librerie canova

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Conegliano - Treviso

LIBERNAUTA 2012

LIBERNAUTA 2012
Concorso a premi per terrestri curiosi dai 14 ai 19 anni e over 20

martedì 31 agosto 2010

Corrado Augias - I SEGRETI DEL VATICANO


Corrado Augias è nato a Roma nel 1935. Ha trascorso molti anni all’estero, Parigi prima, poi New York, da dove è stato corrispondente del settimanale L’Espresso e del quotidiano La Repubblica. Attualmente risiede a Roma. È stato inviato speciale per L’Espresso, Panorama e La Repubblica, quotidiano al quale attualmente collabora.Nel corso della sua attività televisiva ha ideato e condotto programmi di grande rilievo anche culturale, tra i quali la serie di Telefono giallo e il programma di libri Babele. Attualmente conduce Storie su Rai Tre. Ha pubblicato una trilogia narrativa nella quale, sotto specie di spy story affidate a un protagonista unico (un fratello immaginario del dannunziano Andrea Sperelli), si racconta la storia italiana in anni fondamentali anche per la nostra vita - quelli che vanno dal 1911 (impresa di Libia) al 1921 (vigilia del fascismo). I tre titoli sono: Quel treno da Vienna, Il fazzoletto azzurro, L’Ultima Primavera. Tra i suoi libri anche Giornali e spie, nel quale ricostruisce un’appassionante vicenda di spionaggio realmente avvenuta nel 1917, orchestrata dai servizi segreti del Kaiser al fine di far uscire prematuramente l’Italia dalla guerra. La sua attività di giallista è proseguita con Telefono giallo. Sette delitti quasi perfetti, Una ragazza per la notte e Quella mattina di luglio. Suoi anche i saggi-racconto I segreti di Parigi e Il viaggiatore alato (biografia di Amedeo Modigliani).

Il termine "Vaticano" evoca immediatamente l'immagine dell'immensa piazza antistante la basilica di San Pietro e il monumentale colonnato che l'abbraccia. Tra i fedeli cattolici evoca anche la finestra da cui il papa benedice la folla festante. Ma il Vaticano è molto di più. Stato di diritto tra i più piccoli al mondo, minuscola città dentro la vasta città di Roma, di cui ha condiviso le vicissitudini e di cui costituisce "l'altra faccia", ha una lunghissima storia, ricca di chiaroscuri e di personaggi più o meno limpidi. E insieme a incredibili tesori artistici, custodisce nei suoi palazzi molti segreti legati a vicende antiche, recenti e contemporanee. Si inizia con Nerone e i primi cristiani sullo sfondo della Roma imperiale per passare poi a Costantino: la sua famosa e apocrifa donazione al papa ha per secoli rappresentato l'atto di nascita del potere temporale della Chiesa. La galleria dei personaggi è ricchissima. Oltre a templari, gesuiti, inquisitori e membri della potente Opus Dei, ci sono, naturalmente, i papi. E con loro gli artisti, ingaggiati per testimoniare, più che la gloria del Creatore, quella del committente. Un tratto sembra legare, agli occhi dell'autore, tutte queste vicende, le più antiche e le più recenti: la commistione fra cielo e terra, fra spiritualità e potere temporale, e il prezzo altissimo che la Chiesa cattolica, unica religione fattasi Stato, ha pagato e paga nel tentativo di conciliare due realtà difficilmente compatibili.

Anna Pavignano - IN BILICO SUL MARE

Anna Pavignano è una sceneggiatrice italiana. Insieme a Massimo Troisi
scrive tutti i film diretti dal comico napoletano, da Ricomincio da tre fino a II postino, co-diretto con Michael Radford. L'unica eccezione è Non ci resta che piangere, sceneggiato e diretto assieme a Roberto Benigni. La sceneggiatura de II postino è tratto dal romanzo II postino di Neruda di A. Skàrmeta ed ha ottenuto una nomination all'Oscar.

Dopo la scomparsa di Troisi la Pavignano sceneggia L'amore con la S maiuscola, assieme a Enzo Decaro - che era compagno di Troisi nel gruppo La Smorfia - e Malefemmene. I risultati non sono entusiasmanti: la sceneggiatrice trova il suo vigore umoristico in Casomai, diretto nel 2002 dal pubblicitario e regista Alessandro d'Alatri, storia della riflessione di una coppa sull'altare del matrimonio, interpretta da Fabio Volo. Del 2004 è Se devo essere sincera, di Davide Ferrario e interpretato da Luciana Littizzetto, qui anche sceneggiatrice.





