica. Operatore di strada, scrittore e giornalista, collaboratore del “Piccolo” di Trieste, fa parte di varie organizzazioni umanitarie che operano in favore delle categorie disagiate. Tra le sue opere, Schizzi di vino in brodo (2000), Ballando con Cecilia (2000), da cui lui stesso ha tratto una stesura teatrale rappresentata al Festival di Todi. Bompiani ha pubblicato Mandami a dire (2005, Premio Campiello, Premio Predazzo, Premio Anmil, Premio “Il campione”), Capriole in salita (2006), Attenti alle rose (2009). Caracreatura ha vinto il Premio Torre di Castruccio 2008. Attenti alle rose ha vinto i premi: La Lizza d’oro di Massa Carrara e il Premio “Giuseppa Giusti” di Monsummano.


“Lei, la mia regina,
terremoto di bellezza,
come un miracolo che scoppia in ritardo,
alla faccia degli avventori e della storia,
era ritornata.”
“Pino Roveredo è uno dei migliori scrittori italiani dell’ultimo decennio.”
Giorgio De Rienzo, Corriere della Sera

“Una scrittura eccezionale, attraversata da un lirismo noir, tra misticismo e passione carnale. Il nuovo Pasolini.”
Transfuge

Nella vita piccoloborghese e addormentata di Gino Bonazza, tra la moglie poco amata e una figlia a lui indifferente, compare improvvisamente Giuliana, una fiamma di gioventù. Giuliana, un’attivista di sinistra, bella come il sole, getta lo scompiglio nella vita di Gino, il quale, abbagliato da lei, non si preoccupa di raccogliere informazioni su cosa faccia per vivere. Lei, dopo le notti di folle amore, esce di casa al mattino presto per rientrare tardi, mentre lui le presta soldi a perdere. Solo quando Gino finisce in galera inizia a capire di essere entrato in una spirale senza uscita. A nulla varranno i tentativi di Giuliana, stanca di essere legata a lui, di lasciarlo. Gino la ama e sarà con lei per sempre. Costi quel che costi. Pino Roveredo torna con un romanzo sentimentale che è anche un noir all’ultimo respiro e pervaso di sottile ironia. Nel suo stile caldo, avvolgente, intessuto di metafore mirabolanti che lo ha fatto amare dai lettori e dalla critica, La melodia del corvo è la canzone di un amore folle.

mercoledì 20 ottobre 2010

Robert F. Kennedy - DISCORSO SUL PIL

Non troveremo mai un fine per la nazione né una nostra personale soddisfazione nel
mero perseguimento del benessere economico, nell’ammassare senza fine beni terreni.
Non possiamo misurare lo spirito nazionale sulla base dell’indice Dow-Jones, né i successi del
paese sulla base del prodotto nazionale lordo (PIL).
Il PIL comprende anche l’inquinamento dell’aria e la pubblicità delle sigarette,
e le ambulanze per sgombrare le nostre autostrade dalle carneficine dei fine-settimana.
Il PIL mette nel conto le serrature speciali per le nostre porte di casa, e le prigioni
per coloro che cercano di forzarle. Comprende programmi televisivi che valorizzano la violenza
per vendere prodotti violenti ai nostri bambini. Cresce con la produzione di napalm, missili
e testate nucleari, comprende anche la ricerca per migliorare la disseminazione della
peste bubbonica, si accresce con gli equipaggiamenti che la polizia usa per sedare le rivolte,
e non fa che aumentare quando sulle loro ceneri si ricostruiscono i bassifondi popolari.
Il PIL non tiene conto della salute delle nostre famiglie, della qualità della loro educazione
o della gioia dei loro momenti di svago. Non comprende la bellezza della nostra poesia o la solidità
dei valori familiari, l’intelligenza del nostro dibattere o l’onestà dei nostri pubblici dipendenti.
Non tiene conto né della giustizia nei nostri tribunali, né dell’equità nei rapporti fra di noi. Il Pil
non misura né la nostra arguzia né il nostro coraggio, né la nostra saggezza né la nostra conoscenza,
né la nostra compassione né la devozione al nostro paese. Misura tutto, in breve, eccetto ciò che
rende la vita veramente degna di essere vissuta. Può dirci tutto sull’America, ma non se
possiamo essere orgogliosi di essere Americani. 