Anna Pavignano, sceneggiatrice di molti film di Troisi, è piemontese, ma sceglie di far parlare una lingua ibrida, un po’ italiano basico, un po’ napoletano il protagonista di questo breve, intenso romanzo.
Siamo in una piccola isola, forse Ventotene, in un’atmosfera balneare e godereccia durante l’estate piena di turisti, e opacamente deprimente durante i lunghi mesi invernali. Salvatore, appena ventenne, ha smesso di studiare e fa il muratore in inverno, quando non guida la sua bella barchetta col tendalino rosso, in estate. Bel ragazzo un po’ malandrino, tra le avventure estive che gli capitano c’è una giovane sub genovese, Jessica. Dopo una breve e dolcissima notte d’amore, sotto le stelle, la ragazza sparisce e per Salvatore, che esce da un trauma molto pesante per aver salvato un compagno di lavoro nel cantiere edile dove i due lavoravano in nero, comincia un periodo oscuro, un tunnel depressivo che egli non riesce a superare, malgrado le amorose cure della madre e della psicologa. Ma Jessica improvvisamente torna, scoppia l’amore tra i due, che si rivelano, però, troppo lontani e diversi.
Un romanzo classico di iniziazione, una bella storia, ricca di privato e grande attualità: il dramma delle morti bianche, il cancro dei cantieri abusivi, il lavoro nero degli africani immigrati. Oltre a questo ritroviamo la grande poesia del linguaggio di Salvatore, naif e candidamente ignorante, ma saggio e consapevole del dovere di crescere e di uscire da una condizione di subalternità a cui la mancanza di istruzione e la vita marginale in un’isola, bella ma povera, lo costringerebbero. Molto interessante il miscuglio di linguaggi che i diversi personaggi della storia parlano, come se ciascuno fosse portatore di una diversa realtà che si manifesta nell’uso delle parole e dei modi di dire. Molto poetica la conclusione, forse un po’ troppo marcatamente letteraria.
Riportiamo le parole dell’autrice, come segnalate dal Comunicato Stampa. «Anche se questa storia è frutto della fantasia» scrive l’autrice, «esistono giovani che vivono in località costiere o sulle isole italiane che conducono, come dice Salvatore, una vita con “un lato estivo e un lato invernale, come i materassi”. Spesso fanno un lavoro nero, la morte però la chiamano bianca. Secondo me è sbagliato perché bianca è una sposa tutta felice, è la neve che ti lascia incantato, è la prima pagina del quaderno di scuola che era bella perché tutta da scrivere. Si deve trovare un altro colore...». 

lunedì 30 agosto 2010

Lauren Kate - FALLEN

Lauren Kate è una giovane scrittrice americana, autrice di narrativa per ragazzi, in particolare urban fantasy.  Cresciuta a Dallas, è andata a scuola ad Atlanta e ha cominciato a scrivere a New York. Laureata in scrittura creativa, vive a Los Angeles con il marito.



Solo un amore impossibile
può essere eterno.
Basta un istante per sconvolgere un’esistenza. A cambiare quella di Lucinda, diciassette anni, è stato l’incidente in cui è morto un suo caro amico. E lei ha visto addensarsi di nuovo le ombre scure che la perseguitano da quando è bambina. Guardata con sospetto dalla polizia e da chi la ritiene responsabile della morte dell’amico, Luce – così la chiamano tutti – è costretta a entrare in un istituto correzionale. Nessun contatto con il mondo esterno, telecamere di sorveglianza, ragazzi e ragazze dal passato oscuro e disturbato sono tutto ciò che trova alla scuola Sword & Cross. E poi appare Daniel. Il cuore di Luce le dice di averlo già incontrato, ma nella sua mente si accendono solo rari lampi di ricordi troppo brevi per essere veri. Soltanto quando rischia di perderla, Daniel decide di uscire allo scoperto: i loro cuori si conoscono da sempre, da tutte le vite che Luce non ricorda ancora di aver vissuto.


domenica 29 agosto 2010

Patricia Cornwell - IL FATTORE SCARPETTA


Patricia Daniels e' nata a Miami, Florida, il 9 luglio 1956, da Marilyn Zenner (segretaria) e Sam Daniels (avvocato). I Daniels si separano quando lei aveva cinque anni. Ottenuto il divorzio lo stesso anno, Patricia fu molestata da una guardiano, che la condusse nella sua macchina e tento' di assalirla. Fu tempestivo l'intervento del fratello, che riusci' a mettere in fuga l'uomo. Nel '93, in un'apparizione pubblica la scrittrice incoraggio' le vittime di abusi sessuali a parlare, a denunciare il crimine:"Perche' un vittima dovrebbe provare vergogna? E' il molestatore a doverla provare". Dopo il divorzio Marylin ("Pat") Daniels comincio' a soffrire di crisi depressive e non si senti' piu' in grado di allevare i suoi tre figli, cosi' prese la grave decisione di affidarli alle cure di Billy Graham, il famoso evangelista, e di sua moglie Ruth . Restarono presso dei missionari per tre mesi, durante i quali la madre riceveva cure mediche. Fu in questo periodo che Patricia comincio' ad interessarsi alla scrittura, incoraggiata da Ruth Graham, che le regalo' un quaderno. La scrittrice parla volentieri dell'amicizia instaurata con l'anziana signora e ricorda con affetto quel periodo della sua vita.