Gianrico Carofiglio - LA MANOMISSIONE DELLE PAROLE

Gianrico Carofiglio è nato a Bari nel 1961. Tra i suoi romanzi Le perfezioni provvisorie (Sellerio 2010), il quarto della serie dell’avvocato Guerrieri, e Il passato è una terra straniera (Rizzoli 2004). Con Rizzoli ha inoltre pubblicato un graphic novel insieme al fratello Francesco, Cacciatori nelle tenebre (2007), e una raccolta di racconti, Non esiste saggezza (2010). I suoi libri sono tradotti in tutto il mondo.   

 
Le parole servono a comunicare e raccontare storie. Ma anche a produrre trasformazioni e cambiare la realtà. Quando se ne fa un uso sciatto e inconsapevole o se ne manipolano deliberatamente i signifi cati, l’effetto è il logoramento e la perdita di senso. Se questo accade, è necessario sottoporre le parole a una manutenzione attenta, ripristinare la loro forza originaria, renderle di nuovo aderenti alle cose. In questo libro, atipico e sorprendente, Gianrico Carofi glio rifl ette sulle lingue del potere e della sopraffazione, e si dedica al recupero di cinque parole chiave del lessico civile: vergogna, giustizia, ribellione, bellezza, scelta, legate fra loro in un itinerario concettuale ricco di suggestioni. Il rigore dell’indagine – letteraria, politica ed etica – si combina con il gusto anarchico degli sconfi namenti e degli accostamenti inattesi: Aristotele e don Milani, Cicerone e Primo Levi, Dante e Bob Marley, fi no alle pagine esemplari della nostra Costituzione. Ne derivano una lettura emozionante, una prospettiva nuova per osservare il nostro mondo. Chiamare le cose con il loro nome è un gesto rivoluzionario, dichiarava Rosa Luxemburg ormai un secolo fa. Ripensare il linguaggio, oggi, significa immaginare una nuova forma di vita. 


martedì 19 ottobre 2010

François De La Rochefoucauld - L'AMICIZIA




Nelle disgrazie dei nostri migliori amici troviamo sempre qualcosa che non ci dispiace.

Mauro Corona - LA FINE DEL MONDO STORTO

Mauro Corona è solito ripetere di non essere nato in barca. Ma forse non tutti sanno che in realtà è nato su un carretto, il 9 agosto del 1950.
I suoi genitori, Domenico “Mene” Corona e Lucia Filippin detta “Thia”, quell’estate vagabondavano per le valli del Trentino come venditori ambulanti, ed è proprio sulla strada che dal borgo di Piné portava a Trento che Mauro ha visto la luce sul carretto dei genitori.
Nonostante attorno alla nascita e alla vita del nostro siano fiorite e sorgano tuttora diverse leggendemetropolitane – alcune persone si stupiscono ancora del fatto che non superi i due metri di altezza – questa che segue è la sua vera storia. Fidatevi di noi, lo conosciamo bene.
Rischiare la pelle diventa subito una questione con la quale farà spesso i conti: ancora in fasce, viene colpito da una brutta polmonite che gli lascia poche possibilità di sopravvivenza. Ma quando attorno al suo capezzale vengono accesi ormai anche quattro ceri, le preghiere della nonna Maria, giunta apposta da Erto, restano l’unica speranza cui affidarsi, Mauro guarisce miracolosamente. Non ci dovremmo proprio stupire se oggi si ritrova ad essere un carpino con la scorza dura e tenace come quella del corniolo.
Mauro trascorre quasi sei anni a Piné, ma non ricorda molto di quel periodo. Poi la famiglia decide di riportare lui e il fratello Felice, nato nel 1951, al paese d’origine, Erto, un pugno di case incassato nella valle del torrente Vajont, ultimo baluardo del Friuli occidentale. Mauro conosce i nonni paterni Felice e Maria, e Tina, la zia sordomuta. Trascorre l’infanzia nella Contrada San Rocco, assieme ad altri coetanei ertani. Alcuni di loro, Silvio, Carle, l’Altro Carle, Meto, Piero, Basili, diventeranno suoi inseparabili amici. 
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 Un giorno il mondo si sveglia e scopre che sono finiti il petrolio, il carbone e l'energia elettrica. È pieno inverno, soffia un vento ghiacciato e i denti aguzzi del freddo mordono alle caviglie. Gli uomini si guardano l'un l'altro. E ora come faranno? La stagione gelida avanza e non ci sono termosifoni a scaldare, il cibo scarseggia, non c'è nemmeno più luce a illuminare le notti. Le città sono diventate un deserto silenzioso, senza traffico e senza gli schiamazzi e la musica dei locali. Rapidamente gli uomini capiscono che se vogliono arrivare alla fine di quell'inverno di fame e paura, devono guardare indietro, tornare alla sapienza dei nonni che ancora erano in grado di fare le cose con le mani e ascoltavano la natura per cogliere i suoi insegnamenti. Così, mentre un tempo duro e infame si abbatte sul mondo intero e i più deboli iniziano a cadere, quelli che resistono imparano ad accendere fuochi, cacciare gli animali, riconoscere le erbe che nutrono e quelle che guariscono. Resi uguali dalla difficoltà estrema, gli uomini si incammineranno verso la possibilità di un futuro più giusto e pacifico, che arriverà insieme alla tanto attesa primavera. Ma il destino del mondo è incerto, consegnato nelle mani incaute dell'uomo... Mauro Corona ancora una volta stupisce costruendo un romanzo imprevedibile. Un racconto che spaventa, insegna ed emoziona, ma soprattutto lascia senza fiato per la sua implacabile e accorata denuncia di un futuro che ci aspetta. 