È la settimana prima di Natale e Kay Scarpetta sta prestando servizio volontario presso l'Istituto di medicina legale di New York, dove le viene chiesto di esaminare il cadavere di una ventiseienne, Toni Darien, ritrovato poco prima dell'alba a Central Park. La causa del decesso sembra banale ma, quando si tratta di stabilire l'ora precisa della morte, l'ipotesi di Kay pare incompatibile con gli elementi emersi dalle indagini. Inevitabilmente l'omicidio viene messo in relazione con la recente sparizione di Hannah Starr, bellissima multimilionaria svanita nel nulla. Tutto ciò rischia di innescare una psicosi collettiva, amplificata dall'apparizione di Kay Scarpetta a una trasmissione di attualità della CNN, durante la quale riceve un'inquietante telefonata da un ex paziente del marito. La CNN, tra l'altro, le propone di condurre una trasmissione, Il fattore Scarpetta, ma Kay teme di diventare lo stereotipo di se stessa. Quella sera stessa, tornata a casa, riceve un pacco sospetto, forse una bomba. Una minaccia che ha origine nel suo passato e in quello delle due persone che le sono più vicine: il marito e la nipote Lucy. Il fattore Scarpetta riunisce tutti i personaggi più amati da Patricia Cornwell in una New York imbiancata dalla neve, ancora pesantemente segnata dalla tragedia dell'11 settembre e scossa sia dalla crisi economica sia dalle pesanti speculazioni finanziarie. Un complicatissimo caso di omicidio, un nuovo agghiacciante capitolo nella vita di Kay Scarpetta.  



La recensione di IBS
Kay Scarpetta non ha bisogno di presentazioni. Al diciassettesimo episodio della serie tutti i lettori affezionati di Patricia Cornwell hanno ormai imparato a conoscere i pregi e i difetti dell’anatomopatologa più famosa d’America. Il suo fiuto per gli indizi, la passione con cui si lancia in una nuova inchiesta e la forza d’animo con cui è dovuta uscire dalle situazioni più difficili, sono un marchio di fabbrica, pronto a imprimersi anche sul grande schermo con un film ispirato al celebre personaggio. Apparsa per la prima volta nel 1990 con il primo libro della Cornwell, Postmortem, Kay Scarpetta è una donna attraente e complessa, con la passione per la cucina italiana e un legame indissolubile con gli altri personaggi della serie. Comprimari, forse, ma sempre più spesso protagonisti insieme a lei di una serie di thriller dal successo planetario.
Come Pete Marino, il poliziotto da sempre amico di Kay, uno dei personaggi più incisivi e “drammatici” del libro e Benton Wesley, suo marito, lo psicologo forense con cui ha collaborato in molte inchieste, dalla Virginia a Charleston, in South Carolina, fino ad approdare a New York. Poi, naturalmente c’è Lucy Farinelli, la nipote di Kay, esperta di informatica e preziosa collaboratrice tecnica, che nel Vermont, sta seguendo la pista di un altro delitto insieme alla sua amica, il sostituto procuratore della contea di New York, Jaime Berger.
Kay Scarpetta, in questa nuova avventura, collabora come volontaria presso l’istituto di medicina legale di New York. Nei giorni che precedono Natale, il cadavere di una ventiseienne viene trovato tra le siepi di Central Park. Ha i vestiti stracciati e una sciarpa stretta intorno al collo, ma la causa del decesso, nota immediatamente Kay, non può essere ricondotta al soffocamento, ma a un forte trauma contusivo alla nuca. Forse l’assassino, dopo averla colpita, ha voluto accertarsi che fosse davvero morta impedendole di respirare al suo risveglio. Questa volta Kay Scarpetta ha poche certezze: gli elementi che è riuscita a raccogliere non sono sufficienti neanche per stabilire esattamente l’ora del decesso, che è avvenuto sicuramente da più di un giorno.
«Il DNA non è la lampada di Aladino», dice la dottoressa Kay Scarpetta, ed è una delle rare volte in cui il personaggio di un medical thriller mette in discussione la sua onnipotenza. In epoca di predominio delle conoscenze tecniche, uno scienziato s’interroga sul suo ruolo, sui risvolti mediatici e sociali del suo lavoro, sulla sovraesposizione del suo personaggio.
Mentre analizza il cadavere della giovane Toni Darrien, si chiede se abbia fatto bene a dare la sua disponibilità a partecipare a una trasmissione della CNN dedicata al Fattore Scarpetta cioè quello che viene definito come il complesso di abilità che ogni volta la fanno venire a capo dei casi più difficili. Il rischio è quello di rimanere intrappolati nello stereotipo del proprio personaggio, ma allo stesso tempo – pensa Kay – è arrivato il momento di mettere in chiaro troppe false credenze che la televisione divulga interpellando sedicenti esperti.
Così, mentre un anonimo telespettatore minaccia vendetta e mentre una bellissima multimiliardaria, Hannah Starr, misteriosamente legata al passato di Lucy, scompare nel nulla, Patricia Cornwell riflette sulle contraddizioni del sistema giudiziario americano, denunciando i tagli ai fondi pubblici e l’ingerenza sempre più forte delle compagnie private. Un nuovo capitolo della vita di Kay Scarpetta in cui l’autrice dimostra, ancora una volta, la sua straordinaria abilità di intrattenere e affascinare il lettore.
 

sabato 28 agosto 2010

Jeffery Deaver - IL FILO CHE BRUCIA

Jeffery Deaver è nato a Chicago nel 1950. I suoi romanzi, best seller internazionali tradotti in 25 lingue, hanno venduto nel mondo oltre 20 milioni di copie con titoli come Il collezionista di ossa, da cui è stato tratto l’omonimo film con Denzel Washington. Il suo ultimo libro, uscito per Rizzoli, è Requiem per una pornostar. Con la riedizione della trilogia di John Pellam tutti i libri di Deaver sono ora disponibili in BUR. Il sito dell’autore è www.jefferydeaver.com.

La notizia raggiunge Lincoln Rhyme nella sua casa-laboratorio di Central Park West: l’Orologiaio, l’unico criminale a essergli sfuggito, è stato avvistato all’aeroporto di Città del Messico. Rhyme sta già pregustando l’occasione di regolare i conti con la sua nemesi, quando al quartier generale dell’NYPD scatta l’allarme per un caso che richiede il suo intervento. Perché in pieno centro a Manhattan un autobus di linea è stato colpito da una violenta scarica elettrica che lo ha ridotto a una carcassa di metallo incandescente. La scena del crimine non lascia dubbi: qualcuno si è divertito a giocare con la rete elettrica della città, e quello che poteva sembrare un incidente è in realtà un attentato riuscito solo a metà. Poco dopo, infatti, il misterioso attentatore si fa vivo con la polizia per avanzare la sua esorbitante richiesta: una riduzione dei consumi elettrici così drastica da condannare New York alla paralisi. Mentre la task-force guidata da Rhyme segue la pista di un gruppo di ecoterroristi, i blackout e gli incidenti letali si moltiplicano, la città precipita nel caos e la minaccia elettrica rivela tutto il suo devastante potenziale distruttivo. Solo Lincoln Rhyme può sperare di sventare il piano criminale di chi sta trasformando New York in una gigantesca trappola mortale. Ma prima di incastrare il colpevole, Rhyme dovrà affrontare i fantasmi più reconditi della propria coscienza e del proprio passato. Evitando di lasciarci la pelle. Torna il personaggio più amato del maestro della suspense Jeffery Deaver, in un thriller teso e incalzante, percorso dalla sottile scossa della paura.


 

venerdì 27 agosto 2010

Kiran Nagarkar - PICCOLO SOLDATO DI DIO

Kiran Nagarkar (Bombay 1942), scrittore e drammaturgo, è uno degli autori più conosciuti e premiati dell’India postcoloniale. Scrive sia in marathi che in inglese e i suoi romanzi sono pubblicati in diversi Paesi. Piccolo soldato di Dio è il suo ultimo romanzo, uscito nel 2006 e accolto calorosamente dalla critica internazionale.

Una casa con dentro il mare, dove tutto è bellezza e armonia di proporzioni. È Firdaus, in lingua araba il paradiso, il luogo magico e perfetto, affacciato sull’Oceano indiano, in cui si intrecciano le vite irrequiete e i sogni diversi del piccolo Zia e della sua famiglia: un padre architetto dallo spirito aperto e visionario, una zia ciecamente devota all’Islam e un fratello, Amanat, che cerca nelle storie un antidoto alle proprie fragilità. Ha solo undici anni, Zia, ma già si sente diverso, un prescelto, destinato a ricondurre a Dio le anime perse, a cercare in sé la purezza e a combattere il male ovunque esso si annidi. Incalzato da questa missione, Zia diventerà uomo attraverso le tappe di un sorprendente viaggio a caccia della sua verità, sempre sospinto da un’inquietudine di cui non può liberarsi – non nelle austere aule di Cambridge, né tra le file dei ribelli in Kashmir e neppure nel silenzio perfetto di un monastero californiano. Finché il complicato legame con il fratello, che attraversa come un fi lo rosso tutta la sua esistenza, gli farà trovare il coraggio di preferire, all’intransigenza delle ideologie e della fede assoluta, la forza sottile e implacabile del dubbio. Ultima, straordinaria prova di un narratore all’apice del suo talento, Piccolo soldato di Dio è un romanzo carico di un’esuberante energia affabulatoria, capace di illuminare le zone d’ombra di un’India confusa, appassionata e vitale.