lunedì 18 ottobre 2010

Arthur Schnitzler - I DOGMI




La via dal sentimento religioso al dogma è infinitamente più lunga di quella che dal dogma porta alla follia religiosa.

Boyd Morrison - I SETTE GIORNI DELL'ARCA

Autore dal talento versatile e multiforme, prima di approdare al sogno di una vita, la scrittura, ha lavorato come ingegnere industriale per la NASA e la Thomson-RCA. Trasferitosi a Seattle, ha messo a frutto le sue conoscenze scientifiche e le sue doti creative collaborando alla progettazione di videogiochi Xbox per la Microsoft.
Il suo thriller d’esordio, I sette giorni dell’Arca, ha riscosso negli Stati Uniti uno straordinario successo, grazie a un formidabile e incalzante passaparola, ed è ora in corso di pubblicazione in diciotto Paesi: dal Brasile alla Russia, dall’Olanda alla Cina.
Nel tempo libero si diverte praticando il rafting e facendo immersioni, ma quando vuole un’iniezione di adrenalina preferisce il bungee jumping. Vive con la moglie a Seattle, dove ha intrapreso anche la carriera di attore, facendo la sua comparsa in spot, film e recitando sul palcoscenico.

Quando Sam Watson, esperto biochimico nonché vecchio amico di famiglia, chiede di poterla incontrare urgentemente in segreto, la giovane e brillante archeologa Dilara Kenner abbandona gli scavi che sta sovrintendendo sulle Ande e lo raggiunge a Los Angeles. Qui Sam le rivela di aver compiuto una scoperta sconvolgente, che ha a che fare con il lavoro del padre di Dilara, un famoso archeologo scomparso tre anni prima senza lasciare traccia. Secondo Sam lo studioso è stato assassinato e il motivo dell’omicidio è legato al ritrovamento del reperto archeologico più importante della storia: l’Arca di Noè. Dilara non ha mai dato credito alle ricerche del padre, ma ora Sam le rivela che l’Arca esiste davvero, che suo padre l’ha rinvenuta e che chi l’ha ucciso vuole sterminare miliardi di persone di lì a otto giorni. Sconvolta, Dilara cerca di saperne di più, ma Sam muore avvelenato proprio durante il loro incontro: prima di spirare, riesce a farle il nome di Tyler Locke e di un misterioso Progetto Oasi. «Devi trovare l’Arca...» la implora. «La ricerca di tuo padre ha dato inizio a tutto.»

A sua volta in pericolo di vita, Dilara riesce a rintracciare Tyler Locke, un ingegnere specializzato in missioni speciali, e a raggiungerlo su una piattaforma petrolifera al largo di Terranova. L’attentato all’elicottero su cui viaggia Dilara, al quale la giovane donna scampa per un soffio, basta a convincere Locke della veridicità del suo racconto e a spingerlo a offrirle il proprio aiuto.