giovedì 26 agosto 2010

Delphine de Vigan - LE ORE SOTTERRANEE

                               
Delphine de Vigan (Boulogne-Billancourt, 1 marzo 1966) è una scrittrice francese.
È l'autrice di quattro romanzi,il cui ultimo è stato coronato, nel 2007, dal Prix des libraires. Dopo diversi piccoli impieghi, ha occupato a Alfortville un posto come quadro in un istituto di ricerche di mercato. Oggi è madre di due bambini e scrittrice a tempo pieno dal 2007.
Il suo primo romanzo, Giorni senza fame è stato pubblicato nel 2001 dalle edizioni Grasset sotto lo pseudomino di Lou Delvig : si tratta di un romanzo autobiografico sulla battaglia e la guarigione di un' anoressica di 19 anni.
Delphine de Vigan ha pubblicato in seguito, nel 2005, col suo nome Les jolis garçons,breve romanzo (150 pagine) costituito dalle tre storie di una giovane donna, Emma. Poi, scavando nel tema delle difficoltà amorose e della memoria, ha pubblicato nel 2006 Una sera di dicembre,che ha ottenuto il Prix littéraire Saint-Valentin nel 2006.
Esplorando un nuovo tema, Gli effetti secondari dei sogni è stato pubblicato nel 2007. Questo cosiddetto romanzo morale tratta della storia di un'adolescente superdotata che aiuta una giovane senzatetto; vince il premio del Rotary internazionale 2008 e il premio dei librai. È stato tradotto in venti lingue e si progetta un adattamento per il cinema.
Nel 2008, Delphine de Vigan a partecipato alla pubblicazione di Sotto il cappotto ,una raccolta di cartoline erotiche degli anni folli.




Thibault ha quarant'anni, è single, fa il medico d'urgenza a Parigi, gira la città da un capo all'altro per visitare pazienti malati, in fondo, nient'altro che di solitudine. La sua vita è così, "una vista panoramica sull'entità del disastro". E all'alba del 20 maggio ha appena lasciato la donna con cui stava, senza sapere bene perché. Forse solo per la paura di perderla. Comunque l'ha fatto. Anche Mathilde ha quarant'anni. Rimasta sola con tre figli, si occupa di marketing in una multinazionale. Da qualche tempo ha perso il sonno perché qualcuno ha deciso che è incompatibile con le strategie dell'azienda e la sta mettendo fuori con sottile, implacabile violenza. Ha delle colpe? O non è forse che l'azienda si è trasformata "in un luogo di abuso, di tradimento e mediocrità"? 


mercoledì 25 agosto 2010

Pino Aprile - TERRONI

Giornalista e scrittore, pugliese, residente ai Castelli Romani, anni di lavoro a Milano. È stato vicedirettore di Oggi e direttore di Gente; per la Tv ha lavorato con Sergio Zavoli all’inchiesta a puntate “Viaggio nel Sud” e al settimanale di approfondimento del Tg1, Tv7. Per Piemme ha scritto Il trionfo dell’Apparenza, sul deludente esordio del terzo millennio, Elogio dell’imbecille, Elogio dell’errore, accolti con successo e tradotti in molti paesi, adottati in alcuni corsi universitari di management. In Spagna, Elogio dell’imbecille è stato a lungo in testa alle classifiche.
Dopo le dimissioni da Gente, si è dedicato alla sua “malattia”, la vela (ha anche diretto il mensile Fare Vela e scritto libri di mare e vela per Magenes, Il mare minore, A mari estremi, e per Electa-Mondadori, Mare, uomini, passioni).
E non intende smettere... 
 
Fratelli d’Italia... ma sarà poi vero? Perché, nel momento in cui ci si prepara a festeggiare i centocinquant’anni dall’Unità d’Italia, il conflitto tra Nord e Sud, fomentato da forze politiche che lo utilizzano spesso come una leva per catturare voti, pare aver superato il livello di guardia.

Pino Aprile, pugliese doc, interviene con grande verve polemica in un dibattito dai toni sempre più accesi, per fare il punto su una situazione che si trascina da anni, ma che di recente sembra essersi radicata in uno scontro di difficile composizione.

Percorrendo la storia di quella che per alcuni è conquista, per altri liberazione, l’autore porta alla luce una serie di fatti che, nella retorica dell’unificazione, sono stati volutamente rimossi e che aprono una nuova, interessante, a volte sconvolgente finestra sulla facciata del trionfalismo nazionalistico.


Terroni è un libro sul Sud e per il Sud, la cui conclusione è che, se centocinquant’anni non sono stati sufficienti a risolvere il problema, vuol dire che non si è voluto risolverlo. Come dice l’autore, le due Germanie, pur divise da una diversa visione del futuro, dalla Guerra Fredda e da un muro, in vent’anni sono tornate una. Perché da noi non è successo?  


martedì 24 agosto 2010

Sophie Kinsella - I LOVE MINI SHOPPING

Madeleine Wickham, meglio nota con lo pseudonimo di Sophie Kinsella (Londra, 12 dicembre 1969), è una scrittrice inglese, autrice di numerosi best seller.
Laureata in economia e filosofia a Oxford, ha lavorato per breve tempo come giornalista finanziaria per poi dedicarsi alla narrativa. Ha pubblicato con il suo vero nome sette romanzi rosa, apprezzati dalla critica (che li ha paragonati all'opera di Rosamunde Pilcher) ma non molto noti presso il grande pubblico.
Nel 2000 è passata al cosiddetto genere "chick lit" pubblicando con lo pseudonimo "Sophie Kinsella" il suo primo successo internazionale, The Secret Dreamworld of a Shopaholic (in italiano I love shopping. Fra il 2000 e il 2007 ha firmato come Kinsella altri sei romanzi, fra cui quattro sequel di I love shopping. Nel 2009 è uscito nelle sale cinematografiche il film "I Love Shopping", tratto dai primi due libri della sua saga i love shopping: I love shopping e I love shopping a New York.
Madeleine Wickham vive a Londra insieme al marito Henry e quattro figli (Freddy, Hugo, Oscar e Rex). Sua sorella, Gemma Townley, è a sua volta una scrittrice (ed una musicista) di discreto successo.




Becky Brandon (nata Bloomwood) pensava che essere madre fosse una passeggiata... ma non è così, naturalmente. La piccola Minnie, che ha ora due anni, è a dir poco un uragano, specie quando entra con la madre nei negozi afferrando tutto ciò che vede al grido di !miiiooooo!. 
 
  
Chissà come mai! Se la nostra Becky è comunque portata a escludere che la figlia sia una bambina viziata, in realtà per lei c'è proprio bisogno di una super tata come quelle dei reality tv. Becky e Luke vivono ancora dai genitori di lei e la crisi finanziaria si fa sentire, costringendo Becky a darsi una regolata. Tutta a modo suo, però, senza cioè riuscire a impedirle di organizzare (molto in economia!) uno strepitoso surprise party per il compleanno di Luke. È in quel momento che le cose si complicano...




lunedì 23 agosto 2010

Sveva Casati Modignani - MISTER GREGORY

Sveva Casati Modignani è uno pseudonimo sotto il quale sono stati pubblicati vari romanzi a partire dal 1981. Sotto questo nome si sono celati Bice Cairati (Milano 13 luglio 1938) e Nullo Cantaroni (Milano 27 agosto 1928 - Milano 29 novembre 2004),[1] marito e moglie. Bice ha continuato ad usare lo pseudonimo anche dopo la morte del marito nel 2004.



Gregorio Caccialupi tira le somme della sua lunga, intensa vita.
I primi ricordi risalgono agli anni Trenta e sono legati al Polesine, la terra della sua infanzia, segnata da miseria, malattie, fatica. La tubercolosi che colpisce Isola - la madre, bellissima ma in qualche modo estranea all'aspra realtà di quei luoghi - imprime una brusca svolta al suo destino. È adolescente quando decide di lasciare il suo paese sul delta del Po per andare in America in cerca di fortuna.
Intraprendente e affascinante, diventa uomo collezionando successi, sconfitte e una serie di donne che cercano invano di conquistare il suo cuore: Florencia, il primo amore, Nostalgia, la moglie, Erminia, l'ultima passione.
Nel frattempo per tutti lui è diventato Mister Gregory: ricco proprietario di una catena di grandi alberghi italiani, è un personaggio influente, e temuto. Finché un giorno, per colpa di un investimento sbagliato, perde tutto il suo patrimonio. Il sipario sembra chiudersi su un tramonto maliconico. Invece, accade qualcosa - un incontro inaspettato, una sorprendente rivelazione - e Mister Gregory, ormai anziano, riacciuffa le redini della propria vita per andare incontro a una nuova avventura.

Ancora una volta, Sveva Casati Modignani appassiona e coinvolge i lettori con una storia sontuosa e avvincente che spazia dall'Italia all'America lungo quasi un secolo. Protagonista incontrastato, per una volta, un uomo: complesso, tenero e burbero, affascinante e sfuggente, ma sempre irresistibile...

domenica 22 agosto 2010

Piercamillo Davigo - REGOLE E LIBERTA'

Piercamillo Davigo (Candia Lomellina, 20 ottobre 1950) è un magistrato italiano.
Consigliere della Corte di Cassazione (in cui è entrato il 28 giugno 2005).
Dopo gli studi universitari a Genova è entrato in Magistratura nel 1978. Ha iniziato la sua carriera come giudice presso il Tribunale di Vigevano; poi dal 1981 è divenuto Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Milano, dove si è occupato prevalentemente di reati finanziari, societari e contro la Pubblica Amministrazione.
In questo contesto ha fatto parte del pool Mani Pulite, insieme ai colleghi Antonio Di Pietro, Gerardo D'Ambrosio, Francesco Saverio Borrelli, Ilda Boccassini, Gherardo Colombo, Armando Spataro.
Successivamente è divenuto Consigliere della Corte d'Appello di Milano.
Ora ricopre il ruolo di Giudice alla Corte Suprema di Cassazione.
Ha scritto vari libri, di taglio prevalentemente scientifico. Fra i testi di divulgazione, si ricordano in particolare "La Giubba del Re - Intervista sulla corruzione", scritto in collaborazione con Davide Pinardi, e "La corruzione in Italia - Percezione sociale e controllo penale", scritto a quattro mani con Grazia Mannozzi.