I due hanno solo sette giorni di tempo per ritrovare l’Arca di Noè, capire quale segreto custodisca e stanare gli assassini del padre di Dilara. Una corsa contro il tempo nel tentativo di impedire che un’incredibile follia possa diventare una spaventosa realtà, in grado di spazzar via il genere umano dalla faccia della terra.

domenica 17 ottobre 2010

Friedrich Nietzsche - LA DEMENZA





La demenza è rara nei singoli, ma è la regola nei gruppi, nei partiti, nelle epoche.

Giampaolo Pansa - I VINTI NON DIMENTICANO

Giampaolo Pansa, nato a Casale Monferrato nel 1935, scrive per “Libero” e “Il Riformista”. Ha pubblicato numerosi saggi e romanzi di grande successo. Tra questi ricordiamo Il sangue dei vinti, La Grande Bugia, I gendarmi della memoria, I tre inverni della paura, Il romanzo della guerra civile e I cari estinti.

  “Quando pubblicai Il sangue dei vinti nell’ottobre 2003, venni linciato dalle sinistre. Mi accusarono di tutte le perversioni, la prima di aver scritto il falso per ingraziarmi Silvio Berlusconi. Tre anni dopo, nel 2006, per l’uscita di un altro mio lavoro revisionista, La grande bugia, fui aggredito a Reggio Emilia da una squadra di postcomunisti violenti. Perché i nipoti dei trinariciuti dipinti da Giovanni Guareschi mi inseguivano? I motivi erano soprattutto due. Avevo dato voce ai fascisti, obbligati dai vincitori a un lungo silenzio. E avevo posto il problema del Pci e del suo obiettivo nella guerra civile: fare dell’Italia un paese satellite dell ’Unione sovietica. Oggi l ’Urss non esiste più, anche il Pci è scomparso. Eppure le sinistre continuano a non accettare che si parli delle pulsioni autoritarie dei comunisti italiani e del loro legame con Mosca. È per sfida che nei Vinti non dimenticano ho scritto le pagine che mi ero lasciato alle spalle. L’occupazione jugoslava di Trieste, Gorizia e Fiume, guidata dal servizio segreto di Tito, con migliaia di deportati scomparsi nel nulla: un esempio di quanto sarebbe accaduto nel resto d’Italia se il partito di Togliatti avesse trionfato. Le stragi in Toscana dopo la Liberazione. La sorte delle donne fasciste, stuprate e poi soppresse. La strategia del terrorismo rosso per eccitare le rappresaglie ed estendere il conflitto. Le uccisioni di comandanti partigiani e di politici socialisti e democristiani che si opponevano al predominio comunista. I lager infernali per i fascisti da fucilare, a cominciare da quello di Bogli. E senza nascondere le nefandezze degli Alleati. Come le violenze sessuali delle truppe marocchine a Siena. O i tantissimi civili uccisi dai bombardamenti angloamericani. La verità è sempre una chimera. Ma non si può cercarla quando si è accecati dalla faziosità politica. Nei Vinti non dimenticano ho rifiutato ancora una volta la storia inquinata dall’ ideologia. Questo mi fa sentire un uomo libero, come lo sono i miei lettori.” G.P.

sabato 16 ottobre 2010

Arthur Schopenhauer - GLI ACCADIMENTI





Tutto ciò che accade, dalla cosa più grande alla più piccola, accade necessariamente.

Sarita Mandanna - LA COLLINA DELLE TIGRI

Nata e cresciuta in India, si è trasferita prima a Hong Kong e poi negli Stati Uniti.
Oggi lavora nella finanza, tiene un master alla Wharton University e uno all’Indian Institute of Management.
La collina delle tigri, ispirato all’infanzia trascorsa in India, è il suo primo romanzo. 