 “Questo è un paese infarcito di una infinità di regole la cui violazione è abitualmente tollerata. Un paese serio è un paese dove ci sono poche regole fatte ferreamente rispettare. Questa è la differenza fra il suddito e il cittadino: il suddito è un soggetto cui sono imposti infiniti obblighi e infiniti divieti; normalmente gli si permette di farne strame ma se alza la testa gli si chiede conto e ragione di tutte le violazioni fino a quel momento perpetrate. Il cittadino è un uomo a cui sono imposti pochissimi obblighi, pochissimi divieti per la cui violazione non c’è perdono, non ci sono il condono edilizio, il condono fiscale, l’amnistia, l’indulto: c’è il rigore. Ma, rispettati quegli obblighi, è un uomo libero e più nessuno può infastidirlo”.
Piercamillo Davigo

 

sabato 21 agosto 2010

Claudio Beorchia - NEURO DI SEPPIA

Claudio Beorchia è venuto al mondo nel 1979 e conta di restarci ancora un bel po’. Perito industriale, è risorto con lo studio del design e delle arti visive. Attualmente è borseggiatore di studio nell’ambito della new media art, anche se non ha ancora capito cosa vuol dire. Si diletta così nella professione del grafico e dell’insegnante. E canta che gli passa.

Questo è un piccolo libro che nasce da grandi idee, un divertente e scanzonato gioco con le parole, un’arguta e brillante cornucopia di doppi sensi, calembours, invenzioni linguistiche. La descrizione della trasferta di una band musicale ingaggiata per esibirsi ad una festa, diventa essa stessa una festa per il lettore. I protagonisti, degli strampalati musicisti, si ritrovano ad oltrepassare una fantomatica ed irreale “dogana”, oltre la quale tutto è gioco, burla, stranezze, irrealtà. Un comitato d’accoglienza alquanto originale li introduce ad un insolito Luna Park, ad un banchetto a base di ricette demenziali quanto irrealizzabili ed infine ad un palco dove esibirsi, che definire strano è dir poco. L’autore, Claudio Beorchia, vive lo stato di grazia di una mente caleidoscopica che lo porta ad essere artista, grafico, musicista. Incrociando le sue esperienze si balocca con le parole, fa incontrare mondi diversi sul terreno del divertimento, sempre con grande ironia e arguzia, intrattiene il lettore e lo impegna nella ricerca dei suoi scherzi, ovviamente senza prendersi mai troppo sul serio. La lettura diventa quindi una appassionante caccia al tesoro.


Qui sotto potete ascoltare una breve recensione audio del libro.
(Per gentile concessione di www.dueminutiunlibro.it

venerdì 20 agosto 2010

Lorella Zanardo - IL CORPO DELLE DONNE

Lorella Zanardo nata il 16 Dicembre 1957. Scrive da anni di donne, occupandosi in particolare di tematiche femminili dal femminismo ad oggi. Fa parte del Comitato di WIN, organizzazione internazionale con sede ad Oslo che promuove lo scambio proficuo di esperienze lavorative tra donne. Lavora come consulente organizzativa.
E' stata attrice ed ha scritto e diretto un documentario sull'embargo in Iraq dopo la prima guerra del Golfo.
Nel maggio del 2009 Lorella Zanardo ha messo in rete un documentario (www.ilcorpodelledonne.com), realizzato con Cesare Cantù e Marco Malfi Chindemi, che si proponeva di innalzare il livello di consapevolezza sull’immagine delle donne nella tv italiana. Oggetto e titolo: Il Corpo delle Donne. È stato l’inizio di un cambiamento e di una grande spinta per far riguadagnare centralità alle donne e misurare la loro incidenza sul tessuto sociale e culturale del nostro paese.
L’autrice racconta qui la genesi del documentario, le reazioni che ha suscitato, l’interesse inaspettato da parte delle giovani generazioni, la necessità di uscire dagli stereotipi per giungere a una nuova definizione del femminile. Inoltre, mette a fuoco nuovi strumenti di lettura dell’immagine televisiva e dei messaggi che questa veicola. E con il capitolo Nuovi occhi per la tv passa dalla denuncia alla proposta di strumenti che consentono di guardare la tv con consapevolezza. “Spegnere la tv oggi non serve,” dice Lorella Zanardo, “il vero atto innovativo è guardarla. Insieme a chi normalmente la guarda.” CLICCA IL LINK DEL BLOG "IL CORPO DELLE DONNE"

giovedì 19 agosto 2010

JAMIE FORD - Il gusto proibito dello zenzero

Jamie Ford è cresciuto presso il quartiere cinese di Seattle e discende da uno dei pionieri delle miniere del Nevada, il bisnonno Min Chung, emigrato nel 1865 dalla Cina a San Francisco, il primo della famiglia ad assumere il nome Ford.
Autore di racconti pluripremiati, vive nel Montana con la moglie e i figli.


«Erano una cosa sola, li separava soltanto il filo
spinato...»
Seattle. Nella cantina dell’hotel Panama il tempo pare essersi fermato: sono passati quarant’anni, ma tutto è rimasto come allora. Nonostante sia coperto di polvere, l’ombrellino di bambù brilla ancora, rosso e bianco, con il disegno di un pesce arancione. A Henry Lee basta vederlo aperto per ritrovarsi di nuovo nei primi anni Quaranta.
L’America è in guerra ed è attraversata da un razzismo strisciante. Henry, giovane cinese, è solo un ragazzino, ma conosce già da tempo l’odio e la violenza. Essere picchiato e insultato a scuola è la regola ormai, a parte quei pochi momenti fortunati in cui semplicemente viene ignorato.