 India, 1878. Muthavva si sarebbe ricordata per sempre della mattina in cui aveva dato alla luce Devi, la sua prima figlia femmina. Si era recata nei campi quel giorno e, a un tratto, uno spettacolo meraviglioso si era spiegato davanti ai suoi occhi: centinaia di aironi avevano spiccato il volo nello stesso istante e avevano avvolto la terra, fino a quel momento baciata dal sole di luglio, in un’ombra magica, surreale. Si erano poi posati al suolo, esattamente di fronte a lei, e Muthavva aveva sentito che la sua bambina sarebbe arrivata con due mesi d’anticipo, di lì a qualche istante. Muthavva non conosceva il significato di quell’apparizione, ma aveva deciso di non confidare mai ciò che aveva visto.

Devi viene accolta dalla sua famiglia come una benedizione, è la prima femmina che nasce dopo sessant’anni, una bambina di grande bellezza e di buon carattere, in grado di conquistare il cuore di chiunque le stia intorno.

Purtroppo però, nonostante l’amuleto regalatole dal sacerdote del villaggio, il destino che l’attende è ricco di dolore e di ostacoli. Devi, infatti, all’età di dieci anni vota il suo cuore a un unico uomo, Machu, il cacciatore di tigri, ma uno sventurato incidente la costringe a sposare un uomo che detesta. L’unico legame con il suo grande amore rimane “La collina delle tigri”, una piantagione di incredibile bellezza che Machu dona alla sua famiglia.

Per dimostrargli il suo amore, Devi zapperà la terra, tratterà con gli inglesi, i nemici di sempre, piangerà lacrime silenziose. Per poterlo riavere, anche un solo fugace istante. 

venerdì 15 ottobre 2010

Marco Aurelio - IL DESTINO



Qualunque cosa ti capiti, è stata prestabilita per te fin dall'eternità, e un fitto intreccio di cause ha da sempre legato la tua esistenza a quell'evento.

Stefano Zecchi - QUANDO CI BATTEVA FORTE IL CUORE

Stefano Zecchi Nato a Venezia, è ordinario di Estetica all'Università degli Studi di Milano. Attento e sapiente osservatore dei cambiamenti culturali e sociali del nostro paese, riesce a rendere accessibile ai più la materia filosofica, senza scadere nella banalità. Tra i suoi libri ricordiamo: Fenomenologia dell’esperienza (1972), Utopia e speranza nel comunismo (1974), La fenomenologia dopo Husserl nella cultura contemporanea (1978), La fenomenologia (1983), La magia dei saggi (1983), La fondazione utopica dell'arte (1984), La bellezza (1990), Verso dove (1991), Storia dell'estetica (con Elio Franzini, 1995) e, per Mondadori, Sillabario del nuovo millennio (1993), Il brutto e il bello (1995), L'artista armato (1998), i romanzi Estasi (1993), Sensualità (1995, premio Bancarella 1996) e L'incantesimo (1997).

 Pola 1945. La storia è crudele con gli italiani dell'Istria, della Dalmazia e di Fiume: se nel mondo si festeggia la pace, qui le loro sofferenze non hanno tregua. Il dramma della gente di Pola sconvolge la famiglia del piccolo Sergio, costretta a subire umiliazioni e soprusi da parte dei nuovi occupanti slavi. La mamma di Sergio, Nives, maestra di scuola elementare, si batte con grande coraggio nella difesa dei confini della patria: colta, autorevole, fiera, raccoglie intorno a sé i propri concittadini che non intendono chinare la testa di fronte alle decisioni dei vincitori. Anche Sergio nutre per la madre una vera ammirazione. Ha sei anni, è cresciuto con lei, ha visto il padre per la prima volta soltanto al suo ritorno dalla guerra. Per lui prova soggezione, quasi diffidenza. Intanto l'annessione dell'Italia orientale alla Jugoslavia travolge l'esistenza degli istriani. Nella famiglia di Sergio è tempo di decisioni gravi. Flavio e Sergio, padre e figlio, impareranno a conoscersi, suggellando un'affettuosa dolcissima alleanza, che li aiuterà, dopo imprevedibili avventure e grandi sofferenze, a costruire una nuova vita insieme. Nelle pagine di questo romanzo, la rigorosa ricostruzione di un periodo terribile e ancora poco conosciuto del Novecento si accompagna a una storia intima, delicata, toccante. Stefano Zecchi dà vita a un affresco importante, che illumina il dramma di un popolo e insieme racconta tutta l'emozione di un grande amore tra padre e figlio.

giovedì 14 ottobre 2010