Ma un giorno Henry incontra due occhi simili ai suoi: lei è Keiko, capelli neri e frangetta sbarazzina, l’aria timida e smarrita. È giapponese e come lui ha conosciuto il peso di avere una pelle diversa. All’inizio la loro è una tenera amicizia, fatta di passeggiate nel parco, fughe da scuola, serate ad ascoltare jazz nei locali dove di nascosto si beve lo zenzero giamaicano. Ma, giorno dopo giorno, si trasforma in qualcosa di molto più profondo. Un amore innocente e spensierato. Un amore impossibile. Perché l’ordine del governo è chiaro: tutti i giapponesi dovranno essere internati e a Henry, come alle comunità cinesi e, del resto, a tutti gli americani, è assolutamente vietato avere rapporti con loro. Eppure i due ragazzini sono disposti a tutto, anche a sfidare i pregiudizi e le dure leggi del conflitto. E, adesso, quarant’anni dopo, quell’ombrellino custodisce ancora una promessa. La promessa che la Storia restituisca loro la felicità che si meritano.
Ambientato durante uno delle epoche più buie e dolorose degli Stati Uniti, Il gusto proibito dello zenzero è una storia indimenticabile e commovente di speranza e determinazione, che esplora la forza eterna e immutabile dell’amore.


“Nel suo debutto Ford, con mano esperta, tratteggia la dolce
innocenza del primo amore, la crudeltà del razzismo, la cecità del patriottismo, le cose non dette tra figli e genitori.”
Library Journal 

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mercoledì 18 agosto 2010

Lars Kepler - L'IPNOTISTA


Lars Kepler è lo pseudonimo dietro il quale è celato l’autore del thriller d’esordio che ha scosso il mercato editoriale svedese ed entusiasmato i principali editori internazionali.
Si chiama Erik Maria Bark ed era l’ipnotista più famoso di Svezia. Poi qualcosa è andato terribilmente storto e la sua vita è stata a un passo dal crollo. Ha promesso pubblicamente di non praticare mai più l’ipnosi e per dieci anni ha mantenuto quella promessa. Fino a oggi.
Oggi è l’8 dicembre e a chiamarlo è Joona Linna, un commissario della polizia criminale con l’accento finlandese. C’è un paziente che ha bisogno di lui. È un ragazzo di nome Josef Ek che ha appena assistito al massacro della sua famiglia: la mamma e la sorellina sono state accoltellate davanti ai suoi occhi, e lui stesso è stato ritrovato in un lago di sangue, vivo per miracolo. Josef è ricoverato in grave stato di shock, non comunica con il mondo esterno. Ma è il solo testimone dell’accaduto e bisogna interrogarlo ora. Perché l’assassino vuole terminare l’opera uccidendo la sorella maggiore di Josef, scomparsa misteriosamente. C’è solo un modo per ottenere qualche indizio: ipnotizzare Josef subito.


Mentre attraversa in auto una Stoccolma che non è mai stata così buia e gelida, Erik sa già che infrangerà la sua promessa. Accetterà di ipnotizzare Josef. Perché, dentro di sé, sa di averne bisogno. Sa quanto gli è mancato il suo lavoro. Sa che l’ipnosi funziona. Quello che l’ipnotista non sa è che la verità rivelata dal ragazzo sotto ipnosi cambierà per sempre la sua vita. Quello che non sa è che suo figlio sta per essere rapito. Quello che non sa è che il conto alla rovescia, in realtà, è iniziato per lui. 

UN BRANO
 "Il paziente comincia a respirare più in fretta, lo stomaco si muove a scatti irregolari.
«Adesso cosa succede?» chiede Erik.
«Vado in cucina e mi taglio una fetta di pane.»
«Stai mangiando un panino?»
«Ricominciano a bussare, il rumore proviene dalla camera di Lisa, la piccola Knyttet. La porta è socchiusa, vedo che la lampada è accesa. Spingo piano la porta con il coltello e guardo dentro. Lisa è a letto. Ha gli occhiali, ma tiene gli occhi chiusi e respira a fatica. Il suo viso è bianco. Le braccia e le gambe sono completamente immobili. Poi piega la testa all’indietro e la gola si tende e lei comincia a tirare calci contro il bordo del letto. Tira calci sempre più forti. Le dico di smetterla, ma lei continua, più forte. Urlo contro di lei e il coltello ha già cominciato a colpire. La mamma entra di corsa e mi strattona, allora io mi giro e il coltello colpisce di nuovo, è come se partisse da solo, vado a prendere altri coltelli, ho paura di smettere, devo continuare, non riesco a fermarmi, la mamma entra strisciando in cucina, il pavimento è tutto rosso, devo provare i coltelli contro tutto, su di me, sui mobili, le pareti, colpisco e taglio e poi all’improvviso mi sento stanco e mi sdraio. Non so cosa succede, mi fa male dappertutto e ho sete, ma non riesco a muovermi.»"